...Puoi scrivere quello che vuoi, leggeranno quello che vogliono. (D.) Sarà la scelta più difficile, ma qui dentro vorrò esserci soprattutto IO, anche con i miei illimitati... limiti...
martedì 25 agosto 2015
Dentro le parole....
Penso di non aver bisogno di belle parole, per sentirmi un po' su... in quanto, lo so...che rimangono solo "parole", sì, solo quelle... Eppure ogni volta che qualcuno me le dice devo tenermi quel momento... Devo custodirle come qualcosa di fondamentale, qualcosa che ripeterò nella mia mente ogni volta che mi sembrerà di cadere... E mi ripeto che so Chi sono e Chi vorrò essere, ma ancora non so come sono... Sono solo sicura di una cosa, riguardante la mia persona e, penso sia la cosa che più mi rende felice e che più (inconsapevolmente) mi tormenta: mi rialzerò di nuovo... per non restare più a terra... E mi dico... Quante cose mi dico? E ora sembra non avere senso niente, quelle parole dette per convinzione, per tenere duro, per sentirmi meglio, quelle, ripetute per provare a rialzarmi... Tutto sembra aver perso di valore, e mi sento completamente sola. La mente che diviene una sorta di lago chiaro e quieto sul quale sorgeranno qui e là bolle d'aria (i miei pensieri). Una bolla, la domanda: "Da dove viene?" ...e la bolla esplode. Un'altra bolla, la domanda e... anche questa bolla esplode. E così via con i pensieri che sorgeranno dopo. Ma senza neanche una parola di conforto, se non quelle che sputo fuori io, perché tenermi dentro questo, costa troppo dolore... troppo male, troppa tristezza. Forse questo pensiero deriva dalla mia coscienza, o dal mio "Io", o dalla mia memoria, o da un altro pensiero, o da una certa sensazione fisica che continuono a provare... Al pensiero appena sorto, quando ancora non ha invaso completamente il mio schermo mentale, nella sua situazione embrionale, pongo la domanda: "Da dove viene?" ...E così il pensiero stesso cade, facendo ritornare la mia consapevolezza al suo centro. L'animo mio si lacera, le viscere si strizzano e gli occhi bruciano... ma non piangono, rimangono immobili come il mio corpo e mi chiedo come sia possibile rimanere così intatti e fermi mentre tutto dentro mi sta crollando addosso. Come quando la bufera della mia mente stacca tutto dal suolo... senza lasciare neanche una traccia di quel muro eretto (con il tempo e con la pratica) per proteggermi da fruscii leggeri nello sguardo di pochi che percepiranno... o che nessuno percepirà. Mi chiedo come sia possibile tremare così tanto, avere l'anima che vibra così forte da sembrare quasi qualcosa a parte, che forse prima o poi si staccherà e vagherà da sola... se continua a muoversi così veloce. E mi chiedo pure, se qualcuno riuscirà a placare queste mie paure, questi miei dubbi che non si fermano mai, questa mia anima che non è mai in pace... Chissà se qualcuno riuscirà a tenere ancorati i miei pensieri, se qualcuno riuscirà a farmi sciogliere o... farmi vivere o farmi sentire solo un pochino meglio, un pochino migliore, perché ora sembra che niente ha più senso, neanch'io, neanch'io. Soprattutto io, che resto a sedere nella solita postura. Con gli occhi leggermente aperti, ma mai chiusi... intenta ad accorgermi della nascita di ogni singolo pensiero che (inconsapevolmente) si accavallano gli uni sugli altri, creando stratificazioni di pensieri su pensieri... I miei.
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