sabato 31 dicembre 2016

 
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Ieri Venerdì 30 Dicembre 2016 ore 17:31
(Sono riuscita a condividere il mio primo post correlato da un bel pippone! !! 😁😁 Che bello. Anche lì ho trovato il pretesto per scrivere...)

Sono triste e forse ho anche un problema d'amore, senza saperlo, per questo sono dotata di due armi formidabili: lo smalto nero alle unghie e i miei pensieri.... come qualche cosa di modesto e arrogante allo stesso tempo. Il colore nero è pigro e facile, ma misterioso. Ma prima di tutto il nero comunica questo: "Io non infastidisco, quindi non infastiditemi". E il nero non è triste. Sono i colori vivaci quelli che mi deprimono. Sono così... vuoti. Scrivere per me è un pretesto per tirar fuori tutto il nero che mi porto dentro oggi. E come m'immaginerei la mia anima messa a nudo? In una brillante giacca gialla? Probabilmente no.


mercoledì 7 dicembre 2016

    Anche per oggi niente felicità, poca stabilità e ancora meno certezze. Quelle che ho, però, sono ben radicate. Mi sento di stare nuovamente in opulento silenzio, per un altro po'... Dentro di me è ancora buio. E dovrò imparare a regolare i miei occhi sull'oscurità, se vorrò riprendere a vedere e prendere nota dei particolari di una vita scarsamente vissuta...

    (Dedicato ai miei tormenti in terra...)


venerdì 25 novembre 2016

Ed ecco cosa la mia mente farraginosa ha saputo macchinare, in breve tempo. Oggi penso che Il dalmata sia uno dei cani meno addestrabili del mondo. Non perchè sia poco intelligente ma, perchè forse lo è anche troppo. Ed è assolutamente incapace di restare da solo... Trovo sia difficilissimo da istruire, anche perchè molto indipendente e testardo. Stanotte, non ho dormito per la pioggia... O chissà cos'altro? E mi sono messa a ricordare la scena peculiare de: "La carica dei 101" dove Pongo trascina il padrone (che è in sella alla sua bici) per tutto il parco facendolo precipitare addirittura nel laghetto sottostante...a seguito di una lunga corsa improvvisa. E non è a caso, eh ... Ma in questa immagine, il Dalmata, che io vedo, sembra essere un cane, in linea generale, educato bene. Sembra pure non dare alcun problema, dal momento che si sta godendo i raggi del sole accanto alle gambe, nude, del suo padrone, come un comune amico fedele. Credo proprio che per ottenere un simile comportamento (e senza che divenga difficoltoso), alla base, la sua famiglia ha cercato di essere quanto più presente nella vita dell'animale... In modo particolare nella fase della sua crescita, ove il cucciolo necessita di una guida e di un punto di riferimento, propri, come un bambino fa con la madre e padre, pertinenti. Ed è un periodo, quello, in cui occorre essere pazienti davanti alle innumerevoli marachelle da cucciolo ma, allo stesso tempo, occorre esigere rispetto e dare regole... Essere anche severi, ma non aggressivi. In una parola: "Assertivi".

(Dedicato alle mie "paure" che ritornano con le loro "insicurezze". E restano con le mie "insicurezze" e mi aspettano con le loro "paure". Poi, loro spariscono. E io resto. Senza mai trovarmi. Mai incontrami. Forse perchè mi danno appuntamento alla stessa ora, ma in luoghi differenti. O forse perchè troppo "uguali" nelle mie "stranezze". Nelle mie "insicurezze". Nelle mie "paure".)


venerdì 18 novembre 2016

Sembro pacata, tranquilla, in questo periodo, invece... non mi va bene niente. I miei occhi sembrano leggere i miei più intimi bisogni e mi vedo costretta ad abbassare lo sguardo, profondamente scossa ed avvilita. Senza che io necessiti di parlare. Mi ripeto i miei difetti a memoria come se fossero una di quelle filastrocche imparate da bambina, sui banchi di scuola... Li tengo stretti, tutti. Ad uno, ad uno... perché non si sa mai quando (e se...) potrebbero tornarmi utili. ...Per chiedere scusa a Chi? Se poi si continua a ripetersi... Patti chiari e "Frequentazioni" (Cit.) brevi. Qualche parola sprecata come cibo avanzato. Sputate in terra per imprecare contro la mia ricerca di perdono, di assoluzione. Solo con te non c'era digiuno. C'era una lingua privata... ora privata di suono. Beh, più o meno... Così stanno le cose. Io ti ho scritto stando sempre all'argomento...Cioè all'etica! E Tu che mi parlavi, chiamando mela una pera, che importa? Non dovevo perdere tempo in simili quisquilie. Anche l'etica può chiamare mela una pera, perchè quel che l'occupa, infinitamente, essa riesce a dirlo egualmente. Ma Tu che non sei un etico, non riuscivi forse a frenarti... E dovevi in ogni modo, "en passant", dire qualcosa su questo sbaglio della mela e della pera, perchè sei vanitoso del Tuo sapere. Ma non perchè sei un etico. Ergo? Scoprirsi vanitosi, ma che importa? Che male c'è? Anch'io lo sono. Mi piacciono i miei capelli. E' una colpa? E' una colpa aver creduto in Noi e dato fiducia, eppoi... Puff! Più niente?

(Dedicato ♥)

 
Mummificazione...quali dinamiche?

(da Ermanno Finzi)

La mummificazione è un particolare tipo di trasformazione conseguente alla perdita di liquidi a livello dei tessuti cadaverici e relativo conseguente essiccamento. Il cadavere, quindi, perde gradualmente peso fino a divenire progressivamente più leggero, la cute appare diffusamente secca e anelastica, di colorito giallo-brunastro e di consistenza pergamenacea e i tessuti molli appaiono come raggrinziti e aderenti alle ossa sottostanti. Essa si realizza soprattutto allorquando il cadavere si trovi in ambienti caldi, asciutti e ventilati. Di norma la mummificazione totale avviene nell'arco di 6-12 mesi. Così custodito il corpo presenterà un'ottima conservazione dei tessuti molli cadaverici: in particolare, a livello dei polpastrelli con un disegno papillare delle impronte digitali che è solitamente perfettamente conservato. Risulterà così possibile, assumere quindi, fino a riconoscerle, le impronte del cadavere, mediante un trattamento chimico-fisico delle dita delle mani. Aspetto, quest'ultimo, notoriamente di fondamentale importanza che impegna la patologia forense ai fini identificativi. Ma anche in un successivo momento, a precisare il giudizio di epoca di morte.

sabato 12 novembre 2016



Ironico, intelligente, curioso, anticonvenzionale, Munari ci ha lasciato un bagaglio immenso di opere grafiche, d’arte, di design, come le "Forchette parlanti"...Insomma un linguaggio che fa seriamente riflettere, anche grazie ad alcune frasi riportate lungo il percorso delle sue opere. Frasi, come sempre, semplici, ma toccanti, come quella che ho rubato per il titolo a questo reciclo di foto, che fa sorridere, ma che contiene un’assoluta verità...

venerdì 11 novembre 2016

E... stamane, rovistando tra gli scaffali del mio Studio, mi sono resa conto di quanto anch'io, anni fa avessi anticipato i tempi, pur non immaginandomi l'attuale esito governativo che avrebbe avuto la nostra amica America...
"Think big and kick ass in business and life" che, in realtà, significa: "Pensa in grande e [dai, sott'inteso] calci in culo negli affari e nella vita". E' stato poi modificato dall'editore italiano, in una traduzione, politicamente corretta, dal titolo : "Pensa in grande e manda tutti al diavolo". Ed è tuttora un libro mitico. Scritto da un uomo vero, concreto, sanguigno. Un uomo che ha avuto non poche difficoltà, sia in amore che negli affari, ma si è sempre rialzato dopo aver mangiato polvere (e dopo averla fatta mangiare a non poche persone), senza mai scoraggiarsi. Un uomo che, ancora oggi, dice quello che pensa, senza peli sulla lingua. Ed ora la sua carica di Presidente degli Stati Uniti d'America è diventata un incubo per quella fetta di italo-americani, che non lo ha voluto votare. Ma perché Donald Trump sta avendo tutto questo successo? Insomma, è uno di quei tipi da quelli -come-te-me-li- mangio-a-colazione- Non so se mi spiego. Ma mi rendo conto che mentre lo scrivo i miei pensieri corrono veloci. Non più di ventiquattro anni orsono... ricordo circa la bancarotta di un famoso immobiliarista americano. Per poi rivederlo sulla cresta, probabilmente meglio di allora, dal momento che si è da poco accaparrato la sedia presidenziale con il consenso di quasi tutti gli americani. Ciò nonostante non condivido tutto quello che dice, né tutte le sue "strategie" di azione, ma indubbiamente, è una persona dalla quale c'è molto da imparare, tralasciando però quegli aspetti di cinismo e di egoismo che sicuramente possono emergere da personalitá cosí forti, salde e, soprattutto carismatiche. Purtroppo ahimé sembra che nella foga dell'entusiamo di assomigliare ad un personaggio degno di nota abbiamo dimenticato un "Particolare". L'aiuto del cosiddetto fattore "Tempo", che è molto importante. Vorremo tutto e, in fretta, senza prenderci il tempo di far crescere le nostre idee... in attività produttive. Questo succede sopratutto quando ci si concentra solo sulla meta e si dimentica che la cosa più importante non è il punto d'arrivo, ma tutto il percorso che si fa per arrivare. Nel libro, in esame, Trump ha sostituito il "pensiero positivo" con l'espressione: "Pensa in Grande". Opinione che trovo calzante per le persone che vogliono avere successo, a cui ha chiaramente detto che devono spalare tanta m….. se vogliono diventare il numero "uno"... abituandosi (in ogni modo) ad essere "soli", una volta trovatisi là... raggiunta la cima della meta prefissata... e pronti a difendersi da tutti coloro che vogliono prendere il loro posto. Scrivendo di quest'uomo, ricchissimo, classico americano "che si è fatto da sé" ... Proprietario anche di ristoranti, ove persino le bistecche portano il suo nome! Mi è tornato in mente una frase del mio cartone animato preferito: Spiderman (l'Uomo Ragno) che vedevo da ragazzina...
"Un grande potere comporta grandi responsabilità!"  Non ho alcun dubbio.

Sto incominciando a stancarmi di leggere "La verità" ogni mattina. E' un giornale diventato troppo polemico. Quasi, quasi alle prossime elezioni voterò "SI"... (andando contro il Cavaliere per la prima volta in ventidue anni...), poi Renzi mi è simpatico! Sta facendo di tutto per toglierci dalla situazione di stasi creatasi dall'Unione Europea, di cui non se ne può più... E inoltre non voglio restare con quelli che continuano a parlare male del "Rottamatore", solo perché è antipatico (e dunque bisogna votare: "NO").

mercoledì 2 novembre 2016

E mentre quattro giorni fa... attendevo impaziente il ritorno di Ulderico, da una delle sue ormai solite (quanto mai necessarie) trasferte in Emilia Romagna,  mi sono messa a pensare... ai momenti in cui mi dimentico Chi sono... Un po' perché ho da fare, in qualche Cancelleria del Tribunale, o da lavorare in Studio, in pratiche più o meno interessanti, ma che, se anche non mi scuotono uno stimolo continuo e un sostegno morale ai miei attuali pensieri, vanno ugualmente seguite con attenzione e serietà… Un po' perché mi fa anche comodo in questo modo, perdermi e nascondermi, tra faldoni e... carta, quasi tutta inutile, a voler ben pensare... Sfuggo così al mio riflesso e mi convinco di essere diversa... Trascorro il mio tempo a condannarmi per i miei molteplici errori, per scoprire poi che mi manco, forse, più di prima... E mentre mancava pochissimo a rincontrarmi con il mio cagnone, ho pensato... che sì, "da sola, in questi giorni, me la sono cavata alla perfezione", sebbene quando poi l'ho incontrato, che da sotto il tavolino di un bar mi stava già lanciato una marea di occhiate, quasi a invitarmi a guardarlo, mentre parlavo al suo Dottore, davvero mi sono avveduta che (finalmente) era lì con me, dopo parecchio tempo. Ma invece di vivere quel momento con "gioia". Avere rincontrato Ulderico, ancora più cambiato. Ma, in meglio! Mi ha fatto ricordare che il mio cane non mi conosce a malapena… Perciò lo sa. Lo sa come sono. Come le mie scelte mi hanno fatto diventare. Lo sa. Certo che lo sa. E mentre con il muso birichino cercava di carpire una mia carezza, mi sono lasciata andare, guardandolo, dritto, negli occhi. Ed è successo che ho pianto ancora di più. Anche se non c'entrava un cazzo, farlo… Me ne sono resa conto. Ma intanto è successo. Come succede che, in questo periodo autunnale, camminando, non resisto e accarezzo le foglie. Quasi fossi alla ricerca di quelle persone che vedono un pochino di bello ovunque e se mi stanno vicino sono poi capaci di donarmi il loro potere, nonché il tempo necessario per riprendere fiato. Volevo scrivere di quando tornata a casa con il mio cagnone, ho pensato: "Posso fare tutto, o almeno, farò tutto quello che posso". Tutto quanto. Ma non ho mai pensato che in un pomeriggio mi potesse cambiare il mondo, dentro… e invece succede anche questo. E sta bene. Il mondo forse no (posso pure aver esagerato). Ma, chissà? Quel bacio in fronte, rifiutato con orgoglio, dei nuovi amici, un progetto nella mente, mai andato via da lì… Tornare, finalmente a capire?

(Dedicato al dott. Verre e a Monica, attenta osservatrice dei miei stati d'animo)

giovedì 27 ottobre 2016

    Sono silenziosa, ma ci sono. Mi cerco, ma non so come fare a trovarmi. E forse è proprio perché neanche riesco ad ammettere che non mi impegno nemmeno un po', per guardarmi dentro, che mi fa paura scoprire cosa a volte provo davvero... E' che non riesco più a spendere del tempo solo per me e le mie sensazioni, le cose a cui sto attenta e con le quali convivo ogni giorno. Mi piacerebbe, ma a volte sento che non avrei la forza per buttare tutto fuori. Che costa fatica più di pr...ima scrivere e anche se le cose su cui farlo ci sarebbero eccome, metterle insieme è diventato più complicato e meno naturale... O forse non è neanche poi tanto difficile, ma scriverei in modo così diretto che neanche mi riconoscerei. Che forse mi manca il coraggio per cambiare modo di scrivere e per cambiare un po' anche quella che sono io, attualmente. Mi sento diversa e insicura, almeno un pochino. Anche se la mia voce trema meno quando parlo a Dio di Lui... con un residuo di pudore e riservatezza che emergono dal profondo inconscio... Tuttavia neanche mi riconosco, se vengo fuori, da questo dialogo a due, troppo spavalda. Ho sempre detto di odiare Chi non si mostra fragile e bisognoso di carezze, quando serve... Ma forse ora sono io a non mostrarmi così, quasi mai. E non è per orgoglio... Magari per paura di chiedere qualcosa che, in realtà, non si chiede, ma si dovrebbe, piuttosto, solo ricevere. Ossia, non so se si "dovrebbe"... eppure io la vorrei tanto da Lui un po' di spinta per farmi rappacificare, senza sfinimenti. E che qualcuno mi rassicuri e non sminuisca le mie ansie anche quando sono assurdamente stupide e grandi...

    (Dedicato ♥)






    Mamma mia quanto ero giovane!! E già la canticchiavo sottovoce... anche per quelle parole così forti da intimorirmi, ma emozionarmi sempre più... Cosa ne penso, oggi? Penso che quelle di Tozzi siano canzoni meravigliose, che fanno ormai parte della storia della musica Pop italiana e rievocano, senza dubbio, un arco della mia vita che mai ho dimenticato... e dimenticherò. E in un'ipotetica analisi attenta ed accurata di ciò che le mie orecchie stanno udendo, mi esprimerei scrivendo che sono canzoni d'amore che esaltano l'unicità ed essenzialità della donna e della sua presenza. Adatti a Chi ama ancora con sincerità la scelta fatta per la vita. Sapendo pure che la vita è fatta di scelte... e ad ogni scelta la sua conseguenza.


    La pulizia lampo, del murale di Pallotta, si poteva (e doveva) evitare. Ed è stato un vero peccato aver permesso che un netturbino di turno operasse la sua cancellazione con uno spruzzo d'acqua. In una città dove nessun muro è mai stato risparmiato da graffiti, davvero meno artistici, ma che rimangono immortalati quasi "senza tempo" a ricordare, ad ognuno che li guarda, forse, Chi siamo davvero… Così come i cassonetti strapieni, l'incuria nei monumenti e le perenne buche nel...le strade, per mancanza di sanpietrini. Roma, a mio avviso, assomiglia sempre più ad una città senza speranza. Manco i disegni improvvisati sui muri possono essere riconosciuti nella loro integrale bellezza di tratto, ma anche di significato, perché neppure il segno di tris personalissimo del Papa, ovviamente quello della Pace, non è stato compreso. E intanto all'Edicola Fiore qualcuno ha detto pure che non è stata opera dei vigili antidegrado del Comune di Roma, ma... addirittura del Vaticano!? Perché proprio di "decoro urbano" si è trattato. Una giustificazione che nella Capitale fa davvero sorridere, o forse più arrabbiare. Dal momento che di sorprese piacevoli, ne succedono davvero poche in questa Italia sgangherata e riempirsi gli occhi di arte e bellezza poteva essere davvero un buon motivo per sorridere serenamente. E invece… Puff… il sorriso è rimasto sospeso a mezz'aria, cancellato da una rigida, quanto incomprensibile, burocrazia urbana volta a ferirci ancora un altro po'… Gratuitamente.

    "Siamo stati vittima della solita menzogna pubblicitaria". Non mi resta che pensare, a questo punto della faccenda. Quando è uscito il primo numero de: "La Verità", quotidiano indipendente, diretto da Belpietro, poco meno di un mese fa'... sembrava ci fossero tutte le migliori intenzioni per distribuirne copie a sufficienza anche il Lunedì mattina. Invece... giovedì scorso il mio giornalaio di fiducia mi conferma che il giornale: "Al Lunedì non c'è, perché non lavorano come i... parrucchieri". Che sarà pure stata una risposta semplicistica, a problemi complessi, ma non, per questo, da sottovalutare. E sul solito treno che mi portava in Corte... quel giorno non ho potuto fare a meno di notare l'articolo propagandistico escogitato che esponeva a grandi lettere il disagio purtroppo già sentito dagli addetti ai lavori. E la motivazione mi è apparsa subito chiara... Dal momento che avranno dovuto applicare il contratto dei giornalisti per quanto concerne il Lunedì (che poi è la Domenica: giorno festivo. In cui il lavoro retribuito ha delle maggiorazioni in più, rispetto a quello eseguito nei giorni feriali) e avendo fatto i loro esperimenti di vendita copie, si sono resi conto rapidamente che non ci stavano dentro con i costi...

    Non mi occorre un "Pusher" che spinge a promuovere la mia scrittura per farla conoscere a più persone. Non capisco questo genere di spiritosaggine... forse anche perchè, non sono propensa all'umorismo, se scrivo. E lo faccio senza secondi fini, perché la gente che mi vuole leggere non deve pendere dalle mie labbra come un filo di bava. Io se ho un pensiero lo esprimo in libertà ad ogni ora del giorno e della notte, argomentandolo con educazione, ma non ho una missione, non voglio catechizzare nessuno con le mie idee... Queste droghe per giunta non mi appartengo. L'hashish è degli indiani. La marijuana è Jamaicana, non viene dal più infimo pusher della periferia di Milano. Sono figlia delle droghe leggere, questo è vero, dell'amore libero e della grande rivoluzione sessuale. E il periodo di quella mia infanzia, non è stato solo soffocato, è stato inglobato, che è pure peggio… Non faccio moralismi, io non insegno alla gente come vivere. Mi piace essere chiara in ogni situazione. Scrivo la mia, breve o lunga che sia, in un mondo virtuale che forse è già diventato la mia nuova droga del terzo millennio, senza accorgermene nemmeno.


    (Dedicato a me. Alle mie risposte di permalosità. Sparate a casaccio un po' ovunque, per questo… Alla mia paura costante di non essere apprezzata. Un'occhiata allo specchio conferma le mie ipotesi peggiori. Mi vedo esattamente per come mi sento: una schifezza. Ed è sufficiente che un mio comportamento sia considerato in modo non positivo per offendere qualunque persona mi circoli intorno, ferendola nel profondo. Il bisogno che provo, infatti, è quello di un'accettazione totale della mia condotta, in assenza della quale… rischia di venire alla luce l'estremo senso di fragilità che mina la sicurezza interna del mio essere permalosa).

    Mi piace l'analisi delle cose. Non è vero che toglie la curiosità di immaginare quello che non si conosce, come afferma mia sorella. Non so spiegarmene il motivo, ma spesso mi ritrovo così affascinata, che della scorza non mi importa, l'esterno è solo colore che prima o poi sfuma. Vado in profondità, mi immergo di metri per saperne di più con quest'idea che "sapere" significhi (anche) "apprezzare". E nel dubbio mi domando, chissà se mai capirò quali ingranaggi dell'anima mi s...muovono dentro, se mai davvero capiró come sono fatta? Prima di ora, non ci avevo mai pensato all'associazione: "Sapere = Apprezzamento...". Sebbene solo quando m' "immergo" nelle cose posso coglierne l'essenza fino in fondo. E' così rischioso, tuttavia... E se poi più m'immergo, più mi perdo? A volte allontanarmi troppo dalla superficie mi fa perdere la cognizione di me stessa, o meglio, di quelle come me che in superficie, paradossalmente, si sentono mancare l'aria. Ma forse, posso anche perdermi... Ed è vero. E magari rimanere a galla mi saprebbe mantenere incolume. Ma mi piace pensare che solo immergendomi posso scoprire i coralli. Senza dimenticare che stando a galla scopro tempeste e mare mosso, mentre in profondità regna la quiete sempre. Penso che andando in profondità e sapendo(mi) conoscere, niente potrà più scalfirmi.

Questa notte sono rientrata alle 2.30 a casa e non sono più riuscita a prendere sonno. Non c'era più il mio cane, Ulderico, ancora sveglio nel soggiorno ad aspettarmi. Così, mi sono ritornati in mente i suoi occhi marroni, che guardavo per ore durante il mio, seppur limitato, tempo libero… Ed ora mi sento piena di tenerezza, ma allo stesso tempo sono pervasa dalla nostalgia per quella che ero, fino a qualche mese fa, così piena, così al centro di ogni più piccolo avvenimento che per fortuna o per disgrazia mi ritrovavo a vivere. Di sera, in quel periodo, quando mi rimettevo a pensare, nella penombra del mio Studio, senza il fastidio di nessuno, finalmente potendo rimanere da sola… tiravo un sospiro di sollievo a quel mondo che mi affaticava in una maniera tutta particolare: ogni sguardo mi toglieva energia, ogni frase che non fosse corredata da un sorriso finale… mi faceva scoppiare dei mal di testa insopportabili. Con quei miei capelli assurdi… troppo piatti, senza forma, tanto da credere che nessuno volesse mai parlare con me per colpa loro. Quando non sapevo cosa fare odiavo me stessa e odiarsi richiede un sacco di forze. Quando arrivava l'ora di andare a dormire ritornavo a scrivere, come se niente fosse, lasciando che le parole mi raggiungessero, sicura di non sentire alcun male. Tanto tempo fa credevo ancora al destino. Lasciavo che i miei pensieri mi parlassero. Tenevo quelle frasi molto al sicuro… volevo che i loro suoni mi cullassero. Volevo piangere. Piangere era il mio modo di riposarmi. A ricordarmi adesso, sempre più immobile e indistinta, con quel senso di immobilità che me lo sentivo come piombo in fondo all'anima, come un peso così intollerabile, così magra e spigolosa, così sola, senza arte né parte, così confusa e devastata da cosine talmente piccine che adesso mi farebbero sorridere, non so che cosa provo. Un po' mi manco. Ora, di sera, non m'addormento più, come da ragazzina... E un po' non mi sopporto. Cosa mi sarebbe costato chiedere un abbraccio a mio padre, quando ancora era in vita? Del resto… avevo solo bisogno di sentirmi dire: "Ce la farai". Anche se pronunciata con la migliore delle intenzioni. Sa di congedo. La mia mente la traduce, oggi, nel seguente modo: "Da questo momento sei sola". E fa scattare un conto alla rovescia che ad ogni rintocco mi ripete scanditamente: "Potresti essere una potenziale delusione... Potresti essere una potenziale delusione…".Sì, ce la farò. Probabilmente è vero. Di sicuro lui non mi avrebbe negato la speranza. Ma, dopotutto, non ho bisogno di farcela sempre. A volte ho solo bisogno di avere la possibilità di non farcela. Chi ha scelto di amarmi non dovrebbe mai dire: "Ce la farai". Dovrebbe semplicemente sussurrare: "Comunque vada, io ci sarò". Perché: "Ce la farai" è una frase pessima. Non so dove sia adesso quella ragazzina. Certe volte, penso che sia cresciuta con i suoi limiti, ma quando provo a superarli e le cose tornano a girare per il verso giusto, credo sia ancora con me. Altre volte, quando prendo il treno che mi porta in Corte d'Appello o in qualche Cancelleria lontana e le persone mi sembrano tutte uguali, tutte grigie e stanche, credo di aver perso quella parte di me, così giovane e spontanea. In ogni caso, non si sa come, penso di avercela fatta a mantenermi come sono: inarrivabile.


(Dedicato a me... A quei dialoghi intimi che avvio con me stessa, senza doverli programmare o inscenare. Senza essere innaturale, insomma... Certe incertezze devono trovare la loro strada, senza intromissioni).

martedì 18 ottobre 2016

    Talvolta ho la sensazione che Lui abbia avuto il potere di cambiarmi... Per sempre? [...] E' una domanda alla quale fatico ancora a trovare una risposta sperando che mi escano parole forti, parole migliori di uno scontato: "No!" Ma il fatto è che non lo so, se sia per sempre... Io penso che il tempo sappia ricucire ferite: ma il tempo mio non è il tempo Suo e quando a me bastano tre, o anche cinque mesi, magari a Lui serviva solo un po' più di "leggerezza" da parte mia, che è... mancata... un po' meno "sorveglianza" e così facendo avremmo evitato in tanti... inutili casini. E non è affatto una questione di amare di più o di meno, di amore più vero o meno vero: non di piatti di bilancia si tratta. Semplicemente, trovo che il corso della vita saprà distendere gli animi, alla fine... saprà riempirmi attraverso altre strade. Magari attraverso altri uomini, magari attraverso nuovi interessi o nuove canzoni che passano alla radio e per le quali esclamo stupita: "Parla di me!" E se è destino... sopravviverò come fosse un tacito accordo, non scritto, come se mantenere le cose irrisolte e a mezz'aria le rendesse più facili da gestire, meno gravose e gravi, senza però mai dimenticare quello che è stato... convincermi che andrà tutto bene, ma con questo pensiero fisso di non sapere come sarebbero andate le cose se [...]. Io spero che il futuro prossimo srotoli e allenti matasse di filo e che presto accada qualcosa che, prima o poi, ci faccia riavvicinare. E riguardarmi indietro con attenzione, diligenza o con intensità, significa accarezzare l'Ombra che è rimasta lì... immobile e indistinta credendo, fino all'ultimo, alle parole che gli scriveva..... come fossero lampi di luce.

    (Dedicato ♥)
    Il mio Ulde … è fatto cosi! Non vorrebbe cambiare, ma farlo gli è necessario. Non vorrebbe smettere, non adesso, non ancora... Sicuramente, non sono io la sua colpa… Io che non ho mai avuto niente e allora non so come ci si prende cura di qualcosa. Vado e vengo, durante il giorno… Vado, soprattutto, quando vorrei "restare". Me ne vado da quei luoghi in cui mi sono sentita quasi felice, perché "quasi felice" è peggio di triste… E tutto questo, secondo il mio modestissimo parer...e. Poi, però... succede che ritorno sempre, come ieri che l'ho portato fuori magari anche troppe volte… Sebbene per un cane il "troppo" non è mai abbastanza… E vedere gli innumerevoli sbagli, che ancora commento dopo tutto questo tempo trascorso a credere di avergli insegnato qualcosa… mi fa mancare "tutto". Fortuna poi che davanti al mio cane posso piangere in santa pace. Non è mica così scontato poterlo fare, se ci penso… Tutto quello che potrebbe rendermi migliore finisce per farmi a pezzi e ogni pezzo di me ha paura di qualcosa, desidera qualcos'altro, non sa giocare, ma vorrebbe farlo. Mi avevano detto che verso i tre anni sarebbe diventato un altro animale, più calmo… meno rabbioso, più felice… E invece lui, è sempre "Lui". Io, sempre "Io", solo con un po' meno pazienza di prima… Vorrei scrivere, scrivere del mio cagnone, a pois, di me, di quanto è cambiato, passando attraverso le mani di un nuovo veterinario, che mi ha dimostrato, in pochissimo tempo, di saperci davvero fare con i suoi amici a quattro zampe, scrivere di Lui, del suo operato, di quello che ancora non so. Ecco. Vorrei ringraziarlo... Ma scriverlo qui, pubblicamente, non è mai abbastanza. E non lo scrivo, perché "Così, si dice, perché lo dicono tutti quelli che lo hanno incontrato sul loro cammino", ma ho vissuto abbastanza da sapere che non importa ciò che ho dovuto passare in questi anni, perché tanto la soluzione a molti problemi, nostri, di famiglia, è vicina… quasi, inevitabile.

    (Dedicato al dott. Verre)

venerdì 30 settembre 2016

    Oggi "penso" ergo... BOOM !! A Chi volesse ugualmente avvicinarsi a me, senza che venga richiamato da un impegno urgente, nonostante io abbia abbassato la saracinesca, in evidente stato di... isolamento, rispondo che vorrei essere lasciata in pace, un po' tranquilla insomma, perché propriamente sono soltanto un essere umano simile a Voi... Scusate se è poco.


martedì 20 settembre 2016

"Voglio La Verità!" Ho esclamato stamattina al giornalaio, che sconcertato mi ha guardato con sguardo interrogativo, domandandosi: "Cosa vuole, questa?" o.O "La Verità" : nuovo giornale "centro-destra" (e non si può essere liberali, se non si è "Liberi"), desiderato e voluto da Maurizio Belpietro... E aveva ragione Giampaolo Pansa quando ha scritto che ha un bel coraggio a ideare un (nuovo) quotidiano, adesso, quando ha collaborato e fondato "Libero" e "Il Giornale" con soddisfacenti tirature e incassi... Poi, non lo nascondo che ho persino comprato "Libero", pensando di poter leggere il viatico di Vittorio Feltri per il nuovo giornale fondato dal Collega, dimenticando magari, le ultime baruffe insorte fra loro... Ma nulla di fatto. Evidentemente la Redazione si è ben guardata... Lo avrà ritenuto un gesto autolesionistico.

sabato 10 settembre 2016

    Ho paura. Anzi... sono terrorizzata. Mi spaventa non avere più il coraggio di scrivere... Mi spaventa: "Avere paura". Sentire questa sensazione insita dentro di me... che mi circonda. La sento dappertutto... e non posso sfuggirvi. Sebbene, forse mi sto lasciando condizionare troppo da essa. Paura di diventare "fredda" per le troppe delusioni... Paura di fallire, la ricerca del senso della propria vita, di non approdare a nulla, equivale a "paura di non essere", non di "essere... inferiore": per questo, non la depressione, ma l'idea di non essere più riaccolta... diventa la mia compagna. Paura di non esserci più o di rimanere. "Paura" della paura. Forse solo con il rischio di tornare a scrivere, potrò tornare a sconfiggerla, ma non è semplice. Ho paura dell'altezza... degli spazi aperti. Ho paura del mio (forse, lungo) silenzio protratto, della mia presunzione... dei miei sguardi assenti, mentre vorrei urlare e intanto muoio dentro. Mi terrorizza ogni subdola forma di controllo. Ho paura di Chi non chiede spesso "scusa" e si ritorce contro, restando a "vivere" nel virtuale, perché un click è risolutivo, senza decidere di chiarirsi i problemi... insieme a me. "Lui così vuole vivere senza rogne e grattacapi" (Cit.) … E a me, che resta? La paura di Chi non piange mai … di Chi "alleggerisce" sempre tutto per evitare che la sofferenza lo possa investire … in pieno. Ho paura di non saper recuperare più … le persone a cui voglio bene, ma anche di non essere con loro quando torneranno ad aver bisogno di me. Mi spaventa perdere tempo, smettere di amare... smettere di vedere "quello", perché non piace a nessuno e piace soltanto a me, da quando un altrove profumato di viole, mi ha trapassato le narici olfattive, proiettandomi in una fase di innamoramento che mi provoca una varietà di sentimenti, a volte incontrollabili, dove il sangue non esiste e le promesse si mantengono … e dove dimenticarmi è impossibile. Ho paura di tutto, ma più che altro ho paura di me stessa, di questi pensieri sparsi che non riesco ancora a raggruppare … cercando di fare ordine, nel mio disordine. E ultimamente mi sto domandando spesso: "Cosa mi succederà, se prolungo il mio silenzio, soprattutto quando vorrei davvero scrivere, ma ne ho paura?"… Potrei morire? Spegnermi con quelle parole mai scritte? O persino "cambiare"? Mah … Ho paura sì, "Ma non posso andare avanti a stare male, il dubbio uccide" (Cit.). Adesso, lo so.


    (Dedicato a me... alle mie insistenze, ai miei stati di paura che per il 50% -e non sono pochi- formano la mia coscienza, quella, che non è in pace... perché sa che ancora non ha fatto tutto il possibile per spuntarla)

venerdì 9 settembre 2016

    Dopo la notifica di un Decreto Penale di condanna, emesso da un G.I.P. (Giudice per le Indagini Preliminari) preposto dal Tribunale, nei confronti di un malcapitato sorpreso alla guida in stato di ebbrezza è possibile formulare istanza di sospensione del procedimento de quo con messa alla prova dell'imputato e, nel qual caso la sospensione del procedimento verrà accolta dal Giudice, la persona a cui gli è stato attribuito il reato in base al suo comportamento illecito, viene ...affidata all'U.E.P.E. (Ufficio di Esecuzione Penale Esterna) per lo svolgimento di un programma di trattamento, meglio noto come: "Lavoro di Pubblica Utilità". Ebbene... ieri mattina, ho potuto appurare di persona, che gli assistenti sociali dei Comuni di residenza (ma anche di zone limitrofe) di queste persone che sono state colte in flagranza di reato e sono state perciò private della patente di guida, quindi impossibilitate a muoversi autonomamente, non hanno a disposizione per i loro conterranei nessuna elaborazione del programma per messa alla prova, né una convenzione con qualche Ente o Tribunale e quindi non possono instaurare nessun Rapporto di lavoro di Pubblica Utilità secondo le modalità che verrebbero invece stabilite dall'U.E.P.E. dinanzi la visione di un panorama differente da quello attuale. Ma ancora mi domando, a quest'ora: "E se invece fosse stato uno delle tante (forse troppe) presenze straniere a trovarsi in difficoltà, il nostro Paese si sarebbe schermato in questo modo? Credo proprio di no. Anzi, sono sicura di no. In quanto, si sarebbe prodigato, dapprima moralmente e poi materialmente, spingendosi oltre, per dimostrare, dopo tutto, quanto è "Grande" la generosità degli Italiani... E intanto, ancora una volta, qualcuno è pronto a pensare che il merito o il demerito sia da attribuire all'U.E. (Unione Europea) ...

mercoledì 31 agosto 2016

    Non è facile non avere presente quelli che trascorrevano il loro tempo a starmi vicino per ricordarmi che, anch'io: "Dovevo essere felice"... Mentre io non lo ero, non c'era verso: non lo ero. Avevo 12 anni. Ero giovane e bella, allora! Vampeggiavo d'amore per lui (anche se in gran segreto). Troppo ragazzina, in quegli anni, avevo "Tutto"...e non mi bastava niente, di quando un bacio era solo un bacio e non una promessa. Ma ero proprio giovane e bella, nel fiore della gioventù... Eppure non capivo. Gioventù e bellezza sono rivi della vita che scorrono affiancati anche se fluiscono con ritmi diversi. Perchè sentivo, in quel modo, il peso dell'esistenza? E' vero che sono legata al passato, ma non è la gioventù... ma non è la gioventù andata, né la bellezza svanita, ad angustiarmi. E' stata la pianta inaridita della mia vita ad amareggiarmi. L'albero della mia vita che non ha messo fiori, non ha dato frutti... E' questo il mio "pianto antico"...e non la sopravvenuta vecchiezza!

    (Dedicato...)

domenica 28 agosto 2016

    A volte mi piacerebbe saper disegnare. Non essere un'artista, accattivante e affascinante, una maga con i colori o cose simili… Mi piacerebbe soltanto saper fare un disegno. A volte le parole non mi bastano ed è un supplizio quando mi accade... di sentire un vuoto ed essere sicura di non saperlo colmare in tempi brevi. Così immagino di avere davanti agli occhi e adagiata sull'anima… un'immagine che non mi tiene stretta, ma comunque non mi lascia andare. In certi momenti è il ...fotogramma di una mattina del mese di Luglio trascorsa in qualche aula del Tribunale, senza tanta voglia di esserci, con il caldo appiccicoso, già alle otto della mattina, in silenzio assoluto, attendendo che il Giudice si decida a dare inizio alla prima udienza, iscritta a ruolo... In altri momenti è un marciapiede. E una strada al sole e un orizzonte confuso dal troppo calore. In queste ultime sere è una donna sdraiata sul letto, in posizione fetale, che riversa tutte le sue lacrime sul cuscino, senza rendersene conto… Ma, imperterrita, continua a perdere lacrime, inconsapevolmente… La donna è nuda e da troppo tempo qualcuno non la tocca. Nemmeno lei si tocca più, di proposito, ha deciso che non merita carezze, non è più bella, senza "Lui". Accanto a lei alcune foto di quando era giovane. Tra queste foto c'è l'immagine di una ragazzina seduta di fronte ad uno specchio. La ragazzina è carina, schiena dritta, efelidi ovunque, senza lentiggini, occhi fervidi, in attesa di qualcuno che la porti via, che la stravolga. Nessun accenno di allegria sul volto. Solo una dignitosa serietà, l'accompagna... Alla donna, sul tavolino, le è rimasto un cellulare… che ha smesso di controllare con la frequenza di prima… Nello specchio, intanto, il riflesso è diverso… Nel riflesso, la ragazzina balla una canzone sconosciuta suonata da un musicista di strada. Il problema è che non so disegnare neppure un vulcano in attività, pronto a eruttare lava alla minima provocazione, eppure carico di quel fiero dinamismo che fa sembrare tutte le altre montagne, al suo confronto, insulse e remissive. Tutto sommato, si tratta solo di smettere di fantasticare... Ma era meglio prima, qualche minuto fa, quando il buio dei miei pensieri diventava vertigine. Ora non posso neanche precipitare, non so cosa mi aspetterà domani, tra qualche minuto, adesso.

     (Dedicato ad un amico partenopeo e alla promessa fattagli... di fargli avere un ritratto immaginato da me.)

mercoledì 24 agosto 2016

Un terremoto può scatenare una forza distruttiva che lascia silenzio e vuoto. E alla sua terribile ira non v'è rimedio alcuno. Contro un improvviso movimento tellurico... non vale la fuga, le parole si spengono, non giovano nascondigli.

lunedì 22 agosto 2016

Potrei intitolare questo post: "Corna autorizzate", sebbene le mie pubblicazioni non hanno mai avuto un titolo, finora, ma in questo caso…
Prima pensavo che mi avesse capito, ma non era così. Solo adesso che l'ho visto con i miei occhi… Più che averlo visto, ho riconosciuto qualcosa di Lui. In un breve video stile "cortometraggio" (che certo non è stato piacevole) quello che davvero mi ha destabilizzato la mente, nelle successive 48 ore, è stato il suo comportamento. Vedere che non ha saputo rispondere ai miei successivi scritti, se non attraverso un recentissimo "Blocco finale", come fossi stata solo un'estranea, come fossi stata una sconosciuta… Mi fa sentire a pezzi. Non "liberata". E credevo di avere tutto sotto controllo. Mi sbagliavo… Ero certa di piacergli. Gliel'ho subito ribadito, mentre cercavo d'imprimere una sicurezza nuova nelle mie parole. Invece, per una volta, non avevo capito niente. Poliamore, Cuckoldismo va tutto bene, fino a quando non ci si innamora… sempre con il rischio di sapere che i vecchi valori sono ormai spariti per far posto a rapporti, o meglio "frequentazioni" (Cit), che si svolgono via etere. Sono le nuove forme di "amore" (anzi, di sesso), che di sicuro non tutti condividono, ma risolvono molti problemi di moralità. Primo fra tutti, avere più storie contemporaneamente, ma in maniera etica, per carità, come farebbe l'ape regina in questione, garantendo la massima trasparenza: tutti sanno di tutti. E chissà le ammucchiate… E "Tutto" sembra essere diventato un sesso flessibile… Tradire non è mai stato così facile. Un click su internet… e si apre un elenco di uomini compiacenti (compresa la loro collocazione geografica) con cui trastullarsi per qualche ora. O almeno non la "fauna" di zerbini che gira adesso. Mi riferisco a quelli che sanno sfruttare bene questo nuovo risvolto tecnologico, delle lunghe file dal macellaio o dal panettiere. Quando ancora si faceva la spesa nei negozietti e ogni giorno la braciola di carne… era d'obbligo mangiarla (pure per mio padre). E che scrivere circa la nuova formula del sesso a tre, meglio raffigurata in un'animatissima gang bang? Ove entra in gioco una figura maschile (denominata Cuckold) che consapevolmente e volontariamente (come farebbe il Cuculo che fa in modo che altri uccelli, seppur inconsapevolmente, prestino il proprio nido e le proprie cure parentali ai suoi piccoli) induce il proprio partner, chiamato talvolta "sweet", se di sesso femminile, ad avere rapporti sessuali con altri, davanti a lui (e, se questi "altri" sono anch'essi di sesso maschile, vengono denominati solitamente "bull"/ tori, con allusione alla funzione di monta di tali animali, altrimenti la copula può avvenire anche tra persone dello stesso sesso, in caso di omosessuali o lesbiche). Ed ecco risolto il problema dell'impotenza… e messo a tacere il senso di colpa. Ma c'è anche altro: è una vera e propria "forma di masochismo" secondo i sessuologi. O più semplicemente un modo per tenere le corna sotto controllo, un'inversione moderna di "occhio non vede, cuore non duole". Ma mentre certi uomini esaltano la libertà sessuale, femminile, delle proprie donne...senza neppure intuire lontanamente che difficilmente il fenomeno si riscontra a parti invertite, ovvero con la donna che esorta il suo compagno a tradirla... Intanto, nelle nostre case, è sparito l'angelo del focolare per far posto a chissaché… è sparito il rispetto nella coppia o, è inteso diversamente. E mentre il nonno non ha più nessuna autorità (sembra solo un vecchio rimbambito) i figli rompono le scatole con le loro pretese, salvo poi dimenticare i genitori in un ospizio, quando sono ancora in vita, ma incartapecoriti. Davvero questa modernità … mi sta creando dipendenza, almeno sotto il profilo sentimentale…

(Dedicato ♥)
    Rimasta molto "indifferente" in materia... negli anni, ricordo che la matematica, per me, non ha mai funzionato sulla carta di un uso bollo, a quadretti, utilizzato nei compiti in classe anche "a sorpresa", in cui talvolta biro e righelli erano in condivisione. Figuriamoci poi se dovessi pensare che funzioni sulla vita… No. Che non funziona! E quando capisco che tutti i miei calcoli erano sbagliati… che i teoremi non portano a niente… che i risultati sono dettati dal caso e non da quelle regole, che ho cercato faticosamente di apprendere sui banchi di scuola. La matematica non funziona. La metà di due non è uno. Nella vita la metà di due… la metà di noi due, è niente (senza la volontà di… volerci).

    (Dedicato ♥)

domenica 21 agosto 2016

Solo il tempo aiuta a guardare i miei sbagli... alla giusta distanza, a prospettive diverse. Errori che fino a ieri mi sembravano essenziali, ora sono accantonati nell'angolo. E credo sia giusto che sia cosi (ma potrei ancora cambiare opinione: "E' il mio difetto più grande"). Ho bisogno di "crescere" un altro po'... senza però mai dimenticare.

 
Potrei intitolare questo post: "Corna autorizzate", sebbene le mie pubblicazioni non hanno mai avuto un titolo, finora, ma in questo caso…
Prima pensavo che mi avesse capito, ma non era così. Solo adesso che l'ho visto con i miei occhi… Più che averlo visto, ho riconosciuto qualcosa di Lui. In un breve video stile "cortometraggio" (che certo non è stato piacevole) quello che davvero mi ha destabilizzato la mente, nelle successive 48 ore, è stato il suo comportamento. Vedere che non ha saputo rispondere ai miei successivi scritti, se non attraverso un recentissimo "Blocco finale", come fossi stata solo un'estranea, come fossi stata una sconosciuta… Mi fa sentire a pezzi. Non "liberata". E credevo di avere tutto sotto controllo. Mi sbagliavo… Ero certa di piacergli. Gliel'ho subito ribadito, mentre cercavo d'imprimere una sicurezza nuova nelle mie parole. Invece, per una volta, non avevo capito niente. Poliamore, Cuckoldismo va tutto bene, fino a quando non ci si innamora… sempre con il rischio di sapere che i vecchi valori sono ormai spariti per far posto a rapporti, o meglio "frequentazioni" (Cit), che si svolgono via etere. Sono le nuove forme di "amore" (anzi, di sesso), che di sicuro non tutti condividono, ma risolvono molti problemi di moralità. Primo fra tutti, avere più storie contemporaneamente, ma in maniera etica, per carità, come farebbe l'ape regina in questione, garantendo la massima trasparenza: tutti sanno di tutti. E chissà le ammucchiate… E "Tutto" sembra essere diventato un sesso flessibile… Tradire non è mai stato così facile. Un click su internet… e si apre un elenco di uomini compiacenti (compresa la loro collocazione geografica) con cui trastullarsi per qualche ora. O almeno non la "fauna" di zerbini che gira adesso. Mi riferisco a quelli che sanno sfruttare bene questo nuovo risvolto tecnologico, delle lunghe file dal macellaio o dal panettiere. Quando ancora si faceva la spesa nei negozietti e ogni giorno la braciola di carne… era d'obbligo mangiarla (pure per mio padre). E che scrivere circa la nuova formula del sesso a tre, meglio raffigurata in un'animatissima gang bang? Ove entra in gioco una figura maschile (denominata Cuckold) che consapevolmente e volontariamente (come farebbe il Cuculo che fa in modo che altri uccelli, seppur inconsapevolmente, prestino il proprio nido e le proprie cure parentali ai suoi piccoli) induce il proprio partner, chiamato talvolta "sweet", se di sesso femminile, ad avere rapporti sessuali con altri, davanti a lui (e, se questi "altri" sono anch'essi di sesso maschile, vengono denominati solitamente "bull"/ tori, con allusione alla funzione di monta di tali animali, altrimenti la copula può avvenire anche tra persone dello stesso sesso, in caso di omosessuali o lesbiche). Ed ecco risolto il problema dell'impotenza… e messo a tacere il senso di colpa. Ma c'è anche altro: è una vera e propria "forma di masochismo" secondo i sessuologi. O più semplicemente un modo per tenere le corna sotto controllo, un'inversione moderna di "occhio non vede, cuore non duole". Ma mentre certi uomini esaltano la libertà sessuale, femminile, delle proprie donne...senza neppure intuire lontanamente che difficilmente il fenomeno si riscontra a parti invertite, ovvero con la donna che esorta il suo compagno a tradirla... Intanto, nelle nostre case, è sparito l'angelo del focolare per far posto a chissachè… è sparito il rispetto nella coppia o, è inteso diversamente. E mentre il nonno non ha più nessuna autorità (sembra solo un vecchio rimbambito) i figli rompono le scatole con le loro pretese, salvo poi dimenticare i genitori in un ospizio, quando sono ancora in vita, ma incartapecoriti. Davvero questa modernità … mi sta creando dipendenza, almeno sotto il profilo sentimentale…

(Dedicato ♥)

venerdì 17 giugno 2016

E' da parecchio tempo che mi sono affezionata a certi tipi di trasmissioni televisive dai titoli inquietanti come: "Quarto Grado", "Terzo indizio", "Amore Criminale"... e le serie americane che trasmettono in seconda serata sul Canale 8 del Digitale Terrestre: "Cold Blood", "Lady Killer", "Stalker: attrazione fatale" o "Giallo TV" (Canale 38)... Agli inizi ero molto titubante di quel che stavo osservando, ma poi mi sono detta che è ora di farla finita con questi deliri/incubi e che è ora di strappare anche questo velo e così ho cominciato a seguirli e con apprezzabile interesse... So che non sono esattamente dei film d'autore, ma c'è qualcosa che risuona dentro ogni volta… Ci sono ricordi che tornano alla mente ed è tutto come allora, poi ci rifletto sopra… e mi rendo conto di quanto i miei "morosi" di un tempo… non mi abbiamo mai amato, visceralmente, intendo, sino a farsi davvero male… forse, qualcuno, a modo suo mi ha anche voluto bene, ma è un affetto "tiepido", sublimato della passione! Per ogni "moroso" avuto… Io tremavo di "loro", in ogni mia parte, non so come spiegarlo, in poche righe, ma non c'è stato un giorno in cui, per ogni "Storia" avuta, ho sentito di non aver voglia di averli vicino… Anche quando eravamo distanti. E mentre, in questi racconti di omicidi , le coppie si rammentano l'un l'altro di essere: "eternamente "Tuo", eternamente "Tua", eternamente "Noi"...", a me invece viene in mente che "loro" mi piacevano così come si sono presentati, negli anni… "nonostante "loro", nonostante "me"...". Ed erano ai miei occhi, belli come un Apollo. Uomini che ho tenuto "dentro", scolpiti nell'anima e che sono rimasti lì … nonostante altri uomini siano successivamente "entrati ed usciti" dalla mia vita … "Loro" sono restati lì. Negli abbracci che mi mancano, negli occhi degli uomini che ho incontrato, nei baci che ho ricevuto… E in quelli che non mi sono piaciuti. Nelle parole spese… e in quelle che ho trovato noiose! "Loro" sono restati lì… quando mi sentivo sola e avrei voluto ricevere un abbraccio, anch'io, avrei voluto che qualcuno mi dicesse che... "andava tutto bene" e che asciugasse le mie lacrime, ma "loro" sono stati quelli che, uno ad uno, per primi… mi hanno abbandonata, allontanata e dichiarata: "morta"… Ma mentre ricordo di aver speso, in quel passato, tutte le mie lacrime… una voce narrante dice che: "ad ognuno di noi viene concesso solo un numero di lacrime per persona e lei, quella sera, le ha esaurite per il suo uomo, due ore prima di essere uccisa... e nella maniera più brutale"… (Che strana coincidenza, sono queste trasmissioni…) Mi verrebbe da urlare: "Anch'io le ho esaurite per tutti "loro"! Ma non per la nostalgia, che ho provato nel non averli più al mio fianco… Bensì, perché non ci potevo fare nulla…Va oltre me stessa per quanto mi sia impegnata… Ma qui arriva la parte dei propositi per il nuovo anno, sebbene non sia ancora arrivata ufficialmente l'Estate: scrivere un libro e seppellirli "Tutti" in fondo alle mie dure parole. Non sono più innamorata di ognuno di "loro". E come potrei? Allora, di Chi potrei essere innamorata? Ma, non mi basta, in questo momento, saperlo. E' più importante, per me, seppellirli ora in fondo ad un angolo più oscuro dei miei pensieri, visto che non riesco a strapparli via dalla mia testa! Eh già! Dal momento che, la vita non è un film… E ognuno di "loro" non tornerà... più. Neppure in tutti quei mesi in cui c'avrei scommesso… (Che sarebbero tornati!) Che, avrebbero compreso che c'era qualcosa di bello nel dire: "NOI". "Nonostante "loro" e nonostante "me"...", quando ero convinta che avrebbero aperto gli occhi… Ma poi, che è successo? Semplicemente… Essi si sono resi conto di aver sbagliato, con me. Perchè non ero importante per nessuno di loro. (O almeno non abbastanza da poter andare oltre loro stessi per trovare me e insieme trovare "loro"). Ma anch'io… ho continuato testardamente a sbagliare, cercando di convincerli… Avrei dovuto lasciarli andare molto tempo prima… nonostante il dolore. E non per le stupide idee filosofiche che tarlano la mia anima, ma solamente, perché quello che provavo io non era reciproco e "loro" non hanno mai visto neanche lontanamente la mia essenza, senza mai valorizzare e proteggere la "loro" donna… O qualcuno di loro lo voleva fare, ma senza poi non essere mai stato in grado di condividerlo, almeno con me. Adesso che successivamente ho rivisto (seppure indirettamente, attraverso queste serie televisive) anche le mie "Storie"… posso (sul serio) attuare, con congruo anticipo, i miei propositi per l'anno nuovo (ancora tutto da venire) e mentre scrivo pagine di un libro che nessuno leggerà mai… seppellisco, con esse, un po' di quel passato/trapassato e un po' di "loro"… Finchè non mi sentirò più tanto scossa, da tutto questo (inutile?) rimuginare. Perché può darsi che i miei pensieri siano "[…] tutte sovrastrutture che si possono smontare e ricostruire quando servono…" (Cit.) e che davvero i sentimenti non sono così complicati, come appaiono… Ma sono limpidi e chiari. E se una "colpa", per tutto ciò, esiste… quella è solo negli esseri umani, che li rendono difficili, perché capaci di confonderli, sottovalutarli e nella peggiore delle ipotesi, ignorarli… con straordinaria faciloneria.

(Dedicato ♥)


mercoledì 15 giugno 2016

    Stamani camminando per strada, a passo spedito, in direzione del mio Studio, per una volta... ho provato a pensare cosa si prova ad essere quella che non si sposta sul marciapiede quando in due non ci si passa... Cosa si prova ad essere colei che va avanti nonostante tutti gli altri? Ma, soprattutto, mi piacerebbe vedere cosa succederebbe se, per una volta nella vita, non mi facessi da parte: gli altri si scanserebbero all'ultimo come i piccioni o preferirebbero avere con me ...uno scontro... fisico? Ma magari l'incrocio con un altro individuo sul marciapiede fosse regolato davvero da un protocollo preciso: le due persone si fissano un attimo brevissimo negli occhi, poi spostano lo sguardo in distanza dalla parte, dalla quale pensano di passare. E se non vi sono reazioni, ognuno passa dalla parte che ha dichiarato, altrimenti si fa un secondo giro. Non vi è altro, censito nel Galateo (regole per una buona educazione).... Peccato però che io incontri solo gente che va dritto e ....non sceglie la sua parte, perché automaticamente si aspetta che io gli ceda la mia. Ed è buffo, se ci ripenso... in quanto un comportamento tanto sciocco fa intuire altri fatti non scritti...

    P.S. Ho deciso di allegare al mio post l'immagine resa pubblica da una ragazza americana su Twitter, che l'ha resa famosa per un nuovo (frivolo) rompicapo: cosa c'è di sbagliato in questa foto? A prescindere dai commenti letti su quel social... ove il più romantico ha scritto: "L'uomo dovrebbe tenerle la mano", nessuno ha saputo scoprire che si tratta di "galateo": l'uomo infatti sta camminando sul lato interno del marciapiede, quello cioè più protetto dai pericoli della strada e che per galanteria dovrebbe invece cedere alla donna... ad un bimbo che gli cammina accanto o (nel caso in cui lo possedesse) persino al proprio cane, tenuto al guinzaglio in città.

lunedì 13 giugno 2016

    Questo dolce cagnolino dalle macchie nere mi sta davvero intenerendo ogni giorno di più... L'idea di avere un altro bianconero in casa (dopo la perdita di Rupert) è stata ponderata per lunghissimo tempo, dalla mia famiglia, poi, finalmente è nato un pomeriggio... e quella macchiolina nera intorno all'occhio sinistro, ben presto mi sembrò la forma di un cuore, così graziosa, da conquistare anche me... Oggi Ulderico mi è molto affezionato. Quasi più a me che alla mia sorella gemella. Sono sincera. Il nostro legame è cresciuto nel tempo. Sebbene di tempo insieme non ne passiamo parecchio, anche (e soprattutto) a causa del mio mestiere... Ugualmente, però, ho potuto seguire la sua crescita costante nei ritagli di tempo e osservare così che ogni pezzo di legno raccolto nei prati per Ulderico diventava un giocattolo con cui trastullarsi... Adora sgranocchiarlo e assaporare il gusto che rilascia quando lo inumidisce con la sua saliva... Non so tuttavia spiegarmi da dove è sorta la nostra complicità. Quando scende la sera, poi, mi ritrovo spesso a guardare le espressioni della sua sagoma, mentre osserva, bellamente "parcheggiato" sulla mia pancia... le immagini dello schermo televisivo, insieme a me, ricordandomi un forte sentimento di affetto. Di meraviglia. E anche di grande curiosità per quelle "strane" figure... sempre in costante movimento. Ma come spesso penso... l'amicizia tra cane e l'essere umano è un po' come quella tra due persone: non è sufficiente volerla. O c'è o non c'è. E' un gioco di sinergie che nasce da sé e da sé si alimenta. Un legame irrazionale che nulla ha a che fare con la nostra volontà... Sfortunatamente però è proprio quando subentra la ragione che la purezza del sentimento inizia a inclinarsi. Essa ha il potere di intaccare l'amicizia direttamente alle sue fondamenta... Di esicarne lentamente la fonte. Di minare il suo nucleo originario... Meglio più nota come, "incondizionatezza". Ma è purtroppo nelle belle giornate di sole passate quasi sempre al guinzaglio che il mio Dalmata afferma di non essere un cane rissoso e arrogante, quando vede altre quattrozampe come lui che amano andare a zonzo e respirare l'aria salutare... Anche se perso nei suoi pensieri, è nel momento di massimo divertimento, quando ovvero incontra un altro cane... che è sempre un terno al lotto. Non si sa come può andare a fine. La possibilità che si scateni una rissa furibonda... resta un'insidia, sospesa nell'aria... E quando uno dei due porta addosso i colori bianconeri, il rischio che a prevalere sia sempre il mio Ulde! Resta, ahimè... troppo alto. Colpa forse del colore di quelle macchie?


domenica 12 giugno 2016

    Ho un pensiero che mi frulla per la testa, da una settimana. Ogni volta rimando, così questo pensiero non è più un "pensiero": sta diventando un'attitudine, un lato di me... irrinunciabile. Un mio frammento inalienabile. Mi appartiene come se fosse il mio nome. Se non scrivo immediatamente quello che preme per essere scritto... mi succede in questo modo, ma è troppo. Fare "proprio" tutto, senza lasciare andare niente, è davvero "troppo". Ecco perché scrivo, forse. Per lasciar... andare... Per salvare con la scrittura una parte di me. Quella parte di me che proteggerò, anche a costo di perdere me stessa... Benché da qualche tempo, non mi riconosco più... E non mi sopporto già più... Non credo in niente e non penso di essere mai stata "la migliore" in qualcosa... Qualunque mio nuovo aspetto, messo a confronto, mi apparirebbe adesso come un'orribile scarabocchio, come un errore, una deludente sconfitta. E così finisco per amare quel pensiero che ho creato con la stessa passione con cui vorrei distruggerlo. Lo amo abbastanza da non abbatterlo, ma lo amo troppo per poterlo abbattere veramente. Ho messo moltissimo di me in quel pensiero... Rido raramente, ma adoro far sentire a disagio Chi mi sta vicino, con i miei silenzi... Non sono simpatica, per niente... "Sto avendo un modo di fare francamente irritante" (Cit.), ma in qualche modo... mi viene la voglia di giustificarmi. E, dopo tutto questo tempo, ho solo bisogno di scrivere. A qualcosa mi servirà? Mi domando, questa notte dubbiosa...

    (Piccolo e personale sfogo in bianco e nero)
    Immagino spesso come andrò a riposo..."Dopo aver versato 40 anni di contributi allo Stato". Magari, il destino mi riserverà di diventare solamente una "Signora attempata", se non peggio (dopo l'adeguamento, sempre più "ballerino", dei requisiti di pensionamento alle aspettative di vita della popolazione) temo che mi sarò ormai tramutata in una vecchia donnetta… con i capelli bianchi scompigliati dal vento, che cerca invano di ripararsi la testa con una sciarpa, vestita pulita...mente seppure poveramente di nero. E Chi sarà convinto di riconoscermi camminare per strada, così "diversa", da come sono stata... Resterà fermo per guardare verso di me. Appena un attimo… Alzerà poi lo sguardo in direzione della mia persona. E mi riconoscerà:
    - Ma ciao!!! Che lavoro fai?
    - Sono in pensione
    - Ma perché, quanti anni hai?
    Ed io, a quel punto, non so cosa risponderò… Sempre a causa di questo "adeguamento" quasi incomprensibile.
    - Boh… Fai tu: 64 e 3 mesi o 66 e 7 mesi?
    - Te li porti comunque da Dio!
    Ma se davvero le cose staranno in quel modo… Può essere che per allora, io incominci a provare una "doppia soddisfazione", che sta nel fatto di non sentirmi più schiava delle aspettative altrui… Dal momento che, il "pensionato" ha una sua dignità, vive di vita propria, sta mettendo in atto un proprio diritto: si sta godendo i frutti di qualunque lavoro abbia fatto prima! E che sarà ancora "giovane" per farlo, se non morirà or ora...

Ieri notte sono rientrata alle 2.30 a casa… ma, non era una notte come le altre... Ed io non sono più riuscita a prendere sonno. Mi sono allora diretta verso il salotto, a piedi nudi, brancolando nel buio per non svegliare Chi invece dormiva già da un po'… Da una scatola di latta (usata un tempo per contenere i biscotti secchi mattutini) riposta nel fondo di un cassetto ho visto sporgere alcune vecchie fotografie di famiglia. Guardandole… ho notato che non ci sono foto di me, ancora piccina, in braccio a mia madre, con le teste unite in una vicinanza che si pensi… durerà per sempre, ma che poi "per sempre" non dura, mai… niente. E adesso sto pensando alla difficoltà di essere madre… quando la vita che conoscevo prima, poteva venire stravolta dalla nascita di un nuovo essere, che invece non c'è mai stato. Ma è anche vero che la normalità, le consuetudini, sviluppano momenti di ragione, di raziocinio, sui quali fonda il suo agire... E non sarebbe stato così automatico amarlo. Se ci fosse stato: avrei avuto il bisogno di conoscerlo, prima, instaurare un rapporto, creare intimità, complicità, oltre le urla notturne e la stanchezza, oltre l'umiliazione di perdere la linea dei miei fianchi…e delle mie cosce. O, peggio, la mia professione, oltre al tempo per il mio svago (per la verità, mai esistito), oltre la coppia che svanisce in giochi di ruolo, competizione, a volte… Oltre le sbarre alle mie finestre e intorno agli spigoli dei miei mobili che avrebbero parato soltanto le sue cadute e delimitano la mia indipendenza, totalmente mai conquistata per davvero, ma solo almeno per un po'… Un po' che sarebbe durato tanto. E gli scatti di nervi (che provo, al pensiero di quel figlio mai nato) presumo siano ora qualcosa di normale, mentre sicuramente qualcuno, più attento di altri, mi avrebbe additano come "cattiva madre". Ma, se avessi fatto scelte diverse… nella mia vita. Alla fine quel rapporto si sarebbe instaurato. Magari lasciando fare tutto alla "Natura"… o al fatto che l'amore per un figlio si solidifica con il tempo… S'incastona in quello che sarebbe stata "la mia nuova esistenza", diventandone il fulcro. Fonte di quella gioia, fine a se stessa, mai provata, senza esagerazione… Fonte di ansia e preoccupazione. Fonte di "senso", per Chi non riesce magari a trovarne uno, senza… Fonte di puro e incondizionato "Amore"… di sentimenti buoni e meno buoni, annodati insieme… Fonte di conflitti che a volte si fanno insanabili, di incomprensioni che, a ben guardare, avrei dovuto trascinare dall'analista per anni, se non fossi già nata "Forte" d'animo. Ecco… (L'ho scritto, ora, finalmente!) La "Madre"… Quella madre mai conosciuta, è anche la mia "Fonte"... da cui dipendo, ogni giorno, nel bene e nel male… per sempre. Una fonte di acqua "a volte limpida, a volte torbida" (Cit.), come lo è "il [mio] più sacro specchio d'acqua" (Cit.) a cui sono legata a filo doppio, che si deve avere la pazienza e la costanza di depurare di continuo, quotidianamente. Un "compito", questo, inestimabile quanto duro, appagante, quanto faticoso... Che ugualmente difendo con i denti, pur non avendo avuto figli vivi da accudire e far crescere… Ma non mi perdono per non essere diventata madre. Come, non perdono la mia, per non aver lottato, quel tanto che bastava, a tenersi in vita per restare al mio fianco a vigilare sul confronto di infinitesime note e di infiniti piccoli e grandi, miei, mutamenti. Neanche un po'.

(Dedicato ♥)


sabato 28 maggio 2016

    Sono giorni che mi sveglio e niente mi sembra com'è. Mi fa tutto male e vorrei parlare, solo, con quell'altra parte di me, che resta (in questo caso) sola... Mi è tutto sconosciuto, ostile. Mi fa tutto paura... e perdo il controllo dei miei pensieri. Indubbiamente sono viva. Tuttavia mi sento in maniera potente e "sentirmi" in questo modo, certo.. non può essere un male, o forse sì? Ma tutta quella vita mi confonde e finisco sempre per perdermi nei giorni che iniziano così...... Altre mattine, invece, mi sveglio e va tutto bene. Mi sento perfettamente a mio agio... a stare al mondo. Le strade sembrano state create per me. Semafori, traffico scorrevole, compreso... Le piazze. Il cielo. Sono adatta alle persone, a parlare con i baristi, sotto il mio Studio... con i Colleghi, i Cancellieri, in Tribunale, che mi conoscono... i Giudici. Con tutti. Non ho niente fuori posto. Ed è in quel momento lì... che mi manca il respiro. Quando non ho proprio niente che non vada, in me. Questo accade quando si ha fin troppa concezione della vita. Una sorta di intelligenza. Ci sono vari tipi di intelligenze, questa ne è una. Ma, purtroppo... più mi rendo conto di "sapere" e di... "non entrare [mai] a gamba tesa" (Cit.) in un problema, che mi affligge, più soffro. Mi viene da pensare al mare, mentre scrivo... E mi "sento" come il mare. Come il mare che tocca la riva: un giorno mi rifrangio in burrasca, senza criterio alcuno, in tormento costante... Un altro giorno, invece, in modo pacato, apprezzo il contatto, il calore della sabbia.Tutto è così in ordine. E così il mio moto, il mio andirivieni... Tuttavia, mi ritiro comunque. Come sono io: mare infinito di emozioni talvolta contrastanti, ma preziose, non mi sentissi degna di riscoprirmi combaciante con la riva. E in quel momento lì, quando tutto è quiete apparente, il mare, dalle sue profondità, lo sa... la sente la burrasca. Il mare ama la riva e dovrebbe amare anche se stesso. Il suo è un disequilibrio perpetuo. Un andare e tornare, andare e tornare... Sembra quasi che non ci sia un approdo. Però questo è il suo equilibrio. Comunque nulla è nell'ordinario su questa terra. Quindi, forse, non dovrei neppure sbatterci troppo la testa? Però, intanto...

    (Dedicato ♥)