Ieri notte sono rientrata alle 2.30 a casa… ma, non era una notte come le altre... Ed io non sono più riuscita a prendere sonno. Mi sono allora diretta verso il salotto, a piedi nudi, brancolando nel buio per non svegliare Chi invece dormiva già da un po'… Da una scatola di latta (usata un tempo per contenere i biscotti secchi mattutini) riposta nel fondo di un cassetto ho visto sporgere alcune vecchie fotografie di famiglia. Guardandole… ho notato che non ci sono foto di me, ancora piccina, in braccio a mia madre, con le teste unite in una vicinanza che si pensi… durerà per sempre, ma che poi "per sempre" non dura, mai… niente. E adesso sto pensando alla difficoltà di essere madre… quando la vita che conoscevo prima, poteva venire stravolta dalla nascita di un nuovo essere, che invece non c'è mai stato. Ma è anche vero che la normalità, le consuetudini, sviluppano momenti di ragione, di raziocinio, sui quali fonda il suo agire... E non sarebbe stato così automatico amarlo. Se ci fosse stato: avrei avuto il bisogno di conoscerlo, prima, instaurare un rapporto, creare intimità, complicità, oltre le urla notturne e la stanchezza, oltre l'umiliazione di perdere la linea dei miei fianchi…e delle mie cosce. O, peggio, la mia professione, oltre al tempo per il mio svago (per la verità, mai esistito), oltre la coppia che svanisce in giochi di ruolo, competizione, a volte… Oltre le sbarre alle mie finestre e intorno agli spigoli dei miei mobili che avrebbero parato soltanto le sue cadute e delimitano la mia indipendenza, totalmente mai conquistata per davvero, ma solo almeno per un po'… Un po' che sarebbe durato tanto. E gli scatti di nervi (che provo, al pensiero di quel figlio mai nato) presumo siano ora qualcosa di normale, mentre sicuramente qualcuno, più attento di altri, mi avrebbe additano come "cattiva madre". Ma, se avessi fatto scelte diverse… nella mia vita. Alla fine quel rapporto si sarebbe instaurato. Magari lasciando fare tutto alla "Natura"… o al fatto che l'amore per un figlio si solidifica con il tempo… S'incastona in quello che sarebbe stata "la mia nuova esistenza", diventandone il fulcro. Fonte di quella gioia, fine a se stessa, mai provata, senza esagerazione… Fonte di ansia e preoccupazione. Fonte di "senso", per Chi non riesce magari a trovarne uno, senza… Fonte di puro e incondizionato "Amore"… di sentimenti buoni e meno buoni, annodati insieme… Fonte di conflitti che a volte si fanno insanabili, di incomprensioni che, a ben guardare, avrei dovuto trascinare dall'analista per anni, se non fossi già nata "Forte" d'animo. Ecco… (L'ho scritto, ora, finalmente!) La "Madre"… Quella madre mai conosciuta, è anche la mia "Fonte"... da cui dipendo, ogni giorno, nel bene e nel male… per sempre. Una fonte di acqua "a volte limpida, a volte torbida" (Cit.), come lo è "il [mio] più sacro specchio d'acqua" (Cit.) a cui sono legata a filo doppio, che si deve avere la pazienza e la costanza di depurare di continuo, quotidianamente. Un "compito", questo, inestimabile quanto duro, appagante, quanto faticoso... Che ugualmente difendo con i denti, pur non avendo avuto figli vivi da accudire e far crescere… Ma non mi perdono per non essere diventata madre. Come, non perdono la mia, per non aver lottato, quel tanto che bastava, a tenersi in vita per restare al mio fianco a vigilare sul confronto di infinitesime note e di infiniti piccoli e grandi, miei, mutamenti. Neanche un po'.
(Dedicato ♥)
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