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Italo Svevo, ritratto di Leonor Fini 1928 |
Mi sento molto Italo Svevo, stamattina. Già dalle prime ore dell'alba ho avuto questa sensazione... unita dal cambio dell'ora che, mi auguro, presto avvenga, in quanto non sopporto più questi passaggi di stagione, con l'avanzare dell'età... Inoltre, oggi, è l'anniversario di mio padre. Sono ventisette anni che non c'è più. Ma mi è rimasto il suo Profumo... sprigionatosi dopo la sua morte. Un profumo che ha sempre invaso le miei narici... e che mi è servito per sopravvivere, benché i miei rapporti con lui siano stati i meno saldi in assoluto. Benché non sia riuscita ad avere da mio padre... la certezza che mi amasse (come, io, amavo lui): non me l'ha mai detto. Forse, lo riteneva superfluo... A lui bastava dimostrare con i "fatti", l'amore che, senza dubbio, provava per noi, sue uniche figlie... Ma, a me, è sempre mancato un 29 per fare 30! Ecco che, diventando più matura, ho imparato ad esprimere ciò che provo. Sempre e Comunque. E dopo tanti sforzi, non mi fermerei proprio ad un passo dal termine. Ma Svevo, mi assomiglia, in questa circostanza... Se fossi nata maschio, anch'io avrei fumato come ha fatto mio padre... cercando, mediante il fumo, di colmare quel senso di vuoto e la mancanza di certezze, forti, sicure... E il suo trapasso è stato una vera, grande catastrofe, per me...avvenuta quando ancora ero molto giovane, ma mi è apparso: "Un momento decisivo della mia vita e un passaggio a una nuova età e a nuove responsabilità". Per questa ragione, il 28 marzo di ogni anno, mi va di ricordare quei momenti difficili che, mai avrei creduto di saper superare... E la sua "Presenza", seppur quasi sempre avara di dimostrazioni d'affetto, che mi ha fatto spesso piangere (per me, per lui), perché non capivo... cosa potesse rendere tanto dolce la vita, senza quella parola di conforto, per mia necessità, doveva provenire, in primis, da Chi mi aveva generato...sarebbe continuata sino ad oggi, se il destino di mio padre non si fosse compiuto. E ricordo che, con lui già nelle braccia di mia madre, non c'era più un domani, ove collocare il proposito. Ed è stato il primo pensiero "nero" (di una lunga serie) che ho provato pure a formulare nella mia mente, di primo acchito. Non lo nascondo.
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