lunedì 31 agosto 2015

No More Tears (Enough Is Enough)


    Memorabile duetto tra la regina della musica sofisticata americana e la regina della disco europea... era quanto di più irreale e improbabile si potesse immaginare, a quell'epoca. Brano, presente all'interno dell'album Wet, presentato nella sua intera lunghezza (durata oltre 11 minuti). Per Chi ha orecchie fini... Io, conservo a casa l'originale comprato (ancora) con pochi spiccioli... di Lira italiana — fiera.

sabato 29 agosto 2015

Sei pronta a cosa?

    Accenno solo un sorriso davanti allo specchio che, tanto, ormai, lo so… Spesso, è dagli amori sbagliati che non guarisco mai. Ma ora cosa può succedere (di peggio) che non sia già successo? Ho pianto, parecchie lacrime. Sì. Tutte le lacrime, anche quelle che pensavo di non poter tirare fuori. E, adesso? Adesso, credo di essere pronta… A tutto, o quasi, di questo mondo. Ma a rinnamorarmi? No, che non ci penso. E nemmeno, prima o poi, ci penserò. Perché, se un amore sbagliato mi ha sgualcito il cuore, in un amore migliore, dovrei sperarci ancora? L'amore non è tutto ciò che mi salva nella vita... Ma forse... La speranza, a volte... Ecco, la speranza... lo fa di più.

Ricordi d'infanzia....

    L'amore che conosco è quello che ricordo con maggiore tenerezza... Io, ancora uno scricciolo (dalla forma rotonda e paffuta) se mi sentivo triste... avevo la certezza che mio padre tornasse a casa con un libro della biblioteca... magari, ricolmo di figure colorate.
    nostalgica.

In qualunque modo....

    In qualunque modo, io lo so. Mi è rimasta addosso, ancora ce l'ho nella mente, sotto i piedi e nei vestiti... la mia voglia pesante di uscire allo scoperto, buttarmi nella folla... farmi largo a spallate. Me li sento come cappotti, che sembrano essermi stati cuciti indosso, precisi, precisi, questi sentimenti che si sono dimenticati di nascere, distratti e assenti davanti alla persona degna. Degna di averlo al mio fianco, o appena, appena un passo dopo di me. E sopraggiungono... veloci durante i tramonti senza carezze... le notti con troppi pensieri e le sere con poche stelle ferme... in cielo. Sopraggiungono a sconvolgermi la solitudine, i momenti non stati... persi chissà in quale decisione razionale, che fatico persino a ricordare. Eppure ci sono. Essi sono lì. Perenni e puntuali, felini, davanti a me... che resto con l'animo mingherlino, guardarli prepotenti e spacconi. E non lo capisco ancora, se la vita si progetta insieme, se bisogna essere in due ed essere amanti per ferirsi con cautela. Se è tutta questione di solitudine, chissà, forse ce la farò un giorno a descrivermi... così piena di certezze. Eppure, se mi vede qualcuno camminare per strada lo nota... quanto sono ammaccata, pensierosa fino all'inverosimile, come se pensassi, ogni volta, a qualcosa che è andato storto... come se, in fin dei conti, da me, la vita abbia sempre preteso risposte, senza mai promettermi niente... E rispondo sempre, nei pochi occhi che mi hanno voluta... rispondo sempre come voglio. Ed obbedisco ai giorni che succedono e ai momenti che si scordano di accadere. Tuttavia sapendo che mi manca un pezzo.

    Intanto metto altri due puntini di sospensione, al punto fermo iniziale... Così. Nel vano tentativo di sperare di trovare l'ispirazione.

    (Dedicato ♥)

Amy Winehouse "Back To Black"

    Un'altra rockstar, in piena regola, morta drammaticamente a 27 anni... Voce nera e cavernosa dentro un corpicino bianco e potente, uccisa in casa da un'overdose di alcol ma... soprattutto dalla solitudine e dalla paura di vivere. Una ragazza sempre in bilico tra l'oscurità del suo male e la luce delle sue canzoni. Una morte però, non improvvisa... come capita spesso. Non sopportava il peso della vita e neanche il ruolo di una superstar. Soffocata dalla voglia di diventare grande e dal desiderio di restare nella sua stanza, sola, a scrivere musica con una birretta in mano. Senza dover per forza morire "affogata" nella Vodka...
    ascoltando musica.

martedì 25 agosto 2015

Furia omicida

    Se potessi descrivermi con una frase, una soltanto, questa sarebbe: "Sono un delitto d'impeto". In cui la razionalità... il prefigurarsi di un'azione... sono niente, al confronto di ciò che posso compiere, io, talvolta con le mie stesse mani e in poco tempo, senza neppure rifletterci sopra.


Dentro le parole....

Penso di non aver bisogno di belle parole, per sentirmi un po' su... in quanto, lo so...che rimangono solo "parole", sì, solo quelle... Eppure ogni volta che qualcuno me le dice devo tenermi quel momento... Devo custodirle come qualcosa di fondamentale, qualcosa che ripeterò nella mia mente ogni volta che mi sembrerà di cadere... E mi ripeto che so Chi sono e Chi vorrò essere, ma ancora non so come sono... Sono solo sicura di una cosa, riguardante la mia persona e, penso sia la cosa che più mi rende felice e che più (inconsapevolmente) mi tormenta: mi rialzerò di nuovo... per non restare più a terra... E mi dico... Quante cose mi dico? E ora sembra non avere senso niente, quelle parole dette per convinzione, per tenere duro, per sentirmi meglio, quelle, ripetute per provare a rialzarmi... Tutto sembra aver perso di valore, e mi sento completamente sola. La mente che diviene una sorta di lago chiaro e quieto sul quale sorgeranno qui e là bolle d'aria (i miei pensieri). Una bolla, la domanda: "Da dove viene?" ...e la bolla esplode. Un'altra bolla, la domanda e... anche questa bolla esplode. E così via con i pensieri che sorgeranno dopo. Ma senza neanche una parola di conforto, se non quelle che sputo fuori io, perché tenermi dentro questo, costa troppo dolore... troppo male, troppa tristezza. Forse questo pensiero deriva dalla mia coscienza, o dal mio "Io", o dalla mia memoria, o da un altro pensiero, o da una certa sensazione fisica che continuono a provare... Al pensiero appena sorto, quando ancora non ha invaso completamente il mio schermo mentale, nella sua situazione embrionale, pongo la domanda: "Da dove viene?" ...E così il pensiero stesso cade, facendo ritornare la mia consapevolezza al suo centro. L'animo mio si lacera, le viscere si strizzano e gli occhi bruciano... ma non piangono, rimangono immobili come il mio corpo e mi chiedo come sia possibile rimanere così intatti e fermi mentre tutto dentro mi sta crollando addosso. Come quando la bufera della mia mente stacca tutto dal suolo... senza lasciare neanche una traccia di quel muro eretto (con il tempo e con la pratica) per proteggermi da fruscii leggeri nello sguardo di pochi che percepiranno... o che nessuno percepirà. Mi chiedo come sia possibile tremare così tanto, avere l'anima che vibra così forte da sembrare quasi qualcosa a parte, che forse prima o poi si staccherà e vagherà da sola... se continua a muoversi così veloce. E mi chiedo pure, se qualcuno riuscirà a placare queste mie paure, questi miei dubbi che non si fermano mai, questa mia anima che non è mai in pace... Chissà se qualcuno riuscirà a tenere ancorati i miei pensieri, se qualcuno riuscirà a farmi sciogliere o... farmi vivere o farmi sentire solo un pochino meglio, un pochino migliore, perché ora sembra che niente ha più senso, neanch'io, neanch'io. Soprattutto io, che resto a sedere nella solita postura. Con gli occhi leggermente aperti, ma mai chiusi... intenta ad accorgermi della nascita di ogni singolo pensiero che (inconsapevolmente) si accavallano gli uni sugli altri, creando stratificazioni di pensieri su pensieri... I miei.

sabato 22 agosto 2015

Pensieri di fine Estate...

    Ci sono. Non mi sono dimenticata di postare i miei pensieri... Ci sono e non ci sono, tuttavia... Sto pensando a come sarà la chiusura di questo anno (ormai non più lontana). E ci saranno ancora mesi fatti di solitudine, per me, ma anche (spero) di qualche piccola soddisfazione, personale. Vado incontro all'ennesima, mia, perplessità... Per questa ragione sono distratta e un po' avvilita... Sto trascorrendo la fine di un'estate che è stata, per certi versi, dolce, ma anche...... molto spericolata. Nella quale, mi sono riposata poco, ma non per via dei pensieri. E qualche volta anche dormito profondamente... in un momento di rilassatezza... tutta meritata. Non lo so. In fondo sono stata anch'io bene. Un po' da sola, ma comunque resistente agli urti... Un po' con qualcuno accanto che sapesse intervenire, ogni qualvolta stavo per cadere, per tendermi una mano. Ma sempre incasinata sino alla punta dei miei capelli... Splendente di essere, come sono: una donna ancora piacente, malgrado l'avanzare dell'età, che ha di nuovo i capelli lunghi... come una ragazzetta... e vive aggrappata ancora alle sue solite paure ancestrali e con una vita che non assomiglia per niente a quella che si era immaginata... Ma va bene lo stesso. Va bene, per il semplice fatto che la vita è la mia, irriducibilmente mia.

lunedì 17 agosto 2015

    Che fatica sognare con i piedi per terra... Che fatica uscire da un sogno per rientrare nella realtà. A volte nei sogni mi ci posso perdere. Come sopra ad un treno: sono lì, seduta e subito il finestrino si trasforma in una specie di altro mondo. Penso, sogno, rimpiango, sorrido, immagino e... immagino ancora. Ed è la grandissima qualità di Chi riesce a sognare ad occhi aperti, ovunque si trovi. Allo stesso tempo è, però, la condanna di Chi sogna abbandonando completamente la propria realtà. O di Chi cade... e si fa male (e parecchio). E penso... che occorre avere una certa capacità per non rimanere incastrata in detti sogni, perché mica tutti possono stare tre metri sopra il cielo... Ma magari a cinque centimetri da terra. Un saltino ogni tanto?

    Un po' di Tiziano Ferro... Già... Circondato da scritte, testo e disegni, mentre canta con abiti diversi, occhiali da sole... (Ma di che marca sono?) E il costante meraviglioso... suo sorriso che lo contraddistingue. Stavolta sarò io a guardarlo...