Che cos'è questa obliquità che, di continuo, sento? Che m'impone a stare immobile, mentre i miei sentimenti vengono ricoperti da un'insostenibile coltre d'indifferenza e superficialità. E deve avere a che fare con l'insolito piacere che provo nell'annusare qualcosa di veramente molto sporco, che a chiunque altro (quasi sicuramente) farebbe ribrezzo. Mi piace odorare i calzini, quando sono ancora sudici di sudore... o i capi di biancheria intima, appena levata di dosso, scoprendo, ogni volta, che, nonostante tutto, lì sotto... a quel cattivo odore, qualcosa è ancora intatto ed è ancora pronto a risplendere, come nuovo, dopo una necessaria (se non indispensabile) macchinata di bucato in lavatrice. E appena odoro, il cattivo odore della mia vita… (che ognuno definirebbe spregevolmente: "Puzza", senza batter ciglio), mi sento catapultare in un mondo di ricordi circa la mia infanzia… Quando, ossia, un giorno, da bambina, dissi alla mamma (intenta a rammendare un lenzuolo, liso dall'usura) …che, per me, papà… "puzzava, in modo acre". Ma questa mia "boutade" , che nascondeva un'osservazione (in un certo modo) arguta, in cui la spontaneità e l'immediatezza delle mie parole, l'aveva fatta da padrone, mi aveva segnato e fatto riflettere, senza che me ne accorgessi. In quanto, mia madre si alzò di scatto dalla sedia in cui era seduta e dopo avermi affibbiato un ceffone, mi disse: "Ricordatelo! Perché questa non è puzza. E' l'odore della fatica". Capii che non bisogna disprezzare o insultare chi emana un cattivo odore. A maggior ragione se la persona (a farlo) è Chi mi ha generato... o se di sudore, si tratta, che pur lavandosi, sia una persona che si rompe la schiena a lavorare e va anche maggiormente rispettato... Se di altro genere, invece, può darsi che ci siano problemi igienici, sociali, culturali, psicologici o semplicemente alimentari e costituzionali... E capii che esiste anche l'odore della povertà e quello dell'ignoranza e della ricchezza e dell'arroganza, della malvagità così come quello della felicità ... dell'amore fisico e della santità e tanti altri odori, cattivissimi e non... Ma soprattutto capii (con un colpo inferto al viso) che bisogna imparare a "fiutare" conoscere, comprendere, accettare... per sostituirli tutti con un "profumo" percettivo interiore che non sia ostile alla coscienza propria e altrui.
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