domenica 28 agosto 2016

    A volte mi piacerebbe saper disegnare. Non essere un'artista, accattivante e affascinante, una maga con i colori o cose simili… Mi piacerebbe soltanto saper fare un disegno. A volte le parole non mi bastano ed è un supplizio quando mi accade... di sentire un vuoto ed essere sicura di non saperlo colmare in tempi brevi. Così immagino di avere davanti agli occhi e adagiata sull'anima… un'immagine che non mi tiene stretta, ma comunque non mi lascia andare. In certi momenti è il ...fotogramma di una mattina del mese di Luglio trascorsa in qualche aula del Tribunale, senza tanta voglia di esserci, con il caldo appiccicoso, già alle otto della mattina, in silenzio assoluto, attendendo che il Giudice si decida a dare inizio alla prima udienza, iscritta a ruolo... In altri momenti è un marciapiede. E una strada al sole e un orizzonte confuso dal troppo calore. In queste ultime sere è una donna sdraiata sul letto, in posizione fetale, che riversa tutte le sue lacrime sul cuscino, senza rendersene conto… Ma, imperterrita, continua a perdere lacrime, inconsapevolmente… La donna è nuda e da troppo tempo qualcuno non la tocca. Nemmeno lei si tocca più, di proposito, ha deciso che non merita carezze, non è più bella, senza "Lui". Accanto a lei alcune foto di quando era giovane. Tra queste foto c'è l'immagine di una ragazzina seduta di fronte ad uno specchio. La ragazzina è carina, schiena dritta, efelidi ovunque, senza lentiggini, occhi fervidi, in attesa di qualcuno che la porti via, che la stravolga. Nessun accenno di allegria sul volto. Solo una dignitosa serietà, l'accompagna... Alla donna, sul tavolino, le è rimasto un cellulare… che ha smesso di controllare con la frequenza di prima… Nello specchio, intanto, il riflesso è diverso… Nel riflesso, la ragazzina balla una canzone sconosciuta suonata da un musicista di strada. Il problema è che non so disegnare neppure un vulcano in attività, pronto a eruttare lava alla minima provocazione, eppure carico di quel fiero dinamismo che fa sembrare tutte le altre montagne, al suo confronto, insulse e remissive. Tutto sommato, si tratta solo di smettere di fantasticare... Ma era meglio prima, qualche minuto fa, quando il buio dei miei pensieri diventava vertigine. Ora non posso neanche precipitare, non so cosa mi aspetterà domani, tra qualche minuto, adesso.

     (Dedicato ad un amico partenopeo e alla promessa fattagli... di fargli avere un ritratto immaginato da me.)

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