martedì 26 gennaio 2016

    Ed è qui che sbaglio... le parole vanno fatte uscire, i pensieri vanno accompagnati, fuori, come cani a passeggio nei parchi... Non mi piace il modo in cui mi rispondi. Ma non te lo faccio presente, mai... Non te lo ricordo, perché, poi, ti arrabbieresti... lo stesso, pur sapendo "ascoltare e capire", molto... di me. Ed ho compreso che non posso più aspettare... Non posso nascondere o sotterrare, ciò che provo, con te, ogni volta: se amo, devo dirlo... se qualcosa non mi sta ...bene, devo dirlo... se non mi sento voluta, ancor più, devo dirlo, perché non c'è niente di peggio di quei bachi da seta che non si evolvono, gradualmente, per timore di quello che potrebbe accadere "dopo"... In questo modo vivono con un terribile mal di pancia, si sentono pesanti, quasi non riescono a respirare. Ma non sapendo cosa fare vanno avanti a mangiare, foglie di gelso, giorno e notte, fino a quando si vedono sbucare dalla bocca una bava sottilissima che, a contatto con l'aria, si solidifica e che, guidata con movimenti ad otto della loro testa, si dispone in strati formando un bozzolo di seta grezza, costituito da un singolo filo continuo di seta pura. Ed è lì che stando al calduccio, fino alla Primavera, dopo un lungo faticoso lavoro. Tira il filo e avvolgi il filo, ma con la pancia finalmente liberata da tutto quel filo... formatosi dal loro notevole appetito. Si svegliano... sentendosi così bene, leggeri, forti che iniziano a rompere il loro bozzolo. Riuscendoci. Per diventare poi delle bellissime falene. Adesso, mentre sto scrivendo e mentre sto pensando, meglio a Te, comprendo pure che le parole non si devono tenere dentro con la paura che, fatte uscire, possano far crollare tutto... anche le storie, anche l'amore. La veritá unisce. La sinceritá, in cui credi, è come forbice che recide i fiori per farli crescere ricchi... belli, rigogliosi, colorati... più di prima. E talvolta litigare con me è talmente gratificante, se poi so come tornare. Ma davvero (questa volta) so come tornare?

    (Dedicato ♥)










lunedì 25 gennaio 2016

    Sto pensando che su questa Terra esistono persone nate per andare via... per scappare senza alcun rimpianto da un passato scomodo o da un presente noioso. Se lo scrivo, ne sono certa. Non ho nulla da aggiungere. Non ho segreti, non c'è niente da scavare. Ma questa è una bugia pietosa per difendermi dalla realtà che, ne sono sicura, grava intorno a me, perché al solo pensiero di quanto io possa invidiare tali persone... sento già che gli occhi mi diventano lucidi. Sebbene io n...on invidio praticamente nessuno di Chi è: ricco, bello e magari anche… un po' famoso. Ma i "Liberi", loro sì. Li invidio tanto, tanto… E non credo che serva partire, girare il mondo per essere come intendo io, perché una tipa come me può andare ovunque, ritrovandosi comunque rinchiusa tra quattro vie, sentendosi come un quadrilatero, accompagnata da due o trenta abitudini difficili da sconfiggere… Presumibilmente le stesse da cui aveva provato ad allontanarsi altrove... Per essere considerati "Liberi", basterebbe nascere "Liberi" e "Liberi" rimanere, perché lo si è dentro, basterebbe, forse, cambiare strada ogni tanto, cambiare Supermercato, cambiare pettinatura. "Liberi"… senza paura delle rivoluzioni. Ma non di quelle grandi! Minuscole, rivoluzioni, del tipo: "Questa giacca non la indosso più da dieci anni, potrei persino buttarla… o darla via, ai poveri". E io, invece, figuriamoci se… mi rassegno, sacrificando lo slancio verso la libertà, con cui (anch'io, di certo) sono venuta alla luce.

venerdì 22 gennaio 2016

    Ed è giunto un'altra volta questo numero: il 22. Che significa un giorno particolare, un ricordo, che non va più via... "Eh sì. Sei drogata... Te lo dico, Ombra, perché l'effetto è quello... Ho cercato di leggere le risposte alle domande, scaturite dal Tuo sguardo, fin da questa mattina, tentando di trovare una risposta anche per me... ma non ci sono riuscito".
    Ulderico, il Tuo cane irrequieto.

    (Dedicato ♥)


mercoledì 20 gennaio 2016

Tra apparenze e realtà...

No. Non "credo io sia nata con la decisione di voler stare da sola" (Cit.), nel momento in cui questa sera apparecchiavo la tavola: ci stavo pensando... E pensavo a quando avevo sei anni. Io nei quaderni a quadretti di matematica sommavo mele a pere come fossero uguali. Creavo addizioni di scorza. "Le mele si sommano con le mele e le pere con le pere", mi ripeteva sempre mia madre, facendomi intuire, fin da subito, che... di matematica non ci avrei mai capito un "h"! Ma io alle regole non mi sono mai attenuta... Ho sempre guardato attraverso e oltre. "Questo che io vedo non è che la scorza", sostiene il Piccolo Principe -mentre pensa a quanto spesso ci soffermiamo superficialmente sulle apparenze, escludendo di andare dritti al cuore delle cose- e crescere, senza notare le differenze... ma solo le somiglianze, ritengo, mi abbia reso piú forte e attenta. Peró stasera, in cucina, intanto che apparecchiavo la tavola... non ho potuto fare a meno di pensare a quelle Tue parole, che mi hai voluto lasciare, scritte, in chat ... come se fosse un invito a "riflettere"... E (per la prima volta) t'immagino all'età di sei anni impegnata a disegnare le pareti della tua cameretta, a giocare a Nascondino (forse il gioco più famoso al Mondo) con i compagni e fare la corsa per urlare a squarciagola: "1 2 3 ...Liberi tutti!" Con quest'idea che la salvezza arrivi sempre, alla fine, che non può esistere la felicitá, senza un percorso ad ostacoli. T'immagino negli impegni di una vita: le scuole elementari, medie e le superiori... con il vestito della prima Comunione, che doveva essere perfetto... Velo e l'abitino da sposa, per una bimba di nove anni. Correlati al tuo primo sacramento della confessione. E chissá se ora tra i tuoi peccati e sbagli piú grandi, pensi anche ai miei. Io che ho provato persino a fumare la prima sigaretta con gli amici per sentirmi.. "Grande" e "Diversa", ma diversa da Chi? Se tanto poi Chi fuma, lo fa per amalgamarsi, per essere parte di un gruppo che non accetta le differenze. Mia madre sarebbe stata fiera di me, dopotutto... mi ritrovo a pensare: in quanto, con lo scorrere degli anni ho continuato negli esercizi di matematica... computisteria e ragioneria, imparando (finalmente) anche a separare mele e pere, in modo equo... A scegliere la facoltá giusta per il mio futuro (sebbene a casa mia nessuno ha fatto l'universitá) e forse, non sbaglio proprio a pensare che sono la pecora nera della famiglia, perchè ho sempre avuto bisogno di spazi piú grandi come quei pesci che in acque basse muoiono. E immagino la storia di Lui prima di me e Lui: i passi forse giá scritti, incontri come calamite che avvicinano e con il tempo, senza fretta. Mi chiedo se per caso ci siamo incontrato qualche volta anche da piccoli? Cosí, per caso, come ricordi che diventano dimenticanze da far riaffiorare, nella propria mente... Ma mi fa tristezza questo momento, sapere che tutto ció che ho fatto mi ha condotta a Lui e che tutto ciò che Lui hai fatto lo ha condotto a me (in un certo qual modo) come quei tiri di precisione in cui bastano millimetri e si giocano traiettorie, alte o lente... Mi fa tristezza sapere che abbiamo potuto condividere "Tutto"... tranne il passato. E forse la mia vita giá lo sapeva. Mentre ancora, la Sua, non l'ha capita.
(Dedicato ♥)

martedì 19 gennaio 2016

L'amore uccide lentamente...

    A volte penso... che la distanza li uccide, gli amori. A volte li divora, a volte li consuma come quelle gomme da cancellare che perdono pezzi e proseguire significa (solo?) rinunciare a qualcosa. Ma le storie d'amore a distanza sono sempre più frequenti. E mi chiedo spesso se ci si può amare a distanza? Restando ancora uniti, così uniti che la distanza e i chilometri e la mancanza e Skype che salta spesso ogni venti secondi... ormai non dovrebbe più fare un baffo. Solo che pur sapendo che la distanza non aiuta tanto il rapporto... io, non sono mai disposta a dimostrare fiducia concreta nei confronti dell'altro. Ma a volte, quando mi sento innamorata, parlare dell'amore significa parlare anche un po' di "Noi". E spesso la distanza uccide entrambi. Perché, io dall'amore, mi lascio incantare e sfiorare sempre. Anche se non è il mio e... non riguarda me, con la mia unicità. Anche se è un'energia così forte e così coinvolgente, da pretendere la vicinanza, il contatto, la presenza della persona che amo, nella mia quotidianità... Attraverso quei messaggi, compulsivi e sempre prolissi (e solo, miei) che fanno si incazzare, dopo tutto... ma che, se letti con attenzione, fanno altresì capire che "alla fine farò sempre di testa mia" (Cit.) ...Ed ora, ho solo timore a che un giorno non rimarrà più niente, di tutto questo. Di queste paure, di queste ferite, mancanze e assenze.
    (Dedicato ♥)



    Questa musica mi ricorda, senza fallo, un sacco di biscotti... litri di Vodka (al limone) bevuti, senza saperne il motivo... Anzi, no. Perché era "dolce". Ora, lo ricordo... Un barile di spumante... Coca Cola... Aranciata... Pepsi. Tutti i cd dei Beatles, Frankie Goes To Hollywood... Ventiquattro poltroncine (sparse nei punti più ombrosi della taverna, messa a disposizione, per la sua festa di compleanno, da una mia compagna di scuola delle superiori). Mezzo quintale di pop c...orn e... una marea di ragazzi e ragazze che al solo pensiero, mi faceva rabbrividire... "Devo essermi bevuta il cervello!" Pensavo ogni volta che finivo per accettare il suo invito...insistente. Perché mi conoscevo bene e sapevo che mi sarei ritrovata poi a raccontare a uno sconosciuto i fatti miei. Un ragazzo, per giunta! "Da quando un ragazzo di sedici (o diciassette?) anni dedica un'intera serata ad ascoltarmi, mi ripetevo tra me e me, se non per provarci? Ma poi, se non mi lascia perdere, dopo quello che gli ho detto, o è proprio cotto (così, all'improvviso?) o è tutto scemo". Scommettevo con la mente, mentre lo vedevo abbassare il suo sguardo, dopo che lo "scontro" con il mio durava troppo... "E' tutto scemo!" Concludevo... intanto che abbandonavo la conversazione, arrendendomi.

lunedì 18 gennaio 2016

    Per il mio compleanno (avvenuto, circa, dieci giorni fa) ho provato l'impulso di chiudermi in Studio... O, ancor meglio, di nascondermi dietro alle parole, non dette, per proteggermi dalle difficoltà ... evitandole quando possibile... Da piccina non festeggiavo mai, perché avevo paura che non venisse nessuno, alla mia festa. Anzi, per la verità, non è mai venuto nessuno... delle persone a cui tenevo e i regali e gli auguri gli ho sempre ricevuti dai parenti. I soliti, che mi ...hanno ricordata, con affetto, in quel frangente... Ora che sono cresciuta (e anche un po' invecchiata), esco a cena e ringrazio Chi mi fa gli auguri, ma provo ugualmente una certa inquietudine. Insomma, mi ripeto, è un giorno come un altro, ma non è affatto facile smettere di sperare nella magia... quando dentro... serbo ancora i pensieri della bambina che sono stata... Allora un po' mi vergogno, un po' ho paura. Le aspettative sono alte. In un angolino del mio essere... la verità di quel che voglio si nasconde sempre, spaventata di mostrare la propria vera luce ed essenza. E spero che anche quel ragazzino delle scuole Elementari, con cui mi fidanzai per un anno, in gran segreto... da mia madre (fino a quando non lo scoprì da sola, leggendo una mia frase scritta sul quaderno di scuola...) trovi il modo di farmi gli auguri. Per il mio compleanno ho girovagato in giro per i negozi, con l'intenzione di farmi un piercing ...fingendo che non me ne fregasse nulla degli abbracci, delle sorprese, dei brindisi, ma la verità è che...non ho ancora deciso alcunché, riguardo al piercing e comunque un regalino me lo sono concessa, allo stesso modo: il quarto buco alle orecchie, con un punto luce davvero particolare... Sugli anni da me compiuti... non mi voglio soffermare, perché non ho nulla da reclamare. E' un casino la mia esistenza. E forse è bello proprio per questa ragione. Sono così contenta di essere ancora viva che delle prime rughe e dei traguardi che non ho raggiunto e che non raggiungerò mai... Francamente me ne infischio. Sebbene invidio quelli che restano innamorati di qualsiasi persona... essere vivente o cosa, astratta, di un'idea, di un ricordo o, semplicemente, di loro stessi.

venerdì 15 gennaio 2016

    Penso di continuo, dentro me. Deliri, pazzie, monologhi interiori che mi portano a consumarmi l'anima fino ad impazzire. Sembra quasi che il carburante del mio corpo siano i pensieri. Questi soliloqui improvvisi... non calcolati, che m'invadono la mente senza interrompersi mai, senza mettere quel dannato punto alla fine, ma solo virgole continue... senza nessun senso, in quanto i miei pensieri vanno così veloci che nessuna pausa, seppur breve, riesce a frenare il mio delirio...... Sebbene, trovo che non ci sia nulla di male nel
    riportarli, poi, per iscritto... facendomi, a volte, guidare un po' dalla mia stessa follia... dai miei più primordiali istinti e da una mente un po' controversa. In fondo, quanto può essere sottile il confine tra genio e follia? A volte mi ritrovo a pensare che forse nemmeno ci sia, un confine. Persino di notte il mio pensiero subisce dei veri e propri traumi. Al punto che mi sveglio domandandomi: "Ma perché? Che senso ha tutto questo?" E, no, mi ripeto... Non esiste nessuna logica a queste stranezze. Non è la cena pesante, il caffè bevuto dopo i pasti... Poi, che sto scrivendo? La sera ormai lo prendo di rado e non è nemmeno l'umore nero prima di addormentarmi, perché i "mostri" della mente sono ben peggiori di quelli che esistono nella realtà. Peggiori, sì. Ma ne sono figli diretti...Non c'è realtà che non ne produca. E m'inseguono anche quando ho il sorriso sulle labbra e penso all'amore... Io non lo so cosa sia tutto questo marchingegno difettoso che muove i miei passi, ma il fatto è che non si spegne mai. E con "mai" intendo tutto quello che c'è al di fuori delle risate isteriche e incontrollate a cui mi lascio andare, quando un bicchiere di birra, bevuto di troppo, mi scalda in modo esagerato. Ah, che scema... ma io nemmeno bevo: sono totalmente astemia. Manco lo spumante a Capodanno sono mai riuscita a mandare giù... Eppure, certe situazioni mi riservano il diritto di tormentarmi, di stringere forte l'energia, a me rimasta... di rubarmi il respiro, come se tutto l'ossigeno sia svanito all'improvviso nel nulla, lasciandomi boccheggiare, a mò di pesce fuor d'acqua cercando invano, con i gesti, di chiedere almeno uno spiraglio di luce, una manciata di ossigeno... ne basterebbe una briciola. Non c'è nemmeno quella. Non c'è assolutamente nulla. A volte, si muore in questo modo: con un ramo malato che cresce troppo velocemente all'interno di se stessi, che nessuno si prende la briga di tagliare fino in fondo, finendo per intaccare pure quelli sani e il tronco si sfascia, dopo un po'... si disgrega, marcisce. Semplicemente, si muore. Dentro.

giovedì 14 gennaio 2016

    E' un po' un fenomeno comune dei social... e non accade solo in caso di morte di un personaggio famoso, ma anche in caso di altri eventi tragici (quali: "Io sono Charlie") oppure battaglie per diritti (come la bandiera arcobaleno sulla foto profilo, che da ormai quarant'anni accompagna la comunità omosessuale, in seguito alla decisione della Corte Suprema di legalizzare i matrimoni gay). A me personalmente non dà troppo fastidio... (e non penso neppure che sino tutti solo di ...facciata). Certo che sul mio Diario non pubblico quasi nulla, che rievochi questi eventi improvvisi, sono più che altro una mera osservatrice, però amo Bowie... Le sue canzoni mi hanno accompagnata (e mi accompagnano) da una vita, in certi casi me l'hanno salvata... la vita, tanto che ho deciso, contravvenendo alle mie abitudini, di pubblicare anch'io questa sera, una sua canzone a cui sono particolarmente legata: "Absolute Beginners" . Nel suo ricordo.

mercoledì 6 gennaio 2016

Alla vigilia di Natale ho pubblicato, tra le pagine del mio diario di Facebook, un post concernente il Natale. Il Natale cristiano, per l'esattezza... con l'antica tradizione del Presepe, che ne è il simbolo. Questa pubblicazione aveva lo scopo di "ringraziare" un mio contatto web (appartenente alle mie cerchie) che in questo periodo è solito mandarmi i suoi saluti correlati da immagini natalizie e non solo... senza, peraltro alcuna intenzione di "offendere" il popolo napoletano "spars[o] nel mondo" (Cit.) e, con loro, "un'intera città" (Cit.): Napoli, come qualcuno ha potuto erroneamente pensare, leggendo quanto ho scritto. Ed io lo ammetto: questa città partenopea non l'ho mai veduta, se non attraverso qualche film o documentario alla Tv, ma della quale ho potuto farmi lo stesso "un'idea" di come può presentarsi… di quello che può offrire a Chi la vuole andare a visitare, di persona. E come tutte le città del mondo, penso che ci siano zone assai pericolose e zone ricche d'interesse storico. Ma ciò che mi ha colpito vedere in qualche spezzone cinematografico, agli inizi degli anni '80, sono dei ragazzini che, indossando la maglia di Maradona, giocano a calcio, spensierati e senza timore… Sono situazioni che qui al nord non si vedono più. Ma è probabile che esista, per loro, un rapporto diverso con la strada, ove i più giovani imparano a vivere all'aperto presto e, ad arrangiarsi come possono. Tuttavia, se la penso attraverso i sensi… credo mi possa regalare sensazioni estreme, dove le emozioni colpiscono allo stomaco senza passare per il cervello. Ma temo che sia, oltre che l'essenza stessa della bellezza, lo zoccolo duro del degrado. E' la capitale dell'arte e della cultura, ma anche della corruzione e dell'illegalità. E temo, altresì e senza offesa, per coloro che pensano che "essere napoletani, sia una fortuna"… che questa città occorre amarla come amare una donna bellissima, ma che indossa solo calze sfilate e porta lo smalto sverniciato e graffiato sulle unghie. Avendo il coraggio di farlo, per non perdersi il meglio della vita. Quanto al mio post, citato in epigrafe, la frase che a quella persona (che frattanto - mi sono accorta - mi ha bannato il profilo. Forse stanco di aspettare le mie scuse pubbliche... non intuendo invece che, il suo comportamento, non mi avrebbe scalfito alcunché, in quanto mi ha solo permesso di cogliere l'occasione di pubblicarne uno nuovo con le parole e i tempi che più preferisco), la frase, dunque, che ha dato maggior fastidio è stata la seguente: "[...] come a far intendere che i napoletani abitino da sempre nella terza parte, quella dedicata alla baldoria... agli schiamazzi... Allo stato di ozio più felice e spensierato: al dolce far niente." Eppure il mio intento non era offendere i napoletani, piuttosto descrivere uno scorcio di quel Presepe… seicentesco ove, in esso si fondono la storia culturale "colta" e quella più legata alla gente, alle sue consuetudini e tradizioni, non solo religiose, con frequenti riferimenti alle realtà quotidiane specifiche di ciascuna popolazione. Ed è in questo punto che quel mio contatto non ha saputo comprendere la ratio del mio scrivere, sicuramente non basata sul ledere gli animi dei napoletani. No. In quelle parole, semmai, è racchiuso il modo di quella gente di vivere il Natale ed esprime, al tempo stesso, la profonda semplice religiosità delle persone, dalle più umili: che sanno vivere, accontentandosi, alle più chiassose e "pigre", nei momenti di festa, abituate maggiormente a fare baldoria e socializzare di più (di me che provengo dal nord) visto che sono pure molto smaglianti, vivaci, gioiose, nel loro genere. Tuttavia penso… e qui concludo la mia discolpa, che questi napoletani dovrebbero tenere un po' di più alla città in cui vivono… certo, non brillante di pulizia, come Roma… ma, neppure tenuta lustra come un fior di gioiello…

martedì 5 gennaio 2016

Anch'io faccio "Flop"... :-(

E dopo il gran "successone" di critica, che (sul mio profilo Facebook) ha ottenuto l'antefatto post riguardante: "Napoli ed i napoletani", sto cercando, per la verità, di chiedermi più volte, fra me e me, il motivo di questo "Flop", ma non riesco ora a concentrare il mio pensiero altro che domandandomi quali sono le differenze tra la gente del Nord e quella del Sud? Molti degli attriti dipendono dal fatto che non ci si conosce davvero e per umana reazione si tende a demonizzare o a ritenere "altro" ciò che si ignora... Pensare che quando l'Italia venne unificata, oltre un secolo e mezzo orsono, le due realtà territoriali (se così si può affermare) erano socialmente e culturalmente quasi al completo oscuro l'una dell'altra! Cavour non è mai sceso sotto Roma e, così, la maggior parte della Camera Cisalpina e dei componenti della "Destra" storica al potere (in questo modo, denominata, poiché come la "Sinistra" di quel periodo, ebbe un ruolo, storico, nella formazione dell'Italia). L'unità era soltanto un mito ed un'ideologia, non si fondava sulla conoscenza e sulla reale coscienza dell'unitarietà di un popolo... Molte situazioni, a livello mentale, ce le portiamo dietro dalla storia: municipalismo, comunismo e, appunto, questione meridionale… Il "fastidio" è non solo verticale (nord-sud), ma anche trasversale ed orizzontale, per il semplice motivo che spesso non ci si sopporta neppure tra comuni confinanti, che siano meridionali o settentrionali! Stando così le cose… temo che ogni popolo sia figlio della propria storia. E, la nostra, è una storia antichissima e ricchissima, ma non unitaria. Ecco… L'ho scritto! Con buona pace di Chi mi leggerà… Ma, venendo più strettamente al quesito iniziale che mi sono posta, indubbiamente esistono delle diversità culturali e comportamentali sulle quali hanno influito tante realtà di fatto: la storia de qua, le dominazioni diverse, il clima, l'assetto geo-politico e lo sviluppo economico... il Sud, terra di natura, di villeggiatura e di ozi sin dagli antichi Romani continua tuttora, per analogia, ad essere meta privilegiata del turismo. Ma non polo di attrazione per imprenditori e industrie, che si localizzano preferibilmente al Nord, spinti alla ricerca delle maggiori risorse, correlate con le materie prime e la maggior vicinanza con la fascia appartenente all' "Europa di Mezzo" o "Centro-Europa". Mentre al Sud si ha paura ad investire… a rischiare sul futuro: l'arte di arrangiarsi e di "campare" alla giornata è ancora oggi molto diffusa, anche perché favorita da una situazione politica e sociale decisamente spinosa... Altri aspetti tipici dei meridionali sono poi retaggio di un maggior attaccamento ad una religiosità intensa e a valori fondanti della civiltà mediterranea, come la famiglia e le tradizioni popolari. Sempre al Sud, inoltre, vi è una maggiore apertura all' "altro", una piacevole e spontanea (a seconda dei punti di vista) invadenza popolare, la mentalità di non rovinarsi l'esistenza dietro alle ansie e alle necessità della vita... stessa, resta, tuttavia, per cui si riesce a sorridere o si trova il tempo per una battuta anche in mezzo a situazioni drammatiche... Brevemente, io sono piemontese e provengo da una famiglia che più settentrionale non si può… Se vengo ospitata in casa d'altri con affetto e partecipazione, diventando il centro dell'attenzione per "Dovere" di ospitalità… quasi mi imbarazzo fortemente. Proprio alla luce delle profonde differenze insite nella mia personalità. Tanto che preferisco (quasi) la totale riservatezza che traspare quando sono impensierita e non concedo nessuna chiacchiera nei negozi, nessuna dolce invadenza, nessun interesse per la gente o la persona che sono… Dimostrando di essere così un po' egoista. Tirando diritto per conto mio e non volendo badare agli altri. Fino a far sentire mostruosamente a disagio, Chi solo tenta di strapparmi una mezza parola, quando cerco di "studiare" e analizzare, il comportamento di qualche forestiero, che ha catturato il mio interesse...


lunedì 4 gennaio 2016

Essere pronipoti

    Da qualche mese ho un pronipote, figlio di mio nipote, che non vedo quasi mai. Tranne forse, di rado, quando gli impegni di lavoro me lo permettono o, come è capitato... in occasione di questo Natale. Era seduto davanti a me sul seggiolino a tavola e faceva le pernacchie... mentre la sua giovane mamma lo stava abituando alle prime pappe contenute in un barattolo di vetro, ricavato da qualche conserva di confettura, imboccandolo con la dovuta attenzione. Intanto, che mangiava ...di gusto, quella sorta di semolino senza colore, un po' l'ho osservato... non lo nego. Ho visto come, già a sette mesi, tende la testa verso le persone che lo circondano... O come, semplicemente apre la manina per afferrare gli oggetti e portarseli alla bocca... E mi sono ricordata, quando anch'io lo facevo... alla sua età. E mi protraevo, allungandomi, verso mio padre, affinché mi afferrasse per le mani e con quei pochi chilogrammi di peso che avevo riuscivo a racchiudere in quel gesto tutta la forza che nemmeno un "adulto" era capace di darmi. Mi piace tanto quando i bambini sembrano fatti proprio per darci la mano. Se noi l'apriamo ci accoccolano dentro la loro senza che si abbia il tempo di dire niente. E con che soddisfazione... lo fanno: sono fieri di darci la mano. Fino a quando, un giorno, saranno soli per davvero (penso io) e si dovranno ricordare di quella stretta, ricevuta, di quel calore, che aveva emanato e del sudorino che nasce quando due mani si uniscono e sono felici di farlo. Ma anche, di quanto, non siamo bravi a ringraziare Chi ci sta accanto, a parer mio...