martedì 18 ottobre 2016

    Il mio Ulde … è fatto cosi! Non vorrebbe cambiare, ma farlo gli è necessario. Non vorrebbe smettere, non adesso, non ancora... Sicuramente, non sono io la sua colpa… Io che non ho mai avuto niente e allora non so come ci si prende cura di qualcosa. Vado e vengo, durante il giorno… Vado, soprattutto, quando vorrei "restare". Me ne vado da quei luoghi in cui mi sono sentita quasi felice, perché "quasi felice" è peggio di triste… E tutto questo, secondo il mio modestissimo parer...e. Poi, però... succede che ritorno sempre, come ieri che l'ho portato fuori magari anche troppe volte… Sebbene per un cane il "troppo" non è mai abbastanza… E vedere gli innumerevoli sbagli, che ancora commento dopo tutto questo tempo trascorso a credere di avergli insegnato qualcosa… mi fa mancare "tutto". Fortuna poi che davanti al mio cane posso piangere in santa pace. Non è mica così scontato poterlo fare, se ci penso… Tutto quello che potrebbe rendermi migliore finisce per farmi a pezzi e ogni pezzo di me ha paura di qualcosa, desidera qualcos'altro, non sa giocare, ma vorrebbe farlo. Mi avevano detto che verso i tre anni sarebbe diventato un altro animale, più calmo… meno rabbioso, più felice… E invece lui, è sempre "Lui". Io, sempre "Io", solo con un po' meno pazienza di prima… Vorrei scrivere, scrivere del mio cagnone, a pois, di me, di quanto è cambiato, passando attraverso le mani di un nuovo veterinario, che mi ha dimostrato, in pochissimo tempo, di saperci davvero fare con i suoi amici a quattro zampe, scrivere di Lui, del suo operato, di quello che ancora non so. Ecco. Vorrei ringraziarlo... Ma scriverlo qui, pubblicamente, non è mai abbastanza. E non lo scrivo, perché "Così, si dice, perché lo dicono tutti quelli che lo hanno incontrato sul loro cammino", ma ho vissuto abbastanza da sapere che non importa ciò che ho dovuto passare in questi anni, perché tanto la soluzione a molti problemi, nostri, di famiglia, è vicina… quasi, inevitabile.

    (Dedicato al dott. Verre)

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