venerdì 15 gennaio 2016

    Penso di continuo, dentro me. Deliri, pazzie, monologhi interiori che mi portano a consumarmi l'anima fino ad impazzire. Sembra quasi che il carburante del mio corpo siano i pensieri. Questi soliloqui improvvisi... non calcolati, che m'invadono la mente senza interrompersi mai, senza mettere quel dannato punto alla fine, ma solo virgole continue... senza nessun senso, in quanto i miei pensieri vanno così veloci che nessuna pausa, seppur breve, riesce a frenare il mio delirio...... Sebbene, trovo che non ci sia nulla di male nel
    riportarli, poi, per iscritto... facendomi, a volte, guidare un po' dalla mia stessa follia... dai miei più primordiali istinti e da una mente un po' controversa. In fondo, quanto può essere sottile il confine tra genio e follia? A volte mi ritrovo a pensare che forse nemmeno ci sia, un confine. Persino di notte il mio pensiero subisce dei veri e propri traumi. Al punto che mi sveglio domandandomi: "Ma perché? Che senso ha tutto questo?" E, no, mi ripeto... Non esiste nessuna logica a queste stranezze. Non è la cena pesante, il caffè bevuto dopo i pasti... Poi, che sto scrivendo? La sera ormai lo prendo di rado e non è nemmeno l'umore nero prima di addormentarmi, perché i "mostri" della mente sono ben peggiori di quelli che esistono nella realtà. Peggiori, sì. Ma ne sono figli diretti...Non c'è realtà che non ne produca. E m'inseguono anche quando ho il sorriso sulle labbra e penso all'amore... Io non lo so cosa sia tutto questo marchingegno difettoso che muove i miei passi, ma il fatto è che non si spegne mai. E con "mai" intendo tutto quello che c'è al di fuori delle risate isteriche e incontrollate a cui mi lascio andare, quando un bicchiere di birra, bevuto di troppo, mi scalda in modo esagerato. Ah, che scema... ma io nemmeno bevo: sono totalmente astemia. Manco lo spumante a Capodanno sono mai riuscita a mandare giù... Eppure, certe situazioni mi riservano il diritto di tormentarmi, di stringere forte l'energia, a me rimasta... di rubarmi il respiro, come se tutto l'ossigeno sia svanito all'improvviso nel nulla, lasciandomi boccheggiare, a mò di pesce fuor d'acqua cercando invano, con i gesti, di chiedere almeno uno spiraglio di luce, una manciata di ossigeno... ne basterebbe una briciola. Non c'è nemmeno quella. Non c'è assolutamente nulla. A volte, si muore in questo modo: con un ramo malato che cresce troppo velocemente all'interno di se stessi, che nessuno si prende la briga di tagliare fino in fondo, finendo per intaccare pure quelli sani e il tronco si sfascia, dopo un po'... si disgrega, marcisce. Semplicemente, si muore. Dentro.

1 commento:

Unknown ha detto...

L'immagine raffigura: "I mostri della mente" di Mariella Pisicchio