giovedì 27 ottobre 2016

    La pulizia lampo, del murale di Pallotta, si poteva (e doveva) evitare. Ed è stato un vero peccato aver permesso che un netturbino di turno operasse la sua cancellazione con uno spruzzo d'acqua. In una città dove nessun muro è mai stato risparmiato da graffiti, davvero meno artistici, ma che rimangono immortalati quasi "senza tempo" a ricordare, ad ognuno che li guarda, forse, Chi siamo davvero… Così come i cassonetti strapieni, l'incuria nei monumenti e le perenne buche nel...le strade, per mancanza di sanpietrini. Roma, a mio avviso, assomiglia sempre più ad una città senza speranza. Manco i disegni improvvisati sui muri possono essere riconosciuti nella loro integrale bellezza di tratto, ma anche di significato, perché neppure il segno di tris personalissimo del Papa, ovviamente quello della Pace, non è stato compreso. E intanto all'Edicola Fiore qualcuno ha detto pure che non è stata opera dei vigili antidegrado del Comune di Roma, ma... addirittura del Vaticano!? Perché proprio di "decoro urbano" si è trattato. Una giustificazione che nella Capitale fa davvero sorridere, o forse più arrabbiare. Dal momento che di sorprese piacevoli, ne succedono davvero poche in questa Italia sgangherata e riempirsi gli occhi di arte e bellezza poteva essere davvero un buon motivo per sorridere serenamente. E invece… Puff… il sorriso è rimasto sospeso a mezz'aria, cancellato da una rigida, quanto incomprensibile, burocrazia urbana volta a ferirci ancora un altro po'… Gratuitamente.

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