venerdì 17 giugno 2016

E' da parecchio tempo che mi sono affezionata a certi tipi di trasmissioni televisive dai titoli inquietanti come: "Quarto Grado", "Terzo indizio", "Amore Criminale"... e le serie americane che trasmettono in seconda serata sul Canale 8 del Digitale Terrestre: "Cold Blood", "Lady Killer", "Stalker: attrazione fatale" o "Giallo TV" (Canale 38)... Agli inizi ero molto titubante di quel che stavo osservando, ma poi mi sono detta che è ora di farla finita con questi deliri/incubi e che è ora di strappare anche questo velo e così ho cominciato a seguirli e con apprezzabile interesse... So che non sono esattamente dei film d'autore, ma c'è qualcosa che risuona dentro ogni volta… Ci sono ricordi che tornano alla mente ed è tutto come allora, poi ci rifletto sopra… e mi rendo conto di quanto i miei "morosi" di un tempo… non mi abbiamo mai amato, visceralmente, intendo, sino a farsi davvero male… forse, qualcuno, a modo suo mi ha anche voluto bene, ma è un affetto "tiepido", sublimato della passione! Per ogni "moroso" avuto… Io tremavo di "loro", in ogni mia parte, non so come spiegarlo, in poche righe, ma non c'è stato un giorno in cui, per ogni "Storia" avuta, ho sentito di non aver voglia di averli vicino… Anche quando eravamo distanti. E mentre, in questi racconti di omicidi , le coppie si rammentano l'un l'altro di essere: "eternamente "Tuo", eternamente "Tua", eternamente "Noi"...", a me invece viene in mente che "loro" mi piacevano così come si sono presentati, negli anni… "nonostante "loro", nonostante "me"...". Ed erano ai miei occhi, belli come un Apollo. Uomini che ho tenuto "dentro", scolpiti nell'anima e che sono rimasti lì … nonostante altri uomini siano successivamente "entrati ed usciti" dalla mia vita … "Loro" sono restati lì. Negli abbracci che mi mancano, negli occhi degli uomini che ho incontrato, nei baci che ho ricevuto… E in quelli che non mi sono piaciuti. Nelle parole spese… e in quelle che ho trovato noiose! "Loro" sono restati lì… quando mi sentivo sola e avrei voluto ricevere un abbraccio, anch'io, avrei voluto che qualcuno mi dicesse che... "andava tutto bene" e che asciugasse le mie lacrime, ma "loro" sono stati quelli che, uno ad uno, per primi… mi hanno abbandonata, allontanata e dichiarata: "morta"… Ma mentre ricordo di aver speso, in quel passato, tutte le mie lacrime… una voce narrante dice che: "ad ognuno di noi viene concesso solo un numero di lacrime per persona e lei, quella sera, le ha esaurite per il suo uomo, due ore prima di essere uccisa... e nella maniera più brutale"… (Che strana coincidenza, sono queste trasmissioni…) Mi verrebbe da urlare: "Anch'io le ho esaurite per tutti "loro"! Ma non per la nostalgia, che ho provato nel non averli più al mio fianco… Bensì, perché non ci potevo fare nulla…Va oltre me stessa per quanto mi sia impegnata… Ma qui arriva la parte dei propositi per il nuovo anno, sebbene non sia ancora arrivata ufficialmente l'Estate: scrivere un libro e seppellirli "Tutti" in fondo alle mie dure parole. Non sono più innamorata di ognuno di "loro". E come potrei? Allora, di Chi potrei essere innamorata? Ma, non mi basta, in questo momento, saperlo. E' più importante, per me, seppellirli ora in fondo ad un angolo più oscuro dei miei pensieri, visto che non riesco a strapparli via dalla mia testa! Eh già! Dal momento che, la vita non è un film… E ognuno di "loro" non tornerà... più. Neppure in tutti quei mesi in cui c'avrei scommesso… (Che sarebbero tornati!) Che, avrebbero compreso che c'era qualcosa di bello nel dire: "NOI". "Nonostante "loro" e nonostante "me"...", quando ero convinta che avrebbero aperto gli occhi… Ma poi, che è successo? Semplicemente… Essi si sono resi conto di aver sbagliato, con me. Perchè non ero importante per nessuno di loro. (O almeno non abbastanza da poter andare oltre loro stessi per trovare me e insieme trovare "loro"). Ma anch'io… ho continuato testardamente a sbagliare, cercando di convincerli… Avrei dovuto lasciarli andare molto tempo prima… nonostante il dolore. E non per le stupide idee filosofiche che tarlano la mia anima, ma solamente, perché quello che provavo io non era reciproco e "loro" non hanno mai visto neanche lontanamente la mia essenza, senza mai valorizzare e proteggere la "loro" donna… O qualcuno di loro lo voleva fare, ma senza poi non essere mai stato in grado di condividerlo, almeno con me. Adesso che successivamente ho rivisto (seppure indirettamente, attraverso queste serie televisive) anche le mie "Storie"… posso (sul serio) attuare, con congruo anticipo, i miei propositi per l'anno nuovo (ancora tutto da venire) e mentre scrivo pagine di un libro che nessuno leggerà mai… seppellisco, con esse, un po' di quel passato/trapassato e un po' di "loro"… Finchè non mi sentirò più tanto scossa, da tutto questo (inutile?) rimuginare. Perché può darsi che i miei pensieri siano "[…] tutte sovrastrutture che si possono smontare e ricostruire quando servono…" (Cit.) e che davvero i sentimenti non sono così complicati, come appaiono… Ma sono limpidi e chiari. E se una "colpa", per tutto ciò, esiste… quella è solo negli esseri umani, che li rendono difficili, perché capaci di confonderli, sottovalutarli e nella peggiore delle ipotesi, ignorarli… con straordinaria faciloneria.

(Dedicato ♥)


mercoledì 15 giugno 2016

    Stamani camminando per strada, a passo spedito, in direzione del mio Studio, per una volta... ho provato a pensare cosa si prova ad essere quella che non si sposta sul marciapiede quando in due non ci si passa... Cosa si prova ad essere colei che va avanti nonostante tutti gli altri? Ma, soprattutto, mi piacerebbe vedere cosa succederebbe se, per una volta nella vita, non mi facessi da parte: gli altri si scanserebbero all'ultimo come i piccioni o preferirebbero avere con me ...uno scontro... fisico? Ma magari l'incrocio con un altro individuo sul marciapiede fosse regolato davvero da un protocollo preciso: le due persone si fissano un attimo brevissimo negli occhi, poi spostano lo sguardo in distanza dalla parte, dalla quale pensano di passare. E se non vi sono reazioni, ognuno passa dalla parte che ha dichiarato, altrimenti si fa un secondo giro. Non vi è altro, censito nel Galateo (regole per una buona educazione).... Peccato però che io incontri solo gente che va dritto e ....non sceglie la sua parte, perché automaticamente si aspetta che io gli ceda la mia. Ed è buffo, se ci ripenso... in quanto un comportamento tanto sciocco fa intuire altri fatti non scritti...

    P.S. Ho deciso di allegare al mio post l'immagine resa pubblica da una ragazza americana su Twitter, che l'ha resa famosa per un nuovo (frivolo) rompicapo: cosa c'è di sbagliato in questa foto? A prescindere dai commenti letti su quel social... ove il più romantico ha scritto: "L'uomo dovrebbe tenerle la mano", nessuno ha saputo scoprire che si tratta di "galateo": l'uomo infatti sta camminando sul lato interno del marciapiede, quello cioè più protetto dai pericoli della strada e che per galanteria dovrebbe invece cedere alla donna... ad un bimbo che gli cammina accanto o (nel caso in cui lo possedesse) persino al proprio cane, tenuto al guinzaglio in città.

lunedì 13 giugno 2016

    Questo dolce cagnolino dalle macchie nere mi sta davvero intenerendo ogni giorno di più... L'idea di avere un altro bianconero in casa (dopo la perdita di Rupert) è stata ponderata per lunghissimo tempo, dalla mia famiglia, poi, finalmente è nato un pomeriggio... e quella macchiolina nera intorno all'occhio sinistro, ben presto mi sembrò la forma di un cuore, così graziosa, da conquistare anche me... Oggi Ulderico mi è molto affezionato. Quasi più a me che alla mia sorella gemella. Sono sincera. Il nostro legame è cresciuto nel tempo. Sebbene di tempo insieme non ne passiamo parecchio, anche (e soprattutto) a causa del mio mestiere... Ugualmente, però, ho potuto seguire la sua crescita costante nei ritagli di tempo e osservare così che ogni pezzo di legno raccolto nei prati per Ulderico diventava un giocattolo con cui trastullarsi... Adora sgranocchiarlo e assaporare il gusto che rilascia quando lo inumidisce con la sua saliva... Non so tuttavia spiegarmi da dove è sorta la nostra complicità. Quando scende la sera, poi, mi ritrovo spesso a guardare le espressioni della sua sagoma, mentre osserva, bellamente "parcheggiato" sulla mia pancia... le immagini dello schermo televisivo, insieme a me, ricordandomi un forte sentimento di affetto. Di meraviglia. E anche di grande curiosità per quelle "strane" figure... sempre in costante movimento. Ma come spesso penso... l'amicizia tra cane e l'essere umano è un po' come quella tra due persone: non è sufficiente volerla. O c'è o non c'è. E' un gioco di sinergie che nasce da sé e da sé si alimenta. Un legame irrazionale che nulla ha a che fare con la nostra volontà... Sfortunatamente però è proprio quando subentra la ragione che la purezza del sentimento inizia a inclinarsi. Essa ha il potere di intaccare l'amicizia direttamente alle sue fondamenta... Di esicarne lentamente la fonte. Di minare il suo nucleo originario... Meglio più nota come, "incondizionatezza". Ma è purtroppo nelle belle giornate di sole passate quasi sempre al guinzaglio che il mio Dalmata afferma di non essere un cane rissoso e arrogante, quando vede altre quattrozampe come lui che amano andare a zonzo e respirare l'aria salutare... Anche se perso nei suoi pensieri, è nel momento di massimo divertimento, quando ovvero incontra un altro cane... che è sempre un terno al lotto. Non si sa come può andare a fine. La possibilità che si scateni una rissa furibonda... resta un'insidia, sospesa nell'aria... E quando uno dei due porta addosso i colori bianconeri, il rischio che a prevalere sia sempre il mio Ulde! Resta, ahimè... troppo alto. Colpa forse del colore di quelle macchie?


domenica 12 giugno 2016

    Ho un pensiero che mi frulla per la testa, da una settimana. Ogni volta rimando, così questo pensiero non è più un "pensiero": sta diventando un'attitudine, un lato di me... irrinunciabile. Un mio frammento inalienabile. Mi appartiene come se fosse il mio nome. Se non scrivo immediatamente quello che preme per essere scritto... mi succede in questo modo, ma è troppo. Fare "proprio" tutto, senza lasciare andare niente, è davvero "troppo". Ecco perché scrivo, forse. Per lasciar... andare... Per salvare con la scrittura una parte di me. Quella parte di me che proteggerò, anche a costo di perdere me stessa... Benché da qualche tempo, non mi riconosco più... E non mi sopporto già più... Non credo in niente e non penso di essere mai stata "la migliore" in qualcosa... Qualunque mio nuovo aspetto, messo a confronto, mi apparirebbe adesso come un'orribile scarabocchio, come un errore, una deludente sconfitta. E così finisco per amare quel pensiero che ho creato con la stessa passione con cui vorrei distruggerlo. Lo amo abbastanza da non abbatterlo, ma lo amo troppo per poterlo abbattere veramente. Ho messo moltissimo di me in quel pensiero... Rido raramente, ma adoro far sentire a disagio Chi mi sta vicino, con i miei silenzi... Non sono simpatica, per niente... "Sto avendo un modo di fare francamente irritante" (Cit.), ma in qualche modo... mi viene la voglia di giustificarmi. E, dopo tutto questo tempo, ho solo bisogno di scrivere. A qualcosa mi servirà? Mi domando, questa notte dubbiosa...

    (Piccolo e personale sfogo in bianco e nero)
    Immagino spesso come andrò a riposo..."Dopo aver versato 40 anni di contributi allo Stato". Magari, il destino mi riserverà di diventare solamente una "Signora attempata", se non peggio (dopo l'adeguamento, sempre più "ballerino", dei requisiti di pensionamento alle aspettative di vita della popolazione) temo che mi sarò ormai tramutata in una vecchia donnetta… con i capelli bianchi scompigliati dal vento, che cerca invano di ripararsi la testa con una sciarpa, vestita pulita...mente seppure poveramente di nero. E Chi sarà convinto di riconoscermi camminare per strada, così "diversa", da come sono stata... Resterà fermo per guardare verso di me. Appena un attimo… Alzerà poi lo sguardo in direzione della mia persona. E mi riconoscerà:
    - Ma ciao!!! Che lavoro fai?
    - Sono in pensione
    - Ma perché, quanti anni hai?
    Ed io, a quel punto, non so cosa risponderò… Sempre a causa di questo "adeguamento" quasi incomprensibile.
    - Boh… Fai tu: 64 e 3 mesi o 66 e 7 mesi?
    - Te li porti comunque da Dio!
    Ma se davvero le cose staranno in quel modo… Può essere che per allora, io incominci a provare una "doppia soddisfazione", che sta nel fatto di non sentirmi più schiava delle aspettative altrui… Dal momento che, il "pensionato" ha una sua dignità, vive di vita propria, sta mettendo in atto un proprio diritto: si sta godendo i frutti di qualunque lavoro abbia fatto prima! E che sarà ancora "giovane" per farlo, se non morirà or ora...

Ieri notte sono rientrata alle 2.30 a casa… ma, non era una notte come le altre... Ed io non sono più riuscita a prendere sonno. Mi sono allora diretta verso il salotto, a piedi nudi, brancolando nel buio per non svegliare Chi invece dormiva già da un po'… Da una scatola di latta (usata un tempo per contenere i biscotti secchi mattutini) riposta nel fondo di un cassetto ho visto sporgere alcune vecchie fotografie di famiglia. Guardandole… ho notato che non ci sono foto di me, ancora piccina, in braccio a mia madre, con le teste unite in una vicinanza che si pensi… durerà per sempre, ma che poi "per sempre" non dura, mai… niente. E adesso sto pensando alla difficoltà di essere madre… quando la vita che conoscevo prima, poteva venire stravolta dalla nascita di un nuovo essere, che invece non c'è mai stato. Ma è anche vero che la normalità, le consuetudini, sviluppano momenti di ragione, di raziocinio, sui quali fonda il suo agire... E non sarebbe stato così automatico amarlo. Se ci fosse stato: avrei avuto il bisogno di conoscerlo, prima, instaurare un rapporto, creare intimità, complicità, oltre le urla notturne e la stanchezza, oltre l'umiliazione di perdere la linea dei miei fianchi…e delle mie cosce. O, peggio, la mia professione, oltre al tempo per il mio svago (per la verità, mai esistito), oltre la coppia che svanisce in giochi di ruolo, competizione, a volte… Oltre le sbarre alle mie finestre e intorno agli spigoli dei miei mobili che avrebbero parato soltanto le sue cadute e delimitano la mia indipendenza, totalmente mai conquistata per davvero, ma solo almeno per un po'… Un po' che sarebbe durato tanto. E gli scatti di nervi (che provo, al pensiero di quel figlio mai nato) presumo siano ora qualcosa di normale, mentre sicuramente qualcuno, più attento di altri, mi avrebbe additano come "cattiva madre". Ma, se avessi fatto scelte diverse… nella mia vita. Alla fine quel rapporto si sarebbe instaurato. Magari lasciando fare tutto alla "Natura"… o al fatto che l'amore per un figlio si solidifica con il tempo… S'incastona in quello che sarebbe stata "la mia nuova esistenza", diventandone il fulcro. Fonte di quella gioia, fine a se stessa, mai provata, senza esagerazione… Fonte di ansia e preoccupazione. Fonte di "senso", per Chi non riesce magari a trovarne uno, senza… Fonte di puro e incondizionato "Amore"… di sentimenti buoni e meno buoni, annodati insieme… Fonte di conflitti che a volte si fanno insanabili, di incomprensioni che, a ben guardare, avrei dovuto trascinare dall'analista per anni, se non fossi già nata "Forte" d'animo. Ecco… (L'ho scritto, ora, finalmente!) La "Madre"… Quella madre mai conosciuta, è anche la mia "Fonte"... da cui dipendo, ogni giorno, nel bene e nel male… per sempre. Una fonte di acqua "a volte limpida, a volte torbida" (Cit.), come lo è "il [mio] più sacro specchio d'acqua" (Cit.) a cui sono legata a filo doppio, che si deve avere la pazienza e la costanza di depurare di continuo, quotidianamente. Un "compito", questo, inestimabile quanto duro, appagante, quanto faticoso... Che ugualmente difendo con i denti, pur non avendo avuto figli vivi da accudire e far crescere… Ma non mi perdono per non essere diventata madre. Come, non perdono la mia, per non aver lottato, quel tanto che bastava, a tenersi in vita per restare al mio fianco a vigilare sul confronto di infinitesime note e di infiniti piccoli e grandi, miei, mutamenti. Neanche un po'.

(Dedicato ♥)