lunedì 23 maggio 2016

Non dovrei sentirmi, così… sola, scomposta, ciliegia che da terra guarda il ramo. Dovrei ogni giorno bastarmi, mi ripeto sempre. E invece a me non basta mai niente. Non avrei dovuto, all'Università, saltare l'ultima lezione di diritto romano, prima dell'appello con l'idea puerile che... "Tanto è tutto scritto sul libro": ancora oggi mi chiedo cosa sarebbe successo se… Non avrei dovuto sedermi sulla canna delle tua bici, accettando, in questo modo, un passaggio verso casa… all'età di vent'anni. Non avrei dovuto accompagnarti dandoti la mano, il mio cuore, il mio ventre... che era sempre in subbuglio, standoti accanto: "Sono le farfalle nello stomaco", ti dicevo, per giustificare quello strano stato d'animo… ma dentro di me non avevo farfalle: solo Te. Non avrei dovuto salire su quella tua macchina che sapeva fare i trecento all'ora... premendo l'acceleratore al massimo. Non avrei dovuto darti ascolto: mi dicevi: "Sei bella" e crederci è stato l'errore... più grande (che avessi mai fatto a quella giovane età). E, una sera di molti anni dopo… non saresti dovuto venire a casa mia… Non avresti dovuto darle la mano, mentre io vi guardano storto. Ma a te non importava farmi del male, se non di... "voi due". Ed ora non so proprio per quale ragione mi sono messa a scrivere di te "al presente", come a saperti riconoscere ancora tra altri mille uomini... I tuoi gusti (in fatto di donne), le tue carezze sotto le coperte a Luglio... anche se fuori il sole batteva forte. Come le mie fragilità, diresti tu. Lo diresti anche adesso? Non avrei dovuto affezionarmi, non avrei dovuto aprirmi e... capirti: sei stato il libro che si scopre leggendolo, con la fretta di Chi vuole girare pagina per sapere, se potrá mai essere meglio di com'è all'istante... Eppure guardami qui, a distanza di anni… a chiedermi ancora, se potrá mai essere peggio di com'è stato allora… Tu con altre, che non sono io, hai preso a braccetto la tua libertà… e una sera, te ne sei andato via … "Chi lo sa, se per sempre? Se per due mesi o un fine settimana soltanto". Pensavo… E mentre ti pedinavo in macchina, mi sentivo come un serpente che doveva prendere i frutti e mano a mano che si allungava, mano a mano rischiava di mangiarsi e perdere, come un cane che si morde la coda… Ed io credo, dal troppo amore, di essermi morsa. Non avrei dovuto darti quello schiaffo, davanti ai tuoi amici, nel parcheggio del bowling… Sono stata molto gelosa quando mi hai chiamato con un nome di donna che non corrispondeva al mio… Ma pur avendo compreso, fulmineamente, che ormai non avevo più nessun posto nella Tua mente… Schiaffeggiandoti ho voluto solamente rivendicare che, io, ero lì… Presente. E ancora, "C'ero (per Te)". Dovevi solo aprire quegli occhi e guardarmi. Con coraggio... Invece ha vinto Lei (tra noi). Non avrei dovuto farmi spogliare, da te, a diciotto anni. Tu non avresti dovuto ascoltarmi, mentre te lo imploravo… E saremmo dovuti essere contenuti, a distanza e distanti, neutri, senza invadere… e appartenersi. Mi avevi guardato, nuda, con orgoglio, quel pomeriggio d'Estate… e non avresti dovuto, farmi sentire un Tuo "trofeo". Non avremmo dovuto fare insieme tante cose… e soprattutto le piú belle (quelle che si fanno da amici a quell'età) ma come spieghi allora questa mia stupida sensazione che mi fa sperare ancora che ci saranno altre cose belle, nella mia vita? Certo, ci saranno… Malgrado l'età che avanza, ma non saranno "belle", come siamo stati noi, non così importanti, non così diverse? Come mai sto cercando di tornare proprio lì… in quel passato, da dove vorrei solo fuggire?


(Dedicato... a quella parte di me che, ancora, non vuol "sentire")


Nessun commento: