lunedì 14 dicembre 2015

Cinismo

    Oggi, mi è stato confidato che sono... cinica. In che modo? Avrei voluto controbattere. "Cinica" in quanto, dietro alla mia persona, vi alberga un'idealista delusa. Ovvero (e qui voglio essere precisa) cinica... mascalzona che, a causa del mio difetto alla vista, vedo le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere. Eppure, non sono mai stata portata a pensare che il cinismo sia la crudeltà dei delusi, benché essi non possono perdonare alla vita (di certo) di aver ingannato le loro certezze...

mercoledì 9 dicembre 2015

    E alla fine anch'io penso... che m'innamoro sempre di quelle persone che non mi fanno mancare quello che mi manca. Ed è solo apparenza, con il passare del tempo, mi mancherà anche quel qualcosa di nuovo... che è arrivato con quella persona e andrà via, con quella persona. Ma alla fine succede con tutto... se ci penso.

In attesa del Natale...

    Mancano sedici giorni al Natale... e le persone (quelle che ancora possono o vogliono...) trascorrono le ore domenicali a far visita ai mercatini... e alle fiere. Dove il culto dei Presepi è ancora vivo... Dove le statuine richiamano l'eco del cinema italiano neo simbolista. Insieme agli artigiani che primariamente le costruiscono. I quali... si occupano della loro fisionomia, naturalmente con l'unico registro che abbia appeal nella loro memoria, quello della storia. Io mi ricordo ancora certi documentari visti, in questo periodo, alla TV da ragazzina... Con quei tipici Presepi napoletani, gremiti di folla e quasi sempre divisi in tre. A sinistra l'Annunciazione, al centro la Natività, a destra i festeggiamenti, i canti, le abbuffate... come a far intendere che i napoletani abitino da sempre nella terza parte, quella dedicata alla baldoria... agli schiamazzi... Allo stato di ozio più felice e spensierato: al dolce far niente.

domenica 6 dicembre 2015

Io ti voglio bene.... tanto così ^_______________^

    Quando qualcuno mi dice: "Ti voglio bene". Io... immancabilmente penso, "Ma bene, quanto?", tanto, "Ma, tanto quanto?" (simile a quel vecchio spot, anni '90, della "Sip Avviso di chiamata... Ma, mi ami? Ma, quanto mi ami???" Ecco...) e non posso fare altro che ripetere, tra me, mi ha detto che mi vuole bene... tanto, quanto la distanza delle Sue mani: pari a questo segno: ^_________^. "Non ti sembra un po' troppo?", gli rispondo... Ma Lui controbatte: "Niente affatto! Anzi... Mi sembra troppo poco", mi ha detto, troppo poco... Capisco, invece. E scopro che a volte le distanze (pure solo interpretate con le mani...) sanno anche essere un motivo per unire, non solo dividere.

Il cerca di una vita intelligente....

La scorsa settimana ho fatto qualche viaggietto in treno... per raggiungere il Tribunale di Milano e, alle 7.30 del mattino, mi è capitato, seppur raramente, di ascoltare la discussione di due uomini... seduti sul sedile accanto a me, che si sono messi a parlare dei loro lavori: "Poi a volte faccio delle ore straordinarie", ha detto il tizio con la sciarpa a righe... annodata al collo con cura, che ha un sogno: quello di avere soldi. "Quanti?" Gli domanda l'altro con il berretto, stile coppola. "Di più, sempre di più...". Risponde, elettrizzato dal piacere. Peccato però che ci sono giorni in cui non vede neanche sua figlia... "Quando torno è già a letto", però almeno ha i soldi, ne ha più di quanti potrebbero bastare per tre famiglie, ubicate sotto lo stesso tetto. E l'altro uomo, con la sincerità di Chi delle proprie mani ne ha fatto vassoio per donare e... non conca per ricevere, esclama: "Io non riuscirei mai! Poi, conoscendomi, dovrei prendere mille pastiglie per scacciare lo stress e la depressione... No. Le mie giornate mi piacciono così, come si sono, da sempre, presentate...". Per fortuna i soldi non possono ancora tutto, mi ripeto nella mente, mentre... il treno rallenta la sua corsa diretto in una nuova stazione, accosto lo sguardo verso il finestrino e penso che le cose belle della vita - quella belle davvero - devono ancora essere messe in vendita. Io malgrado la mia quotidiana realtà, mi ritrovo ugualmente presa a vedere il vuoto rispetto al pieno... a giocare con le mancanze e non con le presenze... di Chi mi sta ancora accanto, a dispetto di un carattere... non facile. Poi, può accadere (contro voglia) di scoprire che anche la mia realtà di vita, fino a questo momento rimasta "protetta", per qualche inspiegabile ragione, possa non andare proprio nel verso giusto, come me la sono immaginata... Fa la sua strada. Ed Io, la mia. E, spesso, non ci si incontra per la stessa direzione. Così... anch'io, dalla mia esistenza, non ho mai desiderato di essere "Felice", questo no. Volevo... solo costruirmi qualcosa... Ecco: qualcosa di mio, con il trascorrere degli anni... Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. E ho trascorso molto tempo ad aspettarmi diverse risposte... a credere che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà... essere buoni, essere giusti. No. Di recente ho solo capito che sono i desideri... che salvano l'essere umano. Sono l'unica cosa vera. Sebbene lo abbia compreso, troppo tardi... Ma ho sempre lottato affinchè il mio atteggiamento non si rigirasse in un modo strano, inesorabile, senza, a quel punto, non desiderare qualcosa fino a farmi del male. Ed è qui... che salta tutto. E non c'è più verso di scappare, perchè, più mi agito... più si ingarbuglia la rete. Più mi ribello... più mi ferisco. Ma così, non se ne esce. Solo, dopo... un'attenta riflessione dei miei sbagli. Sebbene fosse ormai troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che, in pochi, se lo possono forse immaginare... Ma non è stato facile desiderare semplicemente ciò che Io volevo... Tra il volere ed il desiderio c'è stato pure il coraggio di inoltrarmi nel mio Tempio interiore... delle Mille porte, in ascolto e attenta nel trovare l'accesso d'ingresso e quella d'uscita. Perdendomi molte volte, in quel labirinto, quando non ho saputo "esattamente" cosa desiderare, cosa volere, di cosa avere più bisogno. E nel mio mondo interiore... nel mio inconscio, buio... vi ho scoperto la Vita e la Morte, il Nulla ed insieme la potenza creativa... Una specie di Universo in cui possono nascere stelle e pianeti, continuamente. Basta volerlo e desiderarlo.

martedì 24 novembre 2015

Pensando a come sarà...

    E va bene così, ho avuto paura, ne ho tuttora. Ogni tanto penso a come sarà la fine di quest'avventura fatta di parole e fiducia, d'insicurezze e di attimi perfetti… Vorrei fare una cosa: cancellare tutto. Svegliarmi una mattina e alzarmi dal letto, sentendo di appartenere ai miei soli odori, sapendo per certo che non mi mancheranno, ma se, dovessero invece farmi sentire forte la loro mancanza? Che farò? Tornerò? Farò finta di niente? Ignorerò il richiamo? Quanti pensieri inu...tili… mi contornano la mente, quest'oggi. Non sono in grado di prevedere nemmeno cosa deciderò di mangiare da qui all'ora di cena e mi perdo in un'odissea di pensieri in fila, fin troppo lontani, ancora non nati, forse neppure verranno ad esistere, come quest'ultima tentazione: cancellare tutto. E lasciare solo questa frase: "Stammi bene, Ombra… ma non troppo". Che, secondo me, è più che sufficiente. Ma è più forte di ogni tentazione del genere. Alla fine di ogni momento, bello o brutto che sia, finisco poi… per non sorridere più. E non è tanto la meta, la parte che più preferisco, ma è il viaggio. Ho voglia di cancellare tutto, in quanto sono umile e insicura (sebbene la sicurezza psicologica si manifesti, in altro modo, orgogliosamente, non umilmente). Sento che quest'avventura mi ha già donato tanto e un po' sono felice, ma un po' ho anche paura…Temo che quello che deve ancora venire possa rovinare tutto e non so più quant'è giusto "rischiare". Mi ripeto che magari non ho capito niente -e chissà se è così- ma la mia sensazione voglio proteggerla ugualmente e la giustifico in questo modo. E come vadano le cose, avrò coraggio. Solo questo. Forse l'avventura, da me accennata, comincia da qui. Forse si sta solo chiudendo un capitolo… E naturalmente quando si chiude un capitolo se ne riapre immediatamente un altro, dal momento che il libro della mia vita non è ancora giunto alla fine…

lunedì 23 novembre 2015

Forse è ridicolo adoperare la parola "espressione" ...riferendosi ai piedi, ma sono convinta che anch'essi (come il viso) la possiedano. Anzi... molti uomini sono persino convinti di comprendere se una donna è licenziosa nelle sue azioni e se un'altra è crudele solo guardandone i piedi. Anche per questa ragione, i miei, li nascondo alla vista, a dovere...


domenica 22 novembre 2015

Avere avuto te... non è stato un ripiego (le femmine mi sono sempre sembrate insignificanti: non mi hanno mai saputo conquistare, per quanto graziosissime e con un bel viso dolcissimo), ti sei mostrato da subito un maschio, alto, robusto, altero, dal corpo muscoloso, perfetto, mi hai conquistato nel tempo, perché i primi giorni proprio non ti volevo per casa... Ero troppo gelosa del mio guardaroba, che amavi annusare spesso... e temevo che avresti spezzato la mia routine quotidiana, invece... mi sono innamorata di quel "capocchione" grosso, pensante. E i tuoi grandi occhi rotondi nerissimi... che alternavano lampi selvaggi ad un certo che di triste, sofferto... mi appartenevano, ogni giorno di più... Insieme a te mi sono anche più volte scontrata (specie quando eri più giovane) a causa delle correnti avverse alle mie... E mi sono vista i miei sogni affogare senza riuscire a tirarli fuori. Ho visto il mondo a rovescio e non sono riuscita a portarlo nel verso giusto. E sentivo perdere il meglio proprio mentre mi era accanto, ma sentivo d'averne bisogno... proprio quando era già, lontano... Ed io su di te ho contato, come futuro stallone, ma tu avevi bisogno di una famiglia, non di restare in allevamento. Un allevamento non è una famiglia: ti ha nutrito più che bene, ti ha fatto correre, ma non ha potuto ovviamente darti l'amore che ti ho dato io... le carezze che ti ho riservato. Una dimora da proteggere, insieme al mio affetto, che ancora oggi... provo per te. L'unico vero sentimento che mi rende felice, realizzata. Con te eravamo una strana coppia, è vero... Non ti ho mai corteggiato, ma accettavo di buon grado la tua umida lingua che distribuiva baci -toccatine veloci, calde, alle mie gambe, alle mie mani- ti aggiravi lento, dignitoso, altero, per il mio Studio, il terrazzo... per poi accucciarti con la testa, il capocchione, tenuta ben alta sul collo sodo, bellissimo, dal pelo vellutato... Sembravi una specie di leopardo, più attraente ancora con quel manto impareggiabile, brillante, dal fondo bianco, puro, costellato di dense macchie nere, molto sbavate, poco rotonde e per nulla delimitate. Ma eri il mio affetto più grande, di razza stupenda che potevi rivaleggiare in potenza con un dobermann, un boxer di grossa taglia, un alano arlecchino... eppoi quegli occhi, quel portamento, quella tristezza... Dolce caro Rupert, ovunque tu sia, mi sei accanto... Tu sei vicino a me e una parte di te è sopravvissuta alla morte del corpo. Per questo Tu puoi farmi scaturire, il tuo ricordo lungo il perimetro della mia mente, confortandomi... ancora e ancora, come in questo momento. Ed io voglio salvare il tuo ricordo, mai indifferente, che chiama al cuore, perché differente è invece la memoria simile ad una facoltà intellettiva. Ma se dovessi perdere la memoria, come accade ai vecchi, mi resterebbe qualcosa di profetico e poetico: i ricordi. E una profonda riflessione che mi riporta alla vita "normale". La vita che, sotto la pressione del tempo e degli affanni, perde la memoria delle cose "imparate" per fare spazio al ricordo delle emozioni "vissute" felicemente con Te, piccolo amore a quattro zampe...


domenica 8 novembre 2015

Con me occorre...

    Con me occorre... "Pazienza". Ce ne vuole tanta. Serve pazienza e uno sguardo che guarda lontano... "più-che-si-può". Con me un (solo) "Argomento", non basta. Non ci si può arrendere con espressioni del tipo: "Sei come sei... Amen" (Cit.), senza pensare che sono fatta, principalmente, di parole difficili e di tanti -forse anche Troppi- pensieri contorti. Soprattutto, complicati e discordanti tra loro. Già… Con me ci vogliono nervi saldi e almeno un racconto da ascoltare in macchina al posto della solita musica trasmessa alla radio. Mentre le canzoni (che più mi rappresentano) sono quelle dettate dai sentimenti e cantate a squarciagola, quando mi sento felice, dopo essermele meritate a seguito di un sacrificio… messo in pratica, pure senza necessità estrema… Dopodiché, con me serve almeno un ombrello, anche se poi, quando piove, lo lascio sempre a casa, riposto nel suo recipiente a forma ovale… o persino dimenticato nel portabagagli per giorni, anche, settimane intere… Con me occorrono i libri classici e le biblioteche piccine, pratiche da consultare… i semi di sesamo da sgranocchiare (a fine pasto) e le maglie calde di colore nero, da indossare appena sopraggiunge l'Autunno. Con me serve essere acuti d'intelletto, sempre e comunque: "Guardare e non vedere, sentire e non ascoltare". Serve accettare che non smetterò mai di pensare e di voler scrivere, come faccio… qui. Di avere sempre lo stesso paio di guanti, di pelle nera, nella borsa… anche d'Estate e il cellulare, accesso, mai scarico, ma perennemente appoggiato sul tavolo… lontano dalla mia portata quando esco dallo Studio (luogo di lavoro dove trascorro gran parte della mia esistenza). E con me ci vuole coraggio per riempire certi silenzi pesanti, per farmi…"Parlare". O semplicemente, guardarmi arrossire. Con me ci vuole…"Certezza", per sapere che i problemi si possono risolvere o gestire… senza rifiutare l'esistenza del mio corpo. E munirsi di un ombrello… (Quest'ultimo accessorio è importante, piove spesso dalle mie parti).

    (Dedicato al mio modo di essere... che non mi salva)

martedì 3 novembre 2015

Alla Fiera dell'Est...

Penso che la "ripetitività" in questa melodia serva proprio a sottolineare lo scorrere degli eventi: il fatto che non si possa mai aspettare che la quiete sia arrivata... Se il testo infastidisce, o irrita, in un certo senso è corretto in questo modo, perché fa parte del messaggio... Almeno credo.

sabato 31 ottobre 2015

Primo anno di vita: "Auguri Ulderico!"

A Te, Ulderico, non importa quale macchina io guidi, purchè lo faccia piano, piano, perchè altrimenti vai nel panico... più profondo, appena accelero un po'. A Te, non importa Chi frequenti, che lavoro faccia, quali sono i miei divertimenti... A Te non importa come mi vesto, dove vivo... se sono ricca o indigente... ma comunque bella. A Te importa solo che Io ci sia. Visto che la tua felicità dipende soprattutto dal tempo che potrai trascorrere con me, dal numero di volte che... mi potrai accompagnare nelle nostre uscite... serali. Perchè per Te l'amicizia personale è tutto. Ed io, Ulde, quando ti ho visto, un anno fa, per la prima volta, dormire sulla mano dell'allevatrice... sapevo benissimo che mi sarei assunta un impegno tutt'altro che lieve, perché ,dopo, era impossibile rompere l'amicizia con un cane problematico, ma fedele, come Te... E darti via equivarrebbe ad un omicidio... che io non voglio compiere (nel modo più assoluto). Perciò auguri di buon compleanno, mio piccolo (ormai grande!) Ulderico  TVB

venerdì 23 ottobre 2015

Al Tuo anniversario...

Ciao amore mio... E' la tua mamma che ti scrive, ricordandoti... (Ormai) Da Ieri sono due anni che non sei più con me. E' stato il 22 ottobre 2013, il giorno più brutto della mia vita... Quella mattina, ricordo che ti ho portato dalla veterinaria, convinta di doverti fare, di nuovo, il solito esame del sangue... Visto che tanto giovane, ormai, non eri più, ma io ti volevo ugualmente tenere sotto controllo...Ti volevo possedere, godere di te, fino alla fine naturale dei tuoi giorni. Ma non è stato neppure un privilegio, molto doloroso per certi versi, ed estremamente gratificante per altri, adesso che ci penso... Ci siamo avviati in macchina verso l'ambulatorio e tu, perchè pioveva, ti sei messo, sul marciapiede, accanto a me, in attesa di entrare nella saletta, a passo lento, con il guinzaglio lungo. Quella mattina, abbiamo atteso a lungo il nostro turno, ma se sapevo come sarebbe finita, per te... Giuro! Non ti avrei portato là! Invece sono qui a chiedere il tuo perdono. Dovevo stare più attenta. Riflettere meglio su ciò che, entrambi, stavamo andando incontro. Abbiamo fatto quel tragitto per anni... E la veterinaria, è stata sempre un'amica, per te, tranne quando ha pensato di farmi prendere quella terribile decisione: "Darti l'ultimo dolcissimo bacio (prima della morte)". Ma mamma non c'e l'ha fatta a salvarti. E mentre ti avevano disteso sul tavolo -a detta loro- comodamente... Tenendoti le zampe, pregavo il Signore che ti aiutasse, ad attraversare quel miglio verde, senza paura... Oggi Rupert caro, se potessi tornare indietro, mi getterei sopra di te per proteggerti... ma non posso più. Negli occhi di Ulderico, vedo ancora la tua immagine... Per casa, ora c'è questo cucciolo di dalmatino che ha preso il tuo posto... e, con la sua vivacità ed esuberanza, si è impadronito di tutti i tuoi giochi... le tue cucce, i tuoi ossini... E il dolore che continuo a provare, in seguito alla tua perdita... mi ripeto, ogni ora, che è normale e naturale. Non è assolutamente sciocco, folle, o troppo sentimentale... se io piango ancora per te. Durante gli anni che hai trascorso con me, sei diventato una parte significativa e costante della mia vita. Sei stato, per me, una fonte di conforto e di compagnia... di amore incondizionato, di divertimento e di gioia. Quindi, ora, non dovrei stupirmi, se mi sento devastata dalla perdita di un tale rapporto. Spesso penso pure alle persone che non capiscono il legame che può esserci con un animale... Consapevole del fatto che non possono capire il dolore che sto provando, nel giorno della tua ricorrenza. Amore mio... ti ho desiderato e amato alla follia ed ora mi sento in colpa (e responsabile) per non essere riuscita a proteggerti. I primi tempi, ho pensato che è stato il destino, a decidere che provassi l'esperienza durissima di assistere alla tua eutanasia... però poi mi ha lasciato l'impressione di non averti abbandonato ... nel momento sicuramente più difficile della tua esistenza. Ma il mio dolore è rimasto atroce e devastante, lo stesso... Anche quando ti penso essere insieme ai miei genitori, in cielo... Mentre loro ti fanno le coccole e ti danno amore lassù... Finchè avrò vita sarai nel mio cuore, sempre al primo posto (ancor prima di Ulderico, come si fa con i figli maggiori... che non hanno eguali!) E un giorno ci rincontreremo, tesoro mio... Ti amerò per sempre, la tua mamma Ombretta



sabato 17 ottobre 2015

Quando WhatsApp diventa obsoleto....

    Non so se è un bene o un male -al punto in cui sono- ma mi sono messa a pensare a tutti i messaggi che ho scritto per altri... e ricevuti, da altri... su whatsapp. Messaggi che la versione, del cellulare precedente: "diventata obsoleta nello scorso mese di Luglio" ha cancellato, da sola, nel passaggio di una notte... E con essa, se ne sono andate..."Tutte" le foto, i video. "Tutte" le conversazioni, anche quelle che io non avrei mai cancellato, di mia iniziativa, perché... ricolme di ricordi... Quelle che forse non avrei mai avuto il coraggio di rileggere e che forse non avrei riletto, mai... In quanto, sono anche quelle, più dolorose. E a volte il destino ha piani tutti propri... ed io non posso far altro che adeguarmi. Chi lo sa, dove sarebbero ora quei messaggi? Chi lo sa? Magari, in qualche archivio web? Chi lo sa, se in certe prossime notti li avrei semmai... riletti? Chi lo sa? E forse va bene così, mi ripeto, attenta. Per sopravvivere. Dal momento che può darsi, alla fine, avesse ragione quel tale che scrisse: "Ama qualcuno con sufficiente intensità, e avrai accesso a tutto il dolore che si possa desiderare", descrivendo l'animo mordente di un amore perfetto...

mercoledì 23 settembre 2015

Il mio sfogo chiamato... "Scrivere"...

    Scrivere è l'unico sfogo che io conosca... capace di farmi sentire nel "giusto", adeguata, a posto, non appena i neuroni si mettono in moto, anche senza che io sappia: "Per quanto"? Del resto, non è questo l'aspetto più importante. Magari mi sbaglio. In fondo, non sono neppure brava in questo. Tuttavia scrivendo sento di essere un po' più "Mia"… di essere schierata dalla parte equanime (quella… appartenente al filo di "Ombretta", probabilmente ancora legata al mio stereotipo ...di "borghese". Sebbene io sia diversa, quando ascolto i declivi capricciosi dei Miei Pensieri... scorrere fino al fondo del Mio Essere. Sempre. Sprigionando tra i Miei Tormenti, una quiete inquietante…), ma sento di rispettarmi. Quando scrivo (e solo allora) non sono più costretta a fingere di essere diversa. Quando scrivo vado bene così come sono. E incomincio ad esprimere, manifestare la "Mia" sofferenza in tutte le sue forme, in quanto… quando soffro, mi sento una persona insicura. Assiduamente combattuta tra razionalità e i conflitti interiori, che il sentimento accompagna. Bensì non abbia mai cercato conferme, in tutto ciò… Io mi sento così. Non è modestia, è convinzione e non serve a niente che qualcuno mi dica "sei Unica". Me lo potrebbe dire anche Omar Sharif dall'aldilà, non cambierebbe niente. Io so che non tutti possono capirmi, né sanno che significa avere qualcosa di incrinato dentro di Me. Quel "qualcosa" che non si aggiusta con i complimenti né con le carezze. E' come un crollo emotivo e percettivo continuo, che mi mette in condizione di dover ricostruire, ogni volta, ciò che si è appena spezzato... Ma quando scrivo, è indubbio, che saltino alcuni dei freni inibitori che, invece, possono essere generati dal contraddittorio. Un foglio di carta o la tendina bianca di un portatile non danno contraddittorio, non sono persone.Tuttavia questo non significa -necessariamente- che io sia sempre dalla parte giusta (ammesso che esista poi una "parte giusta"). Credo invece che relazionandomi "agli" altri (e non "con" gli altri, passatemi questa sottilissima differenza di significato...) contempli, per forza di cose, una mescolanza di finzione e realismo a cui non posso sfuggire. Ed è la mia vita. Per quanto ingannatrice, ciarliera, imitativa possa apparire… E' in questo modo che si presenta. Sarei disonesta a scrivere il contrario.

venerdì 18 settembre 2015

Me e Te... (Noi due)

Ti guardo dal soppalco del secondo piano, dove non puoi vedermi... E ... Non importa quanto enorme sia la posta in gioco, sai con certezza assoluta che Io comunque potrei accettare la Tua sfida...Perché possiedi inquietudine e coraggio. Voglia di varcare i confini della irragionevolezza. Spregiudicatezza e sensibilità. Un pericoloso abbinamento di virtù che oggi non Ti salverà certo dal mio stesso inferno.

martedì 8 settembre 2015

Pregi e difetti di ognuno...

    Sono... a tratti dolce. Talvolta insicura, un po' fifona. Molto... infedele. Troppo orgogliosa. Gentile, quando mi va... Mai vendicativa. Giusta, se lo voglio. Permalosa, sempre e comunque... Sincera, anche quando potrei non esserlo. Corretta, oltre la misura. Timida, ma manco fingendo. Rispettosa dei bisogni e degli interessi degli altri, per nulla al mondo. Anzi… Per parlare con schiettezza, arrivo a mancare di rispetto delle mie profferte amorose, con estrema facilità. Par...anoica, quanto basta. Per nulla romantica. Molto diffidente. Dal cuore duro... ma solo con me stessa. Di quanto in quanto, mi mostro sfiduciata... poco ottimista, di fronte al futuro, seppur a tratti roseo. Carina, nella norma. Non magra. Meglio ancora... più "falsa" che magra. Talune volte posso sembrare simpatica. Nondimeno, triste. Con una fervida immaginazione. Sognatrice, ma con riserva...(di voler "verificare" sempre). Altruista... a spese mie. Sola, mai. Dal momento che i miei pensieri sono in ogni caso: "Presenti"... a farmi compagnia. Ecco… quel che sarebbero i miei difetti. E quanto ai pregi? Chissà per quale motivo, dinnanzi ai miei pregi e difetti, io mi soffermo sempre e solo sui secondi. Ed è difficile, davvero… provare a far innamorare qualcuno. Soprattutto se, la persona di cui si devono innamorare, sono proprio io.

lunedì 31 agosto 2015

No More Tears (Enough Is Enough)


    Memorabile duetto tra la regina della musica sofisticata americana e la regina della disco europea... era quanto di più irreale e improbabile si potesse immaginare, a quell'epoca. Brano, presente all'interno dell'album Wet, presentato nella sua intera lunghezza (durata oltre 11 minuti). Per Chi ha orecchie fini... Io, conservo a casa l'originale comprato (ancora) con pochi spiccioli... di Lira italiana — fiera.

sabato 29 agosto 2015

Sei pronta a cosa?

    Accenno solo un sorriso davanti allo specchio che, tanto, ormai, lo so… Spesso, è dagli amori sbagliati che non guarisco mai. Ma ora cosa può succedere (di peggio) che non sia già successo? Ho pianto, parecchie lacrime. Sì. Tutte le lacrime, anche quelle che pensavo di non poter tirare fuori. E, adesso? Adesso, credo di essere pronta… A tutto, o quasi, di questo mondo. Ma a rinnamorarmi? No, che non ci penso. E nemmeno, prima o poi, ci penserò. Perché, se un amore sbagliato mi ha sgualcito il cuore, in un amore migliore, dovrei sperarci ancora? L'amore non è tutto ciò che mi salva nella vita... Ma forse... La speranza, a volte... Ecco, la speranza... lo fa di più.

Ricordi d'infanzia....

    L'amore che conosco è quello che ricordo con maggiore tenerezza... Io, ancora uno scricciolo (dalla forma rotonda e paffuta) se mi sentivo triste... avevo la certezza che mio padre tornasse a casa con un libro della biblioteca... magari, ricolmo di figure colorate.
    nostalgica.

In qualunque modo....

    In qualunque modo, io lo so. Mi è rimasta addosso, ancora ce l'ho nella mente, sotto i piedi e nei vestiti... la mia voglia pesante di uscire allo scoperto, buttarmi nella folla... farmi largo a spallate. Me li sento come cappotti, che sembrano essermi stati cuciti indosso, precisi, precisi, questi sentimenti che si sono dimenticati di nascere, distratti e assenti davanti alla persona degna. Degna di averlo al mio fianco, o appena, appena un passo dopo di me. E sopraggiungono... veloci durante i tramonti senza carezze... le notti con troppi pensieri e le sere con poche stelle ferme... in cielo. Sopraggiungono a sconvolgermi la solitudine, i momenti non stati... persi chissà in quale decisione razionale, che fatico persino a ricordare. Eppure ci sono. Essi sono lì. Perenni e puntuali, felini, davanti a me... che resto con l'animo mingherlino, guardarli prepotenti e spacconi. E non lo capisco ancora, se la vita si progetta insieme, se bisogna essere in due ed essere amanti per ferirsi con cautela. Se è tutta questione di solitudine, chissà, forse ce la farò un giorno a descrivermi... così piena di certezze. Eppure, se mi vede qualcuno camminare per strada lo nota... quanto sono ammaccata, pensierosa fino all'inverosimile, come se pensassi, ogni volta, a qualcosa che è andato storto... come se, in fin dei conti, da me, la vita abbia sempre preteso risposte, senza mai promettermi niente... E rispondo sempre, nei pochi occhi che mi hanno voluta... rispondo sempre come voglio. Ed obbedisco ai giorni che succedono e ai momenti che si scordano di accadere. Tuttavia sapendo che mi manca un pezzo.

    Intanto metto altri due puntini di sospensione, al punto fermo iniziale... Così. Nel vano tentativo di sperare di trovare l'ispirazione.

    (Dedicato ♥)

Amy Winehouse "Back To Black"

    Un'altra rockstar, in piena regola, morta drammaticamente a 27 anni... Voce nera e cavernosa dentro un corpicino bianco e potente, uccisa in casa da un'overdose di alcol ma... soprattutto dalla solitudine e dalla paura di vivere. Una ragazza sempre in bilico tra l'oscurità del suo male e la luce delle sue canzoni. Una morte però, non improvvisa... come capita spesso. Non sopportava il peso della vita e neanche il ruolo di una superstar. Soffocata dalla voglia di diventare grande e dal desiderio di restare nella sua stanza, sola, a scrivere musica con una birretta in mano. Senza dover per forza morire "affogata" nella Vodka...
    ascoltando musica.

martedì 25 agosto 2015

Furia omicida

    Se potessi descrivermi con una frase, una soltanto, questa sarebbe: "Sono un delitto d'impeto". In cui la razionalità... il prefigurarsi di un'azione... sono niente, al confronto di ciò che posso compiere, io, talvolta con le mie stesse mani e in poco tempo, senza neppure rifletterci sopra.


Dentro le parole....

Penso di non aver bisogno di belle parole, per sentirmi un po' su... in quanto, lo so...che rimangono solo "parole", sì, solo quelle... Eppure ogni volta che qualcuno me le dice devo tenermi quel momento... Devo custodirle come qualcosa di fondamentale, qualcosa che ripeterò nella mia mente ogni volta che mi sembrerà di cadere... E mi ripeto che so Chi sono e Chi vorrò essere, ma ancora non so come sono... Sono solo sicura di una cosa, riguardante la mia persona e, penso sia la cosa che più mi rende felice e che più (inconsapevolmente) mi tormenta: mi rialzerò di nuovo... per non restare più a terra... E mi dico... Quante cose mi dico? E ora sembra non avere senso niente, quelle parole dette per convinzione, per tenere duro, per sentirmi meglio, quelle, ripetute per provare a rialzarmi... Tutto sembra aver perso di valore, e mi sento completamente sola. La mente che diviene una sorta di lago chiaro e quieto sul quale sorgeranno qui e là bolle d'aria (i miei pensieri). Una bolla, la domanda: "Da dove viene?" ...e la bolla esplode. Un'altra bolla, la domanda e... anche questa bolla esplode. E così via con i pensieri che sorgeranno dopo. Ma senza neanche una parola di conforto, se non quelle che sputo fuori io, perché tenermi dentro questo, costa troppo dolore... troppo male, troppa tristezza. Forse questo pensiero deriva dalla mia coscienza, o dal mio "Io", o dalla mia memoria, o da un altro pensiero, o da una certa sensazione fisica che continuono a provare... Al pensiero appena sorto, quando ancora non ha invaso completamente il mio schermo mentale, nella sua situazione embrionale, pongo la domanda: "Da dove viene?" ...E così il pensiero stesso cade, facendo ritornare la mia consapevolezza al suo centro. L'animo mio si lacera, le viscere si strizzano e gli occhi bruciano... ma non piangono, rimangono immobili come il mio corpo e mi chiedo come sia possibile rimanere così intatti e fermi mentre tutto dentro mi sta crollando addosso. Come quando la bufera della mia mente stacca tutto dal suolo... senza lasciare neanche una traccia di quel muro eretto (con il tempo e con la pratica) per proteggermi da fruscii leggeri nello sguardo di pochi che percepiranno... o che nessuno percepirà. Mi chiedo come sia possibile tremare così tanto, avere l'anima che vibra così forte da sembrare quasi qualcosa a parte, che forse prima o poi si staccherà e vagherà da sola... se continua a muoversi così veloce. E mi chiedo pure, se qualcuno riuscirà a placare queste mie paure, questi miei dubbi che non si fermano mai, questa mia anima che non è mai in pace... Chissà se qualcuno riuscirà a tenere ancorati i miei pensieri, se qualcuno riuscirà a farmi sciogliere o... farmi vivere o farmi sentire solo un pochino meglio, un pochino migliore, perché ora sembra che niente ha più senso, neanch'io, neanch'io. Soprattutto io, che resto a sedere nella solita postura. Con gli occhi leggermente aperti, ma mai chiusi... intenta ad accorgermi della nascita di ogni singolo pensiero che (inconsapevolmente) si accavallano gli uni sugli altri, creando stratificazioni di pensieri su pensieri... I miei.

sabato 22 agosto 2015

Pensieri di fine Estate...

    Ci sono. Non mi sono dimenticata di postare i miei pensieri... Ci sono e non ci sono, tuttavia... Sto pensando a come sarà la chiusura di questo anno (ormai non più lontana). E ci saranno ancora mesi fatti di solitudine, per me, ma anche (spero) di qualche piccola soddisfazione, personale. Vado incontro all'ennesima, mia, perplessità... Per questa ragione sono distratta e un po' avvilita... Sto trascorrendo la fine di un'estate che è stata, per certi versi, dolce, ma anche...... molto spericolata. Nella quale, mi sono riposata poco, ma non per via dei pensieri. E qualche volta anche dormito profondamente... in un momento di rilassatezza... tutta meritata. Non lo so. In fondo sono stata anch'io bene. Un po' da sola, ma comunque resistente agli urti... Un po' con qualcuno accanto che sapesse intervenire, ogni qualvolta stavo per cadere, per tendermi una mano. Ma sempre incasinata sino alla punta dei miei capelli... Splendente di essere, come sono: una donna ancora piacente, malgrado l'avanzare dell'età, che ha di nuovo i capelli lunghi... come una ragazzetta... e vive aggrappata ancora alle sue solite paure ancestrali e con una vita che non assomiglia per niente a quella che si era immaginata... Ma va bene lo stesso. Va bene, per il semplice fatto che la vita è la mia, irriducibilmente mia.

lunedì 17 agosto 2015

    Che fatica sognare con i piedi per terra... Che fatica uscire da un sogno per rientrare nella realtà. A volte nei sogni mi ci posso perdere. Come sopra ad un treno: sono lì, seduta e subito il finestrino si trasforma in una specie di altro mondo. Penso, sogno, rimpiango, sorrido, immagino e... immagino ancora. Ed è la grandissima qualità di Chi riesce a sognare ad occhi aperti, ovunque si trovi. Allo stesso tempo è, però, la condanna di Chi sogna abbandonando completamente la propria realtà. O di Chi cade... e si fa male (e parecchio). E penso... che occorre avere una certa capacità per non rimanere incastrata in detti sogni, perché mica tutti possono stare tre metri sopra il cielo... Ma magari a cinque centimetri da terra. Un saltino ogni tanto?

    Un po' di Tiziano Ferro... Già... Circondato da scritte, testo e disegni, mentre canta con abiti diversi, occhiali da sole... (Ma di che marca sono?) E il costante meraviglioso... suo sorriso che lo contraddistingue. Stavolta sarò io a guardarlo...

giovedì 23 luglio 2015

Fidarmi di altri uomini?? Sembrerebbe una sfida impari tra me e loro che mi circondano...

    Non mi sono mai avvicinata così tanto a qualcuno... Che adesso provo quasi esitazione per quello che potrebbe succedere. Cosa accadrà, se gli permetto di entrare nella mia vita? Se ne approfitterà, come hanno fatto, di solito, chiunque, o farebbe attenzione a non stravolgere nulla... cercando di farne parte, senza pretese stupide? Lo so. E lo sento che mi seguirebbe, dappertutto... Ma non in silenzio, anzi... cercando di cambiare quel piccolo e malsano equilibrio che negli an...ni sono riuscita a costruire, con l'ausilio della mia stessa volontà. E senza effetto di creare delle pretese su di me... Forse, senza neppure farsi troppi problemi, ma è possibile che se li faccia, invece, perché quando la si vuole, una persona, la si vuole... e basta. Vorrei che rimanesse, per sempre, quello che ho conosciuto... in così breve tempo e per il quale sto provando qualcosa di forte, anche se talvolta..."[...] sparisco tutta la sera!" (Cit.). E non lo credo possibile che possa cambiare, a lungo andare... diventando forse uno sconosciuto con sentimenti diversi per me? Magari, se ci fossimo conosciuti in tempi diversi... Magari -penso, io- avrei premuto fino allo spasmo, per far si che i miei genitori lo conoscessero. O avrebbe rispettato i miei lunghi, lunghissimi tempi, accettando le mie insicurezze e la mia timidezza di fronte a un mondo nuovo che per tanto, troppo tempo, avevo cercato di tenere lontano? Può essere che ora, abbia solo paura di permettergli di entrare nella mia vita. Mentre, da un lato avrei voglia che lo facesse, così che non se ne possa andare via... mai più. Dall'altro, però ho timore, che donandogli questa opportunità, io potrei pentirmene... nuovamente. La sognatrice dentro di me, che ero, sta quasi soccombendo... Al suo posto una persona totalmente diversa, realista e disillusa, sta facendo il suo ingresso. Fidarmi di altri uomini?? Sembrerebbe una sfida impari tra me e loro che mi circondano...
    (Dedicato... ♥)

There is always hope...

Un po' mi consola... un po' mi fa arrabbiare. Scoprire di non essere poi così diversa da tutti gli altri. Un po' mi consola, perché allora non sono la sola, un po' mi fa arrabbiare, perché non sono poi così speciale, mentre esserlo era tutto quello a cui ambivo... (Almeno sino a poche settimane fa...). Esserlo per qualcuno (intendo) o almeno in qualcosa. Puntavo tutto sull'acconciatura dei miei capelli e sul mio modo sempre accurato di presentarmi di persona, perché, pensavo: "se non posso essere la più bella, devo almeno essere Unica". Ma è impossibile. Anche questo, con il tempo l'ho capito. Per quanto io possa essere assorta silenziosamente in pensieri, per lo più seri o preoccupanti o per quanto io mi sforzi di essere normale in un mondo di assurdità… "Essere Unica" non mi è concesso, no… E allora forse mi tocca accettare che alcune cose sono uguali per tutti: e, quindi, anche per me... Come la mia paura di non sentire più niente, perché più spaventoso del buio c'è forse il vuoto e mi torturo la pelle e le unghie in attesa che succeda qualcosa, ma la maggior parte delle volte non succede un bel niente. Altre volte invece sì... qualche volta succedono cose spettacolari. Succedono a Me, seppur raramente. Raramente, certo... ma accadono e quando accadono si cancellano all'improvviso tutti gli anni passati ad aspettare e le lacrime versate pensando che niente avrebbe più accarezzato la mia curiosità e i miei occhi. Fa un po' male... ma forse anche un po' bene riuscire ad accettare che ogni tanto io mi senta felice per qualcosa di veramente sciocco...Che io sia stata felice una volta o due senza nemmeno accorgermene e che ogni tanto io mi senta impotente di fronte a ostacoli che mi sembrano insormontabili... ma in realtà non lo sono. Fa un po' male e un po' bene allo stesso tempo convincermi del fatto che io abbia due o tre cose da parte che dovrei esprimere (in qualche modo) e che invece non esprimerò mai più... Che io abbia due o tre persone che vorrei abbracciare più spesso e costantemente poi la rabbia e la realtà hanno la meglio e regnano (sovrani) sui miei sentimenti. Fa un po' male, ma è giusto ricordare sempre, a me stessa, in primis... che ho qualcosa o qualcuno a cui aggrapparmi e che certe notti sono difficili in ogni casa e in ogni albergo di questa grande, ma piccola città di provincia, in cui abito... Per questo, ho necessità di scorte d'amore, di libri... di penne per scrivere e la pasta (per il sugo al pomodoro...) riposta in credenza. Fa un po' bene, però, ricordare che ogni fine corrisponde ad un inizio. Che i miei amori finiscono (quasi) tutti per ricominciare, perché l'amore non sa smettere di esistere. C'è, ed anch'io, prima o poi, imparerò che è così raro incontrarlo e... che è buona norma esserne grati. Crescendo, ho imparato a piangere di meno... Ma senza cercare di stare leggera con i pensieri... Quello no. Non m'appartiene. Quasi ogni mattina mi sveglio, senza sapere neppure se arriverò in fondo alla giornata con tutti i pezzi a posto... con tutte le persone, a cui voglio bene, accanto, con tutti i ricordi intatti e forse è vero: non posso essere "Unica", ma credo di avere il dovere di essere gentile, con quella parte di me, che magari non è speciale...Sicuro. Ma l'illusione momentanea di esserlo non mi dovrebbe essere negata, né per sbaglio o per fortuna.

mercoledì 22 luglio 2015

L'aspetto più importante...

    L'aspetto più importante, in questa mia esistenza travagliata, è la scrittura che continuamente mi salva, giorno dopo giorno… notte, dopo notte, senza luce del giorno. Quando la tristezza cerca di possedermi il tempo necessario e fuggire altrove, allorquando non servo più… Non so se sarò mai capace di regalare "Emozioni" a qualcuno, ma io non smetto… non smetto, fosse l'ultima cosa che faccio. Scrivere è la mia passione. E' la mia sacca di libertà. E' l'unico momento in cui m...i sento veramente libera. Quando scrivo non mi faccio nessun tipo di scrupolo: non penso mai se posso o non posso dire una cosa che voglio dire. Ed è l'unico caso in cui mi comporto così. Mi diverto scrivendo, ma "divertirsi" è un concetto che non dà del tutto l'idea. L'atto di scrivere mi appassiona. Coinvolge tutto il mio intelletto, le mie emozioni e comprende tutto quello che so del mondo e di come funziona l'essere umano. Qui sopra, su questa piattaforma, amo scrivere… Non è mica come nella realtà, dove se parlo ad un uomo di scrittura… questi, mi guarda, quasi schifato, rispondendomi di rimando: "No, non mi piace scrivere. Odio perdere tempo in 'ste cose". E magari invece sto diventando una blogger o web writer (senza rendermene conto) che scrive e legge ogni giorno. A volte può sembrare una benedizione essere così, sapere con tanta certezza quello che voglio fare. Ma spesso è una sofferenza, perché sapere ciò che si vuole non è lo stesso che sapere come fare… ad ottenerlo. Come ho già potuto affermare in molte occasioni, scrivo perché non ci sono molte altre cose che sappia fare. E lo preferisco, sebbene possa sentirmi… talune volte confusa, forse… Arrabbiata, di sicuro. Per colpa di quell’essere masochista che porto dentro di me. O solamente... innamorata. E in questa congiuntura, quello che faccio sovente è scrivere. E al tempo stesso mi ritrovo a pensare: "Ma guarda quanto potere abbiamo noi donne, se riusciamo persino a far entrare nelle vene di un uomo innamorato di noi... l'amore per la scrittura".

sabato 18 luglio 2015

Vorrei farmi amare....(come tutti)

    Vorrei farmi amare di un amore ordinato... Che mi sveglia ogni mattina con un bacio. Eppoi di corsa immersi, reciprocamente, nella quotidianità delle nostre azioni... Una telefonata all'ora di pranzo. Il solito imprevisto che tarda a "buttare la pasta" come d'abitudine... La certezza che, tornando a casa, la sera, lo ritroverei insonnolito sulla sedia a dondolo, di fronte alla libreria, benché (questa volta) non abbia fatto neppure troppo tardi. Vorrei farmi amare di un amore... coraggioso, per cui ogni desiderio diventa, presto o tardi, un "Progetto" e non esiste ombra (che regga...) del timore di non farcela... di non essere adatti al futuro, che sarà... Vorrei farmi amare di un amore normale. E qui lo scrivo con tutta la mia irrequietezza tra le mani e tra la punta dei miei capelli... Di un amore che non si vergogna di essere simile (se non addirittura: uguale) a mille altri... amori. Che non deve per forza essere diverso per lasciare un segno, indelebile, dentro me stessa... E vorrei, in fine, meno lotte... nel letto di notte. Vorrei essere sfiorata più spesso e non frequentemente stravolta. Vorrei essere osservata per quella che non sono, ma che mi piacerebbe essere: raffinata, tenace, luminosa, solare... facile da tenersi accanto. Vorrei farmi amare di quell'amore che... mi fa sentire di potermi fermare, a prendere fiato... (e non sempre di quell'altro amore, quello che mi fa venire voglia di scappare... sparire, oppure semplicemente solo voglia di allontanarmi). "Fermarmi", quindi, per un amore che sappia tacere e cantare... che sappia fare più bene che male... Di un amore che, prima o poi, finirà come tutti gli amori, ma non potrei comunque fare a meno della sua complicità e di quella carezza della sera, che più avanti vorrebbe farmi da abbraccio. Vorrei essere fatta per un amore così: delicato e limpido. E che sappia farmi percepire emozioni vere... Piuttosto che quelle con le rughe, che mi afferrano e mi sorprendono da rubarmi il respiro... da soffocare le parole... da sentire il fremito e il pulsare del sangue che ribolle ad ogni piccola carezza... Ma come può il sole, alto in cielo, illuminare il fondale di un mare torbido e sudicio? Vorrei, ma... Frattanto penso. Vale anche cambiando in maschile? Vale anche quando un uomo ama di un amore così e... non se ne accorge, facilmente? Vale anche quando sono sufficienti tre settimane dopo tre anni in cui bastava un suo sorriso per cambiare la vita? Vale anche quando, alla fine, egli si sente rispondere che è un generoso ipocrita? Che stravolge qualsiasi parola pronunciata, dopo che si è lamentato delle parole non dette (ma che erano state dette, eccome...). Ed è vero, come può il sole, alto in cielo, illuminare il fondale di un mare torbido e sudicio?

giovedì 16 luglio 2015

Lui non l'ha detto ad alta voce...

      Ed è andata proprio così... Lui non l'ha detto ad alta voce, perché sapeva che a dirle, le cose belle - a me- poi c'è il rischio che non succedano. Fugace, quasi oltre il tempo decente. "E non ci vuol molto... a fargli passare la fantasia di dirmi le cose... Qualsiasi cosa, lui, mi dice.... devo sempre dire: No...". (Cit.) Non lo nego. L'errore l'ho anche commesso. Ed ora la mente ha concepito l'unica verità, senza eccezioni. Ora sono triste. Sta lì, in questo. Andare oltre s...arebbe sciocco e lontano dalla verità. Si tratta di tristezza, ecco tutto. Pur sapendo che, la genesi e la conseguenza risiedono, entrambe, in me, perché è così difficile dichiarare la tristezza? Sono triste. Mi sento sola. Sono arrabbiata. Sono felice. L’espressione dei sentimenti più veri e semplici, quelli che compongono ciò che sono: nel mio segno premonitore, sono proprio questi due corpi sottili, speciali, che concernano il rapporto emotivo con me stessa e con gli altri. E benché "mi senta triste" voglio lo stessa vivere le emozioni, tenendole in movimento. Con l'accezione che, se ho paura è lecito e buono, per me, ammettere di avere paura. Se sono triste ammetto di essere triste. Ecco. Ora sono triste. Ma, per spingermi ancora più in là (Io che mi proietto sempre troppo in là... con i pensieri), per non identificarmi eccessivamente con la tristezza, posso trasformare la frase: "Ora ho la tristezza". Usando il verbo "avere", anziché il verbo "essere"... Di conseguenza, adesso ho un sentimento e non sono quel sentimento. Così è più facile viverlo e poi lasciarlo andare.

       (F.to Ombretta Mora)


mercoledì 8 luglio 2015

Tutto passa finché "Tutto" funziona al meglio.

    I dolori li assorbo... le ferite si cicatrizzano. Tutto passa finché "Tutto" funziona al meglio. Qualche volta, però, va peggio: il dolore, con mio compiacimento, mi si attacca addosso come un parassita e prolifera... prolifera . In origine con certi insettini ci gioco... poi prendono il sopravvento. Sono diventati troppi. Cosa fanno? Mi mordono? E me ne sono accorta tardi, oramai mi stanno divorando da capo a piedi come gli alieni di un video gioco... Il game over è prossimo... Vedo brandelli della mia immagine sul display. Non c'è click che tenga... E' proprio "game over"... Non mi resta che resettare e ripartire da zero. Magari domani o tra un anno.
    P.S. Tutto passa? Almeno cosi pensavo... E se poi invece non passa? Ma no che passa, tutto passa. Dipende, però, come. Se mi passa, mi sorpassa o mi trapassa... (Cit.)
    giù.

giovedì 18 giugno 2015

Parsifal dei Pooh


    I Pooh vecchia maniera... Secondo la mia opinione, il miglior periodo fino a tutto il 1976, in cui non incidevano solo canzoni di facile presa, ma anche pezzi tipo questa "Parsifal" o "Il Tempo, una Donna, la Città", ove il testo, volutamente criptico e poco logico, descrive con maestria le note di un sogno... Per non dimenticare, poi, FANTASTIC FLY e l'oscuro pendolo agganciato al soffitto che incomincia ad oscillare, scandendo le colpe commesse da antenati lontani, in uno sceneggiato televisivo, trasmesso alla TV proprio alla fine degli anni '70.

mercoledì 17 giugno 2015

Io: da bambina....

    Da bambina chiesi a mio padre: "Ma come mai le stelle quando cadono poi non arrivano mai sulla terra?" E, ricordo che mi rispose... una cosa tanto ingarbugliata, quanto fantasiosa che suonava più o meno così: "Perché quei puntini luminosi sono troppo belli da guardare e sono timidi, così si vanno a nascondere in un luogo segreto. Un giorno però li troveremo, ci sdraieremo su di loro e guarderemo (finalmente) il mondo per intero". Ma... dopo poco, qualcosa non mi convinse... e... gli risposi: "Ah! pensavo fossero fatte di energia e che ad un certo punto si stancassero... di luccicare".
    Mio padre. Si ammutolì, senza più tentare un accenno di risposta, né uno sguardo più lungo di un incrocio. Ed è probabile che pensò... che non si può più essere romantici neppure con i bambini di sei anni. Ma l'infanzia mi ha fatto perdere l'incanto... Insieme alla magia, all'inspiegabile, alla favola... Che il romanticismo sia possibile quando si ignora o per Chi ignora?

NON chiedo aiuto. Si sa....

    Solo in questo modo sono maturata… con l'intima convinzione di non aver bisogno di nessuno. Non solo un pensiero razionale, ma l'inconscio convincimento che mi spinge, da sempre, a non voler mai chiedere aiuto... a non sentirne il bisogno. Unitamente all'orgoglioso archetipo di riuscire sempre a farcela con le mie stesse gambe... E ce l'ho sempre fatta da sola. Non ho mai chiesto aiuto neppure nel più burrascoso dei temporali, che si abbatte, sovente, su di me -come un masso ...trascinato nella caduta- ho corso fino al riparo più vicino e poi... ho corso ancora. Stanca... ma sola, forte e tenace. Questo mio atteggiamento, mi trascina, azione dopo azione, sulle montagne russe del desiderio spasmodico, dell’ansia di essere amata quando: so di amare… Ovvero, quando sento il suo arrivo, connesso da tutto il suo enorme amore, che è capace pure di insegnarmi la bellezza di condividere il male, la meraviglia di un pianto, quando so di avere qualcuno che mi sostiene la testa, traboccante di pensieri... l'enormità di aprirmi... e fidarmi sul serio, la gigantesca forza che dimostro nell'essere fragile, di tanto in tanto. All'opposto della medaglia, la voglia ancestrale di prestare attenzione ad altri… non mi è mai pesato. Anzi... lo trovavo qualcosa di spontaneo, normale, facile persino, appagante. Chiedere aiuto no. Mi costava e, mi costa tanto. Finché mi sono guardata "dentro"… e tutto questo amore, che neanche ho saputo inizialmente accettare, troppo, mi ha chiarito che, no... non sono fatta per ricevere tanto… Il pensiero mi fa sentire quasi in debito. Poiché al mondo c'è una miriade di persone che sono incapaci a dare... e poi ci sono quelli come me, che sanno dare, ma non sanno ricevere. Non ne sono proprio abituati.

Io... alla domanda: "Come stai"?

    Momenti improvvisi, automatici, ripetuti o stereotipati. I cosiddetti: "Stati d'animo" 




        Io... alla domanda: "Come stai"? Mi arrabbio. L'energia del mio corpo aumenta e si accentua... ed è più forte di me. In special modo, se a pormi questa domanda "bastarda", sono persone... a me parecchio vicine. E.. Come sto? Non si nota qualcosa di insolito in me? Occorre proprio "esprimerlo", a parole... Come sto? Nessuno è in grado di rendersene conto, da solo, di come mi sento io? Depressa. Impaurita. Stressata. Esaurita. Con... i nervi a fior di pelle... e le emozioni che... escono come fiumi in piena, attraverso i miei occhi. Lacrime. Improvvise... calde, disperate. Come è mai possibile chiedermi, come sto? E, non riuscire, poi, a rendersene conto... da soli? Ho le sensazioni del "The day after tomorrow...", quelle tipiche di una sbornia, stamani... che mi tolgono l'emozione di andare a sbattere, strepitare, vomitare e litigare... per giunta. Ma, questa violenza -apparente nei modi e nei termini- qualcosa a me, sta insegnando... E l'arrendersi è riferito al lasciarmi permeare, pervadere: non ci sono alternative di scampo... Mi arrenderò all'amore che provo... E mi arrendo a quello che ancora oggi, tale amore, mi esprime. Senza cercare di trovare altre strade, perché... Lui è lì (e, forse, mai si è spostato da lì...), lo leggerò, lasciando che mi susciti le sensazioni, che voglio ancora provare... Accoglierò queste sensazioni, prendendole in mano, chiedendo, loro, come si chiamano, e poi finalmente saprò... magari, in che cassetto metterle. Ma adesso sento di aver paura. Conscia che ogni mio desiderio tende a reintegrare una pienezza originaria. Ed è un processo che avviene solo per "contatto", ossia non posso ordinare al mio inconscio: "Adesso voglio accettare, di Lui, particolari cose", anche se... lo devo imparare. Facendomi spugna dagli altri, facendo passare lo stesso esempio dentro di Me... Lasciandomi permeare dalle sensazioni che suscita quel Suo atteggiamento... Oltre alla comprensione di quello che non ho ricevuto e, quindi, potuto imparare. E per quanto io mi sforzi, di... Capire. Volere. Ottenere. A differenza delle cose pratiche, i sentimenti li ho già dentro.

        (Dedicato ♥)


      Eh, è solo l'invenzione posta in un angolino, della (mia) testa!

        E c'è sempre un posticino nella mia testa in cui si annidano i pensieri magici... quelli improbabili. Le speranze silenziose, mai confessate. Di scarto meno importanti quale, non so, che mentre sono assorta a scrivere qualcosa... "solo per me stessa"... Qualcosa che ha urgenza di dare corpo a quelle parole che si affollano e si impongono, così prepotentemente... dando un senso a quello che io vivo e che percepisco da esse, permettendomi di ritrovare il filo perso, aggiungendo... un tassello al puzzle dei miei affetti... Per colmare un vuoto. Per farmi capire. Per non lasciare che il tempo cancelli i miei ricordi…. Anche quando urlano la collera o il dolore. Anche quando rileggendole mi deludono. Anche quando nessuno ha voglia di ascoltarle…o, quando non può più tacere una parte di me... (la più nascosta, parte di me), possa ancorché ricevere da quelle parole espresse qualche minuto di serenità. Eppoi, non so... innamorarmi, o sedermi qui a scrivere (senza potermi, solo, accontentare di "gettare" a casaccio le parole sulla carta. Perché la scrittura è anche tanto esigente. E allora non tollera gli strafalcioni, la fretta, la mancanza di cura…), o interrompere il mio flusso con scarabocchi improbabili, o magari tenermi dentro la contentezza e riversarla nelle parole di un blog ormai famoso... è solo un angolino... Eh, della testa!

      domenica 31 maggio 2015

      Odorarsi è riconoscersi, appartenersi, non perdersi tra la folla. Altrimenti: cos'altro?

      Che cos'è questa obliquità che, di continuo, sento? Che m'impone a stare immobile, mentre i miei sentimenti vengono ricoperti da un'insostenibile coltre d'indifferenza e superficialità. E deve avere a che fare con l'insolito piacere che provo nell'annusare qualcosa di veramente molto sporco, che a chiunque altro (quasi sicuramente) farebbe ribrezzo. Mi piace odorare i calzini, quando sono ancora sudici di sudore... o i capi di biancheria intima, appena levata di dosso, scoprendo, ogni volta, che, nonostante tutto, lì sotto... a quel cattivo odore, qualcosa è ancora intatto ed è ancora pronto a risplendere, come nuovo, dopo una necessaria (se non indispensabile) macchinata di bucato in lavatrice. E appena odoro, il cattivo odore della mia vita… (che ognuno definirebbe spregevolmente: "Puzza", senza batter ciglio), mi sento catapultare in un mondo di ricordi circa la mia infanzia… Quando, ossia, un giorno, da bambina, dissi alla mamma (intenta a rammendare un lenzuolo, liso dall'usura) …che, per me, papà… "puzzava, in modo acre". Ma questa mia "boutade" , che nascondeva un'osservazione (in un certo modo) arguta, in cui la spontaneità e l'immediatezza delle mie parole, l'aveva fatta da padrone, mi aveva segnato e fatto riflettere, senza che me ne accorgessi. In quanto, mia madre si alzò di scatto dalla sedia in cui era seduta e dopo avermi affibbiato un ceffone, mi disse: "Ricordatelo! Perché questa non è puzza. E' l'odore della fatica". Capii che non bisogna disprezzare o insultare chi emana un cattivo odore. A maggior ragione se la persona (a farlo) è Chi mi ha generato... o se di sudore, si tratta, che pur lavandosi, sia una persona che si rompe la schiena a lavorare e va anche maggiormente rispettato... Se di altro genere, invece, può darsi che ci siano problemi igienici, sociali, culturali, psicologici o semplicemente alimentari e costituzionali... E capii che esiste anche l'odore della povertà e quello dell'ignoranza e della ricchezza e dell'arroganza, della malvagità così come quello della felicità ... dell'amore fisico e della santità e tanti altri odori, cattivissimi e non... Ma soprattutto capii (con un colpo inferto al viso) che bisogna imparare a "fiutare" conoscere, comprendere, accettare... per sostituirli tutti con un "profumo" percettivo interiore che non sia ostile alla coscienza propria e altrui.