Solo in questo modo sono maturata… con l'intima convinzione di non aver bisogno di nessuno. Non solo un pensiero razionale, ma l'inconscio convincimento che mi spinge, da sempre, a non voler mai chiedere aiuto... a non sentirne il bisogno. Unitamente all'orgoglioso archetipo di riuscire sempre a farcela con le mie stesse gambe... E ce l'ho sempre fatta da sola. Non ho mai chiesto aiuto neppure nel più burrascoso dei temporali, che si abbatte, sovente, su di me -come un masso ...trascinato nella caduta- ho corso fino al riparo più vicino e poi... ho corso ancora. Stanca... ma sola, forte e tenace. Questo mio atteggiamento, mi trascina, azione dopo azione, sulle montagne russe del desiderio spasmodico, dell’ansia di essere amata quando: so di amare… Ovvero, quando sento il suo arrivo, connesso da tutto il suo enorme amore, che è capace pure di insegnarmi la bellezza di condividere il male, la meraviglia di un pianto, quando so di avere qualcuno che mi sostiene la testa, traboccante di pensieri... l'enormità di aprirmi... e fidarmi sul serio, la gigantesca forza che dimostro nell'essere fragile, di tanto in tanto. All'opposto della medaglia, la voglia ancestrale di prestare attenzione ad altri… non mi è mai pesato. Anzi... lo trovavo qualcosa di spontaneo, normale, facile persino, appagante. Chiedere aiuto no. Mi costava e, mi costa tanto. Finché mi sono guardata "dentro"… e tutto questo amore, che neanche ho saputo inizialmente accettare, troppo, mi ha chiarito che, no... non sono fatta per ricevere tanto… Il pensiero mi fa sentire quasi in debito. Poiché al mondo c'è una miriade di persone che sono incapaci a dare... e poi ci sono quelli come me, che sanno dare, ma non sanno ricevere. Non ne sono proprio abituati.
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