mercoledì 6 gennaio 2016

Alla vigilia di Natale ho pubblicato, tra le pagine del mio diario di Facebook, un post concernente il Natale. Il Natale cristiano, per l'esattezza... con l'antica tradizione del Presepe, che ne è il simbolo. Questa pubblicazione aveva lo scopo di "ringraziare" un mio contatto web (appartenente alle mie cerchie) che in questo periodo è solito mandarmi i suoi saluti correlati da immagini natalizie e non solo... senza, peraltro alcuna intenzione di "offendere" il popolo napoletano "spars[o] nel mondo" (Cit.) e, con loro, "un'intera città" (Cit.): Napoli, come qualcuno ha potuto erroneamente pensare, leggendo quanto ho scritto. Ed io lo ammetto: questa città partenopea non l'ho mai veduta, se non attraverso qualche film o documentario alla Tv, ma della quale ho potuto farmi lo stesso "un'idea" di come può presentarsi… di quello che può offrire a Chi la vuole andare a visitare, di persona. E come tutte le città del mondo, penso che ci siano zone assai pericolose e zone ricche d'interesse storico. Ma ciò che mi ha colpito vedere in qualche spezzone cinematografico, agli inizi degli anni '80, sono dei ragazzini che, indossando la maglia di Maradona, giocano a calcio, spensierati e senza timore… Sono situazioni che qui al nord non si vedono più. Ma è probabile che esista, per loro, un rapporto diverso con la strada, ove i più giovani imparano a vivere all'aperto presto e, ad arrangiarsi come possono. Tuttavia, se la penso attraverso i sensi… credo mi possa regalare sensazioni estreme, dove le emozioni colpiscono allo stomaco senza passare per il cervello. Ma temo che sia, oltre che l'essenza stessa della bellezza, lo zoccolo duro del degrado. E' la capitale dell'arte e della cultura, ma anche della corruzione e dell'illegalità. E temo, altresì e senza offesa, per coloro che pensano che "essere napoletani, sia una fortuna"… che questa città occorre amarla come amare una donna bellissima, ma che indossa solo calze sfilate e porta lo smalto sverniciato e graffiato sulle unghie. Avendo il coraggio di farlo, per non perdersi il meglio della vita. Quanto al mio post, citato in epigrafe, la frase che a quella persona (che frattanto - mi sono accorta - mi ha bannato il profilo. Forse stanco di aspettare le mie scuse pubbliche... non intuendo invece che, il suo comportamento, non mi avrebbe scalfito alcunché, in quanto mi ha solo permesso di cogliere l'occasione di pubblicarne uno nuovo con le parole e i tempi che più preferisco), la frase, dunque, che ha dato maggior fastidio è stata la seguente: "[...] come a far intendere che i napoletani abitino da sempre nella terza parte, quella dedicata alla baldoria... agli schiamazzi... Allo stato di ozio più felice e spensierato: al dolce far niente." Eppure il mio intento non era offendere i napoletani, piuttosto descrivere uno scorcio di quel Presepe… seicentesco ove, in esso si fondono la storia culturale "colta" e quella più legata alla gente, alle sue consuetudini e tradizioni, non solo religiose, con frequenti riferimenti alle realtà quotidiane specifiche di ciascuna popolazione. Ed è in questo punto che quel mio contatto non ha saputo comprendere la ratio del mio scrivere, sicuramente non basata sul ledere gli animi dei napoletani. No. In quelle parole, semmai, è racchiuso il modo di quella gente di vivere il Natale ed esprime, al tempo stesso, la profonda semplice religiosità delle persone, dalle più umili: che sanno vivere, accontentandosi, alle più chiassose e "pigre", nei momenti di festa, abituate maggiormente a fare baldoria e socializzare di più (di me che provengo dal nord) visto che sono pure molto smaglianti, vivaci, gioiose, nel loro genere. Tuttavia penso… e qui concludo la mia discolpa, che questi napoletani dovrebbero tenere un po' di più alla città in cui vivono… certo, non brillante di pulizia, come Roma… ma, neppure tenuta lustra come un fior di gioiello…

1 commento:

Unknown ha detto...

Quartieri Spagnoli di Napoli ove si evince il maxi murale raffigurante Diego Armando Maradona, realizzato da qualche tifoso dalla vena artistica all'indomani del secondo scudetto, che purtroppo ha visto scomparire in seguito il volto del "Pibe de Oro" dopo la realizzazione di una finestra proprio in corrispondenza del murale. Che smacco! Ma forse si è trattato di un banale errore di... metrature?