lunedì 15 febbraio 2016

    Credo che non convivrò mai con un uomo. Anzi... ne sono certa. Bisogna che io abbia molta esperienza della mia esistenza. Cosa che peraltro ancora ritengo di non possedere. Molta logica, molta bontà per saper godere delle qualità dell'altro, senza che io ne sia infastidita… a causa dei suoi difetti. Credo che continuerò ad amare e ad odiare, da lontano, tutti, i miei uomini. Come ho sempre fatto, fin'ora... Perchè, poi la convivenza è davvero strana... Come è "strano" ciò che... (immancabilmente) succede quando due persone vivono insieme da un po' di tempo: invece di guardarsi più da vicino e di coccolarsi più spesso iniziano a prendere le distanze per studiarsi da lontano. Come quando non ci si conosce… Però con la prerogativa di massacrarsi ad ogni lite… in quanto sanno quando esattamente pronunciare quelle tre parole (fatidiche) per ferirsi. Non sempre, certo, ma quasi… E me le immagino con la mia fantasia… cercarsi certe sere nel letto senza trovarsi. Ed è strano, penso, aver condiviso tutto e comunque sia… aver perso le parole. Voler andare via e comunque sia… dover rimanere, per amore. Può essere che la cosidetta "convivenza ideale" sia una menzogna. E poiché la cosidetta "convivenza ideale" non esiste, nessuno ha il diritto di pretenderla. Nemmeno io… che, ad essa, talvolta, ci penso. Contrarre un matrimonio, è come stringere un'amicizia. Ma significa, a parer mio, decidere di sopportare in piena consapevolezza una situazione di doppia disperazione e di doppio esilio. Significa anche passare dall'Antinferno (o Vestibolo dell'Inferno di Dante Alighieri) della solitudine… all'Inferno della vita in comune. Ed è ciò che io, di certo, non cerco.


    E purtroppo si va sempre di male in peggio... Per ridurre i costi nel nostro Paese le banche hanno deciso di chiudere filiali, non solo nelle grandi città... ma anche nelle piccole province. Dove forse vi è più bisogno, ma dove i costi (fissi) aumentano altrettanto... E dove non chiudono, riducono gli orari di apertura degli sportelli costringendo i clienti a spostarsi nella filiale più vicina a casa in caso avessero bisogno di uno sportello bancario. Ma tutto ciò, potrebbe ancora rientrare nella "normalità" con cui ci hanno abituato ad affrontare i problemi (a favore dei privilegi dei ricchi e dei potenti, sempre e comunque ed a tutti i costi...) e a causa di questa situazione, se prima il conto corrente online veniva scelto solo da Chi cercava di ridurre i costi. Oggi potrebbe diventare non un'alternativa al conto tradizionale... ma indispensabile. Dal momento che con "l'on banking" si ha un accesso costante alla banca e in tutti i giorni. Ed anche per questa straordinaria invenzione le banche riducono gli organici, potendo fare bonifici... pagare le utenze... tasse e ricaricare il cellulare, senza andare allo sportello bancario. Ma convincere me, che sono la persona più tradizionalista, nonché scrivente di questo post, che per decenni ho usato uno sportello bancario dove il mio contatto era una persona... e in caso di problemi mi rivolgevo direttamente al direttore della filiale. E quante volte l'ho fatto in più di trent'anni! Beh... ora non sarà facile. E mi permetto di eccepire in quanto, questi disagi raccontati alla stregua di queste poche righe non sono le malagevolezze più rognose che mi possa aspettare da un Istituto di credito… Eh, no! Ho scoperto di peggio in questi ultimi tre giorni… Ho scoperto come la banca, se vuole, riesce nell'arco temporale di una (sola) settimana a "disfarsi" di un funzionario titoli che ha ritenuto essere "ormai, non più utile" per lo stesso Istituto, liberando così una posizione chiave dell'organigramma della persona che lo occupa (nella fattispecie: la mia preziosa ed amica consulente finanziaria!) Quando per sostituire un cassiere il protocollo… ne richiede quaranta, di giorni! Ed è triste pensare come il cliente di ogni banca sia divenuto, negli anni, solo un numero… Esattamente quello appartenente al proprio conto corrente, tanto per non sbagliare, penserei senza ironia... Perdendo invece quell'attributo di essere persona pensante, sostanza la cui caratteristica fondamentale è il "Pensiero", come riteneva Cartesio, che era certo dell'esistenza dell' "Io", ma anche delle idee che percepisce l'essere umano, ove "idea" sta per qualsivoglia contenuto della mente, che al giorno d'oggi potrebbe essere paragonato alle più moderne individuali aspirazioni del genere umano.

martedì 9 febbraio 2016

    Lo smalto si sta quasi asciugando… Stasera voglio uscire di casa con le unghie pitturate in un certo modo. Ed è in questi momenti che c'è sempre qualcuno che pensa che io sia impotente, solo mentre si asciuga lo smalto, ovviamente non sono i miei uomini a crederlo… In realtà non sono impotente nemmeno in quel momento, in quanto sono in grado di pensare pure con del cosmetico colorato (ancora fresco)  sulle unghie, mentre inconsciamente medito anche come rovinare il duro lavoro... di stesura: spostando limetta, cotone idrofilo, acetone… intanto che lego i capelli, a coda di cavallo. Ma è evidente che non sono mai stata troppo a posto. I circa dieci punti di sutura cranica utilizzati per avvicinare stabilmente i lembi di una ferita procuratami accidentalmente, in età giovanile, mi girano nella testa, insieme a tante, troppe altre cose... ancora da fare. Lo spazzolino elettrico si sta caricando… meno male che mi sono ricordata altrimenti sarei uscita, di nuovo, senza lavare i denti… E francamente (quando accade) non è bello, perché poi passo per una che "non si lava"... O che "non ama usare creme profumate, anche solo per rallegrare l'umore" (Cit.) Che è peggio! Però... mi sento di affermare che non sono impotente quando ho lo smalto sulle dita che si deve asciugare. Sono impotente quando sono stanca, ho sonno e penso troppo. Tutto insieme. Così mi arrendo al mio stato d'animo, un po' per pigrizia, un po' perché non saprei che altro fare... Tanto, è vero che: "Sono come sono. Amen" (Cit.)

martedì 2 febbraio 2016

    E... intanto s'è fatta già sera. Ed io vorrei mostrarmi, sempre più, come un filo di luci natalizie. Di cui, alcune, funzionano ancora... alcune si spengono, altre... sono, ahimè, da buttare. Ma correlate da un filo. Solo e unico. Quindi, mi chiedo: "O le butto tutte... o nessuna". Perché continuo a volere che mi si accetti, per quella che sono... Con i miei difetti, con i miei umori ad intermittenza. Senza che qualcuno mi prometta di girarmi attorno... di decorarmi... simile... ad un albero di Natale, quando saprà per certo che avrò giorni in cui la corrente salterà... la stanchezza, mi prenderà il sopravvento e... apparirò a Lui persa. Tanto, da desiderare di essere tenuta... conservata... Magari nell'angolo più buio della cantina, ma senza buttarmi via... tra le piccole cose di valore non quantificabile e che non hanno più conto.
    (Dedicato ♥)