mercoledì 2 novembre 2016

E mentre quattro giorni fa... attendevo impaziente il ritorno di Ulderico, da una delle sue ormai solite (quanto mai necessarie) trasferte in Emilia Romagna,  mi sono messa a pensare... ai momenti in cui mi dimentico Chi sono... Un po' perché ho da fare, in qualche Cancelleria del Tribunale, o da lavorare in Studio, in pratiche più o meno interessanti, ma che, se anche non mi scuotono uno stimolo continuo e un sostegno morale ai miei attuali pensieri, vanno ugualmente seguite con attenzione e serietà… Un po' perché mi fa anche comodo in questo modo, perdermi e nascondermi, tra faldoni e... carta, quasi tutta inutile, a voler ben pensare... Sfuggo così al mio riflesso e mi convinco di essere diversa... Trascorro il mio tempo a condannarmi per i miei molteplici errori, per scoprire poi che mi manco, forse, più di prima... E mentre mancava pochissimo a rincontrarmi con il mio cagnone, ho pensato... che sì, "da sola, in questi giorni, me la sono cavata alla perfezione", sebbene quando poi l'ho incontrato, che da sotto il tavolino di un bar mi stava già lanciato una marea di occhiate, quasi a invitarmi a guardarlo, mentre parlavo al suo Dottore, davvero mi sono avveduta che (finalmente) era lì con me, dopo parecchio tempo. Ma invece di vivere quel momento con "gioia". Avere rincontrato Ulderico, ancora più cambiato. Ma, in meglio! Mi ha fatto ricordare che il mio cane non mi conosce a malapena… Perciò lo sa. Lo sa come sono. Come le mie scelte mi hanno fatto diventare. Lo sa. Certo che lo sa. E mentre con il muso birichino cercava di carpire una mia carezza, mi sono lasciata andare, guardandolo, dritto, negli occhi. Ed è successo che ho pianto ancora di più. Anche se non c'entrava un cazzo, farlo… Me ne sono resa conto. Ma intanto è successo. Come succede che, in questo periodo autunnale, camminando, non resisto e accarezzo le foglie. Quasi fossi alla ricerca di quelle persone che vedono un pochino di bello ovunque e se mi stanno vicino sono poi capaci di donarmi il loro potere, nonché il tempo necessario per riprendere fiato. Volevo scrivere di quando tornata a casa con il mio cagnone, ho pensato: "Posso fare tutto, o almeno, farò tutto quello che posso". Tutto quanto. Ma non ho mai pensato che in un pomeriggio mi potesse cambiare il mondo, dentro… e invece succede anche questo. E sta bene. Il mondo forse no (posso pure aver esagerato). Ma, chissà? Quel bacio in fronte, rifiutato con orgoglio, dei nuovi amici, un progetto nella mente, mai andato via da lì… Tornare, finalmente a capire?

(Dedicato al dott. Verre e a Monica, attenta osservatrice dei miei stati d'animo)

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